Va senz’altro vista con favore la scelta del Ministro dei Beni e delle Attività culturali, Dario Franceschini, di scegliere Simone Sfriso quale curatore del Padiglione Italia alla 15esima Biennale di Architettura di Venezia.
“Va senz’altro vista con favore la scelta del Ministro dei Beni e delle Attività culturali, Dario Franceschini, di scegliere Simone Sfriso quale curatore del Padiglione Italia alla 15esima Biennale di Architettura di Venezia.
Una scelta, operata al di fuori del sistema delle archistar, che premia un architetto che, insieme ai suoi colleghi, ha dato prova di saper operare con grande capacità nella contemporaneità e soprattutto nell’architettura “sociale” con tanti progetti per ospedali e centri di accoglienza in zone difficile del mondo lacerate da conflitti”.
Così Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori.
“E’ sicuramente di fondamentale importanza - continua - che la prossima Biennale abbia come tema la necessità di coniugare l'architettura con l'esigenza di una valorizzazione dell'ambiente edificato e quindi dell’habitat soprattutto nelle periferie: segno, questo, del fatto che - come da tempo sottolineano gli architetti italiani - architettura e rigenerazione urbana sostenibile rappresentino sempre di più un binomio inscindibile.”
Va ricordato che lo studio Tamassociati - di cui Simone Sfriso è uno dei componenti – ha ricevuto dal Consiglio Nazionale degli Architetti il Premio “Architetto italiano 2014” per la sua capacità di valorizzare una dimensione etica della professione, realizzando progetti di architettura di qualità non solo in Italia ma, all’estero, e soprattutto in realtà di particolare disagio, spesso caratterizzate da condizioni estreme causate da guerre, carestie, epidemie.