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Biennale Architettura 2025: presentazione del Padiglione Italia "Terrae Aquae. L'Italia e l'intelligenza del mare"

Alla Biennale Architettura 2025, il Padiglione Italia propone il tema "Terrae Aquae L’Italia e l’Intelligenza del Mare", una riflessione sulla relazione tra terra e l'acqua. Il padiglione esporrà una sorta di "tour contemporaneo" affrontando temi dalla riqualificazione costiera, la resilienza urbana e l’impatto ambientale, coinvolgendo architetti, artisti e studiosi in un dialogo interdisciplinare sul futuro delle nostre coste.

Presentazione del Padiglione Italia alla Biennale Architettura 2025

Terræ Aquæ. L’Italia e l’Intelligenza del Mare

Oggi Venerdì 14 marzo 2025  a Roma, presso la Sala Spadolini del Collegio Romano, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione del progetto espositivo "TERRÆ AQUÆ. L’Italia e l’intelligenza del mare", curato da Guendalina Salimei per il Padiglione Italia alla Biennale Architettura 2025 e promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

Sono intervenuti Angelo Piero Cappello, Commissario del Padiglione Italia e Direttore Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura; Guendalina Salimei, Curatrice del Padiglione Italia alla Biennale Architettura 2025; Pietrangelo Buttafuoco, Presidente La Biennale di Venezia e Alessandro Giuli, Ministro della Cultura.

 

Il Padiglione Italia indaga nuovi equilibri tra uomo e mare

Dal 10 maggio al 23 novembre 2025, alle Tese delle Vergini dell’Arsenale a Venezia, le riflessioni architettoniche, scientifiche e culturali sul mare saranno le protagoniste di Terrae Aquae. L’Italia e l’intelligenza del Mare, titolo del progetto espositivo del Padiglione Italia alla 19. Mostra Internazionale di Architettura - La Biennale di Venezia, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura e curato da Guendalina Salimei.

La partecipazione italiana è dedicata a un Mediterraneo allargato ai vicini oceani: la centralità del rapporto strutturale tra l’acqua e la terra, tra naturale e artificiale, tra infrastruttura e paesaggio, tra città e costa, incide sull’identità del Paese e sui delicati equilibri tra ambiente, uomo, cultura ed economia che devono essere sia tutelati nella loro integrità, sia ri-progettati per quell’imprescindibile adattamento a un futuro pervaso da nuove pressanti esigenze. Guardare l’Italia dal mare implica un cambiamento di prospettiva, impone la necessità di ripensare il progetto del confine tra terra e acqua come sistema integrato di architetture, infrastrutture e paesaggio.

La mostra accoglierà gli elaborati di singoli e gruppi, sia affermati sia emergenti, innescando un confronto intergenerazionale, interculturale e senza distinzioni di genere in cui passato e presente verranno accomunati, coinvolgendo progettisti, studiosi e operatori della cultura - ma anche giovani, poeti, artisti, enti di ricerca e del terzo settore - nel ripensamento del rapporto tra terra e mare, con l’esposizione sia di progetti di riqualificazione realizzati, sia di contributi prodotti ad hoc tramite l’uso di metodi multidisciplinari e multimodali, sia degli esiti di ricerche istituzionali e accademiche.

L’ascolto di voci differenti, accolte secondo uno spirito inclusivo di persone, idee e mezzi espressivi, mira a stimolare il risveglio di una intelligenza collettiva capace di innescare un rinnovamento che parte dalle coste italiane per espandersi a livello globale. Spesso negate, abbrutite e abusate, le nostre coste sono in realtà luogo di incontro tra ecosistemi, culture, attività e religioni diverse, in cui l’azione umana sa e deve esprimersi anche con poesia e rispetto.

Un rapporto così viscerale che proprio a Venezia aveva trovato il suo simbolismo più alto con il rito dello sposalizio del mare, celebrato ogni anno dal Doge a bordo del Bucintoro all’imboccatura del porto di San Niccolò al Lido, dove, dopo aver versato un vaso d’acqua santa, gettava tra i flutti l’anello benedetto dal Patriarca pronunciando le parole «Desponsamus te, mare nostrum, in signum veri perpetuique dominii» (Ti sposiamo, mare nostro, come segno di vero e perpetuo dominio).

 

Per il Direttore Generale Creatività Contemporanea e Commissario del Padiglione Italia Angelo Piero Cappello: La partecipazione dell’Italia alla Biennale Architettura 2025, con il Padiglione curato da Guendalina Salimei, si configura come un importante contributo al dibattito internazionale sulla progettazione contemporanea, assumendo come tema centrale il rapporto tra terra e acqua. Questo dialogo, che affonda le sue radici nella storia e nella cultura del nostro Paese, si propone oggi come un’urgenza imprescindibile, capace di interrogare non solo l’architettura, ma anche i paradigmi sociali, economici e ambientali su cui poggia il nostro vivere collettivo. L’acqua, elemento fondante del paesaggio italiano, rappresenta non solo una risorsa naturale, ma anche una soglia simbolica e fisica tra mondi. I mari che bagnano le nostre coste, i fiumi che attraversano le nostre città, i laghi che punteggiano il territorio sono parte integrante di un patrimonio che ci identifica e ci connette a un contesto mediterraneo e mondiale, di cui non possiamo non sentire la responsabilità di protagonisti e coglierne le opportunità. In un’epoca di profonde trasformazioni climatiche, economiche e culturali, il Padiglione Italia si fa portavoce della necessità di ripensare il rapporto con l’universo acquatico, esplorando nuove forme di convivenza e di equilibrio sostenibile.

 

Presentazione Padiglione Italia
Presentazione Padiglione Italia "Terrae Aquae. L’Italia e l’Intelligenza del Mare" 19. Mostra Internazionale di architettura, La Biennale di Venezia 2025. (© Direzione Generale Creatività Contemporanea del MiC)

  

Da dove nasce l'idea di Terræ Aquæ

Da dove nasce l'idea di "Terræ Aquæ"?

L'origine di questo interesse verso l'acqua, racconta l'architetto Salimei, nasce già dall'infanzia. Difatti l'architetto trascorre diversi anni a Venezia, da cui ha avuto un imprinting molto forte che le ha trasmesso l'amore per il mare.

Anche la professione ha influenzato l'architetto che nel tempo è stata coinvolta in diversi progetti e ricerche in differenti città italiane (es. Napoli, Talent, Bari, Cagliari), realtà portuali molto spesso abbandonate, che oggi, invece, potrebbero essere riscoperte. 

Per Guendalina Salimei, la curatrice del Padiglione Italia: In linea con il tema della 19. Mostra Internazionale di Architettura - La Biennale di Venezia, condividiamo l’idea che sia possibile mettere in gioco molteplici forme di intelligenza coordinate tra loro nell’elaborazione di nuove strategie che possano salvare le coste italiane e dei paesi che si siano messi all’ascolto dei messaggi del Padiglione Italia. L’Architettura, come disciplina sistemica, è chiamata in causa per elaborare visioni del mondo e, proprio per la sua indiscutibile capacità di comprendere le relazioni tra le parti, e tra le parti e il tutto, deve scendere in prima linea per poter mettere in campo energie cariche di creatività ed empatia. Per far questo è necessario riferirsi ai deep data, ovvero a quell’insieme di conoscenze approfondite e specifiche – spesso nascoste o poco note - generate da individui diversi, che possono fornire punti di vista e soluzioni inedite capaci di aprire a un dibattito proiettato verso azioni future.

 

Architetto Guendalina Salimei, curatrice del Padiglione Italia, Biennale di Architettura 2025.
Architetto Guendalina Salimei, curatrice del Padiglione Italia, Biennale di Architettura 2025. (© Direzione Generale Creatività Contemporanea del MiC)

  

Questi territori, più che limiti, rappresentano uno spazio di transizione e uno scenario di cambiamenti ambientali, sociali, ma anche economici. Qual è l'idea fondante del progetto? Guardare l'Italia dal mare significa adottare una prospettiva diversa. Ripensare questo confine tra terra e acqua come un sistema integrato. Qui è interessante il tema, l'integrazione tra architettura, infrastrutture e paesaggio.

É una sorta di viaggio, un tour contemporaneo attraverso gli 8.300 chilometri di coste italiane. In questo contesto, il concetto di confine diventa un luogo privilegiato, quindi abbiamo detto di sperimentazione.

Dalla reinterpretazione di nuovi usi, perché noi possiamo veramente reinventare cose, sviluppando nuove tematiche strategiche e progettuali, che saranno poi un po' la parte dei nostri temi. É stato quindi suddiviso su una serie di tematiche, per garantire anche una gestione sostenibile, una valorizzazione ambientale e culturale di tutte queste aree, che sono in parte costiere, in parte portuali, in parte all'interno delle città.

Questo è fondamentale proprio per la resilienza dei territori e la conservazione di un patrimonio naturale, ma anche architettonico e storico. Quindi, in generale, per un equilibrio sembra un po' una cosa ovvia, ma è un dialogo equilibrato tra terra e mare che non c'è. Tra le tematiche, alcune emergenze emergono davvero con più urgenza. Ripensare le cesure determinate dalle aree portuali, le strade litoranee e gli insediamenti turistici. Tutte le strutture che interrompono questa continuità tra città e mare e anche con gli ecosistemi naturali.

Poi i dispositivi di soglia, tema ovviamente per gli architetti molto interessante, perché abbiamo detto che è un elemento di transizione. Poi ci sono tutti quelli che sono i sistemi, le dighe, i moli, i frangiflutti, le barriere costellate, i fari, le piattaforme artificiali. Tutti elementi che noi possiamo rientrepretare e far diventare cose nuove.

Le riscritture dei waterfront. Questo rappresenta un grande lavoro di rigenerazione urbana e che può trasformare tantissime città in luoghi vivibili e accessibili in grandi spazi pubblici. Le infrastrutture portuali, anche queste sono importanti, quelle ricettive, e che devono essere adattate ai cambiamenti climatici. Si richiama il tema di reinvenzione e quindi, anche i rischi dei dissesti idrogeologici e l'impatto sull'ecosistema naturale. Poi, riconvertire tutta questa archeologia industriale, portuale e produttiva abbandonata. Sono tutti quindi progetti che possono essere reinterpretati, reinventati, non comportando consumo del suolo.

C'è poi il tema di alcuni ecosistemi che fungono da barriere naturali contro le inondazioni. Costituiscono dei limiti dinamici, che hanno una dinamicità intrinseca. Sono per esempio le dune, le saline, le lagune e le zone umide. Tra gli altri anche quello che si trova al di sotto del mare. Città sommerse, ma soprattutto una grande infrastrutturazione. Il Mediterraneo è diventato un sistema di reti subacquee. 

  

Il Padiglione Italia, per tutta la durata della mostra, sarà accompagnato da un Programma Pubblico intitolato Il mare dell’intelligenza. Dialoghi, articolato in numerosi appuntamenti – seminari, conferenze, laboratori, workshop – organizzati in luoghi cari alla cultura veneziana e internazionale, che saranno comunicati nel dettaglio prossimamente.

Per affrontare la sfida di innovazione e di previsione la mostra si avvalsa di questa call per raccogliere visioni differenti. L'iniziativa del progetto voleva dare spazio a tante voci, ma anche a linguaggi espressivi diversi. 

Questa ricchezza di idee, di espressioni, è stata pensata con un allestimento che si configura come una macchina dell'esporre. Una sorta di wunderkammer capace di stimolare la curiosità e l'immaginazione, attraverso sia il sistema digitale ma anche il disegno.

Il progetto Terrae Aquae. L’Italia e l’intelligenza del Mare è illustrato da un catalogo edito da Electa che contiene le riflessioni di cultori della materia, i contributi selezionati a seguito della Call for visions and projects, i saggi fotografici, le incursioni artistiche, gli esiti della ricerca e altre suggestioni culturali e progettuali.

Diviso in tre volumi e corredato da inserti speciali, il catalogo è concepito come un portolano di navigazione capace di orientare il lettore nella scoperta delle esperienze progettuali collettive, delle tematiche e degli esiti di confronti e dibattiti.

  

"Terra in mezzo al mare"

Noi siamo la terra in mezzo al mare.

Così il Presidente della Fondazione La Biennale di Venezia Pietrangelo Buttafuoco: L’Italia è al centro del Mediterraneo, bagnata e benedetta da tre diverse acque, sino a poco più di un secolo e mezzo fa nel suo destino c’era ancora il mare. Abbiamo dimenticato di avere il Mediterraneo intorno, immaginandoci e assimilandoci, come collettività, a esperienze forse virtuose, efficienti, produttive, ma senza mare. In cui è difficile identificarsi nel senso più profondo, perché non sono le nostre radici e i nostri paesaggi. Ribaltare la prospettiva, guardando l’Italia dall’acqua, e non l’acqua dall’Italia, è un esercizio che Guendalina Salimei ci invita a fare, immersi in onde virtuali a osservare le proposte che vengono dal mare, per il mare. Un luogo, Il Mediterraneo. Una Soluzione, Il Mediterraneo.

 

Così il Ministro della Cultura Alessandro Giuli: Il mare: è questa da sempre la proiezione naturale dell’Italia, sin dai primordi della civiltà prima che i coloni greci approdassero sulle nostre coste per costruire le loro città. Un carattere geografico che ci ha sempre contraddistinto, e che a Venezia, massima espressione di sapienza e bellezza, ha trovato la propria sintesi. Giusto quindi che il Padiglione Italia alla Biennale Architettura 2025 rifletta sul nostro rapporto con il mare: ripensare e progettare in modo sostenibile le nostre coste, tenendo conto di sfide globali e urgenti, è la chiave del futuro della Nazione. Il Padiglione Italia si conferma capace di creare sinergie tra ricerca, innovazione e rapporti comunitari, integrando il sapere storico e scientifico con le pratiche artistiche e architettoniche, per promuovere soluzioni condivise. È un dovere sostenere in un’istituzione di portata globale come la Biennale progetti che possano ispirare e trasformare profondamente l’agire umano, dando voce alle istanze di creatività e bellezza che si intrecciano nelle aree costiere e portuali, protagoniste di questo straordinario viaggio universale verso il futuro.

 

Il Ministro Giuli ha concluso la conferenza stampa con una citazione di un filosofo di un'età di transizione, che come ogni periodo di cambiamento manifesta inquietudine, preoccupazione, rassegnazione e a volte anche isteria. Plotino diceva che: "Non v'è alcun Dio che combatta al fianco di chi non è già in armi. "

E quali sono le nostre armi? Sono le armi dell'intelletto, del genio, della volontà, di una volontà che nello studio e nella ricerca è protesa verso il bene.

Prossimo appuntamento quindi a venerdì 9 maggio 2025 a Venezia per l'inaugurazione del Padiglione Italia Architettura 2025. 

  

Fonti: Direzione Generale Creatività Contemporanea - Ministero della Cultura

 

 #MiC  #DGCC  #BiennaleArchitettura2025 #PadiglioneItalia2025  #ItalianPavilion2025

 


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