Basta far finta di nulla: servono incentivi seri, un Testo Unico nuovo e una valutazione strutturale obbligatoria

L’articolo che ho pubblicato su INGENIO "Indagine conoscitiva sull’impatto ambientale degli incentivi per l’edilizia" non è solo una sintesi tecnica di un'indagine a tutto tondo sul tema dei vari Bonus edilizia. È un grido silenzioso che non possiamo ignorare. Perché, dati alla mano, non riqualificare il patrimonio edilizio italiano equivale a sabotare il futuro ambientale, sociale ed economico del nostro Paese.

Basta guardare i numeri. Il 55% degli edifici residenziali italiani è in classe energetica F o G. Il settore civile contribuisce per circa il 18% alle emissioni nazionali di gas serra, pari a 75 milioni di tonnellate di CO₂ equivalente nel 2021. E il riscaldamento degli edifici è il responsabile del 66,5% di queste emissioni. Una situazione insostenibile, aggravata dal fatto che il 60% del consumo energetico degli edifici dipende ancora dai combustibili fossili.

Allora diciamolo chiaramente: non si può più far finta di nulla.

La riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare italiano non è un’opzione, è un’urgenza. E per affrontarla servono strumenti all’altezza. Non bonus a tempo, non slogan elettorali. Serve un nuovo quadro di incentivi fiscale stabile, accessibile, equo, modulato sulla base della reale efficacia in termini di risparmio energetico ed emissioni evitate. E soprattutto: serve subito.

Serve anche un nuovo Testo Unico dell’Edilizia. Il DPR 380 del 2001 è ormai un vestito troppo stretto, arzigogolato, rattopato, pensato per un’edilizia del passato, incapace di affrontare la complessità della trasformazione energetica e sismica che ci viene chiesta dall’Europa. Quattro Ministri del MIT – da Toninelli fino a Salvini – hanno annunciato riforme radicali del Testo Unico. Ma, a oggi, l’unico risultato concreto è il “Salva Casa”, che non basta.

Serve una riforma strutturale, vera, capace di riorganizzare norme, semplificare procedure, integrare la progettazione architettonica con quella energetica e strutturale.

E basta con incentivi sganciati dalla sicurezza.

Ogni volta che si parla di efficienza energetica senza citare la vulnerabilità sismica del patrimonio edilizio italiano si compie un errore gravissimo. Non è più accettabile che un edificio venga isolato termicamente ma resti a rischio crollo in caso di sisma. La valutazione strutturale deve essere obbligatoria e preventiva rispetto a qualsiasi incentivo. E in caso di carenze, deve scattare automaticamente un percorso di adeguamento sismico, integrato e incentivato. Non esiste vera sostenibilità in un edificio insicuro.

L’indagine della Commissione Ambiente ci fornisce una mappa chiara. Ora tocca alla politica fare il salto. O decidiamo finalmente di affrontare il problema con visione, strumenti adeguati e coraggio, oppure continueremo a spendere miliardi per interventi che non incidono davvero, né sul clima, né sulla sicurezza delle persone.

Chi guida il cambiamento oggi non può più permettersi di essere timido. Deve essere lucido, determinato e pronto a scelte nette. Noi con INGENIO siamo pronti a diffonderne i contenuti, a favorire una discuzione, a portare idee. Ma serve una reazione. Subito.