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Azioni accidentali dolose sulle strutture: approcci alla progettazione

In questo contributo si è voluto analizzare l’identità di quelle azioni accidentali legate ad eventi dolosi, intenzionali, quali quelli terroristici, in modo da fornire alcune indicazioni che siano propedeutiche alla progettazione di strutture con caratteristiche specifiche di robustezza strutturale, ovvero costruzioni caratterizzate da una capacità di mostrare un degrado della propria integrità non sproporzionato rispetto alla magnitudo dell’evento.

Malicius action arson & bombing – security approaches
 
SOMMARIO
Si vuole analizzare l’identità di quelle azioni accidentali legate ad eventi dolosi, intenzionali, quali quelli terroristici, in modo da fornire alcune indicazioni che siano propedeutiche alla progettazione di strutture con caratteristiche specifiche di robustezza strutturale, ovvero costruzioni caratterizzate da una capacità di mostrare un degrado della propria integrità non sproporzionato rispetto alla magnitudo dell’evento.
Si intende necessario, implicitamente, concepire strutture capaci di affrontare minacce legate all’intelligenza umana. È, dunque, necessario avere una sensibilità specifica, in qualità di progettista e responsabile dei lavori, sull’andamento nel tempo delle caratteristiche difensive di una struttura, che vanno di pari passo con la vulnerabilità intrinseca della stessa. L’intelligenza umana di chi vuole portare un attacco, infatti, tiene sicuramente conto di questo punto di debolezza.
Le costruzioni che tradizionalmente sono considerate interessate a questi fenomeni, in qualsiasi momento, sono propriamente quelle così dette strutture strategiche, o in termini più generali, le cosiddette infrastrutture critiche, ovvero quelle opere e sistemi strutturali che hanno le caratteristiche per poter diventare un potenziale target di azioni dolose. Vale però la pena riflettere che recentemente l’insieme delle costruzioni soggette ad attacchi deliberati si è allargato, ed è necessario, quindi, anche prendere in considerazioni una casistica diversificata e più ampia.
Per finire se, né prevenzione, né protezione, riescono ad ostacolare un attacco, e quindi lo svilupparsi dell’atto criminale, sarà necessario prevedere un piano di business continuity che caratterizza proprio l’aspetto di resilienza di una struttura strategica, e che mitiga sicuramente il riverbero di un attacco andato, purtroppo, a buon fine.
 
1. VULNERABILITA’
Un’azione criminale, come manifestatasi negli ultimi attacchi terroristici, è animata da una ferma volontà di portarla a termine, essendo basata su convincimenti personali più o meno condivisibili. L’autore dell’atto, per riuscire ad ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo, mette in campo tutto ciò che può, senza scrupoli e usando qualsiasi mezzo. Agli occhi di chi subisce tale attacco, questo si può manifestare anche come particolarmente terrificante, in ragione di culture molto lontane dalle proprie, basate su bigottismo e pregiudizi che risultano sorpassate nella maggior parte delle attuali culture.
Il concetto primario da introdurre per inquadrare il problema di progettazione è quello di vulnerabilità. Si hanno le seguenti definizioni generali:
  • la vulnerabilità (V) si riferisce all'incapacità - di un sistema o di un'unità - di resistere agli effetti di un ambiente ostile (Vulnerability refers to the inability - of a system or a unit - to withstand the effects of a hostile environment);
  • una finestra di vulnerabilità (WoV) è un intervallo di tempo entro il quale le misure difensive sono diminuite, compromesse o mancanti (A window of vulnerability (WoV) is a time frame within which defensive measures are diminished, compromised or lacking). 
La vulnerabilità di una costruzione ad un attacco doloso ha un suo andamento nel tempo, in quanto qualsiasi sistema, come qualsiasi persona, ha nella propria storia momenti in cui risulta più debole, anche se magari fino a quel momento non aveva mai manifestato criticità.
Nel problema specifico di una costruzione, a valle della sua ideazione e progettazione, si individuano dei momenti di vulnerabilità, che partono dalla realizzazione dell’opera, fino al naturale degrado delle prestazioni nella vita utile della struttura. A quest’ultima fase è possibile porre rimedio attraverso una buona progettazione della manutenzione, o di quegli interventi strutturali che riescono a ridare vita all’opera.
È importante considerare tutta la vita della costruzione, per vedere quando si presenterà il momento più vulnerabile per la costruzione che potrebbe proprio essere in questa finestra di vulnerabilità sotto attacco. Nella Figura 1, sono rappresentate lungo l’asse temporale, il periodo necessario alla realizzazione di un’opera e la vita utile della stessa. Il danno economico che può portare un eventuale attacco terroristico cresce via via che l’opera si completa, è massimo per l’opera appena conclusa, per poi diminuisce per il naturale degrado delle qualità dell’opera (curva rossa). D’altra parte, in termini generali, il rischio di non riuscita di un attacco è basso nella fase di realizzazione, è massimo quando la struttura sta per essere completata o è appena terminata, e decresce lungo la vita utile della costruzione. Per la conoscenza della struttura da parte dell’attaccante, necessaria a concepire l’atto doloso, vale la Figura 2 [3].
La vulnerabilità di un’opera è inversamente proporzionale alla difficoltà di ottenimento del risultato da parte dell’attaccante, ovvero al rischio di non riuscita dell’attacco. Una struttura appena realizzata presenterà le massime caratteristiche di protezione, e cioè ad inizio della sua vita utile saranno massime le sue prestazioni strutturali, potendo avere possibilmente un’alta robustezza in virtù di una progettazione specifica ed essendo operative anche eventuali protezioni attive. Si deve comunque ricordare che, anche se la struttura è pensata e realizzata come altamente inviolabile, si può avere una concomitanza di fallimenti, di solito legati ad aspetti di controllo, che creano percorsi preferenziali per un attacco.  
 
In definitiva, da questa analisi:
 
1.  la vulnerabilità maggiore di una struttura si ha durante la sua realizzazione, ma il danno economico risulta minore;
2.  il danno economico maggiore sarebbe per la struttura appena nuova, ma qui la struttura risulta meno vulnerabile;
3.  infine, lungo lo sviluppo naturale della vita utile della struttura, il danno economico diminuisce ma aumenta la sua vulnerabilità.
 
In termini generali, quindi, la definizione di un attacco terroristico si pone come un problema di ottimizzazione. In un senso anche più ampio, un attacco terroristico può essere inquadrato nella teoria dei giochi, in cui esiste un attaccante e un difensore della costruzione. Con tutte queste considerazioni, l’azione dolosa verrà quindi portata dove e quando conviene, avendo la certezza di riuscire e di procurare il danno voluto.
 
 
 
Figura 1 - Andamento qualitativo nel tempo del danno economico e del rischio di non riuscita dell’evento doloso ([3]).
 
 
Figura 2 - Andamento qualitativo nel tempo della possibile conoscenza della struttura da parte dell’attaccante, conoscenza necessaria a concepire l’atto doloso ([3]).
 
2. INFRASTRUTTURE CITICHE E STRUTTURE STRATEGICHE
Gli Stati Membri della UE si trovano impegnati nel processo di applicazione della Direttiva 2008/114/CE del Consiglio Europeo, recante le procedure per l’individuazione e la designazione delle Infrastrutture Critiche Europee, e di un comune approccio alla valutazione della necessità di migliorarne la protezione al fine di contribuire alla tutela delle persone e dei beni rilevanti ([13]).
 
Le infrastrutture critiche, per definizione, forniscono prodotti e servizi essenziali per le loro parti interessate che possono essere le organizzazioni private e pubbliche, la popolazione e la società in generale. La sopravvivenza delle infrastrutture critiche può incidere su quella delle organizzazioni, della popolazione e della società in generale. I potenziali effetti di incidenti, che coinvolgono le infrastrutture critiche, possono produrre conseguenze dirette e/o indirette sulla popolazione e la società in generale. Qualsiasi processo per la protezione di beni critici deve tenere conto di tale aspetto.
 
Una declinazione di infrastruttura critica si ha nella definizione di struttura strategica come data dalla normativa tecnica italiana con riferimento alla azione sismica. In questo ambito, sono, edifici e opere infrastrutturali di interesse strategico, tutte quelle strutture le cui funzionalità durante gli eventi sismici assumono rilievo fondamentale per le finalità di protezione civile.Nello specifico:  
 
Edifici sedi di:
o   Organismi governativi
o   Uffici Territoriali di Governo
o   Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco
o   Forze Armate
o   Forze di Polizia
o   Corpo Forestale dello Stato*
o   Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici
o   Registro italiano dighe
o   Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia
o   Consiglio nazionale delle ricerche
o   Croce rossa italiana
o   Corpo nazionale soccorso alpino
o   Ente nazionale per le strade e le società di gestione autostradale
o   Rete ferroviaria italiana
o  Gestore della rete di trasmissione nazionale, proprietari della rete di trasmissione nazionale, delle reti di distribuzione e di impianti rilevanti di produzione di energia elettrica
o   Associazioni di volontariato di protezione civile operative in più regioni
 
-        Opere infrastrutturali utilizzate come:
o   Autostrade, strade statali ed opere d’arte annesse
o   Stazioni aeroportuali, eliporti, porti e stazioni marittime previste nei piani di emergenza, nonché impianti classificati come grandi stazioni
o   Strutture connesse con il funzionamento di acquedotti interregionali, la produzione, il trasposto e la distribuzione di energia elettrica fino ad impianti di media tensione, la produzione il trasposto e la distribuzione di materiali combustibili (quali oleodotti, gasdotti, ecc..), il funzionamento di servizi di telecomunicazione a diffusione nazionale (radio, telefonia fissa e mobile, televisione).
 
3.  ARSON & BOMBING
Tra i vari atti criminali perpetrabili ai danni di una costruzione, e di riflesso a chi vi è al suo interno o nei dintorni, l’attenzione è diretta alle azioni incendiarie ed esplosive. Sono azioni che vengono considerate accidentali, quindi spesso presupposte colpose (si basti pensare ad una fuga di gas, o al mancato controllo di una fiamma libera), ma di cui si può ipotizzare una dolosità quando l’evento si manifesta procurando il massimo danno (per esempio con più focolai d’incendio o esplosioni consecutive, oppure con magnitudo straordinarie).
In termini generali, facendo un’analisi storica di come si sia evoluta la strategia di attacco criminale, bisogna prendere come spartiacque l’attentato alle Torri Gemelle di New York dell’11 settembre 2001. Questo è stato l’evento catalizzatore che ha portato ad un nuovo sviluppo di tecniche di difesa, e conseguentemente all’adeguamento di nuovi metodi di scelta del target, sviluppo di nuove organizzazioni terroristiche, possibilità di nuove tipologie di minaccia per chi attacca.
 
Nel presente contributo, è introdotta così l’individuazione di tre fasi cronologiche 0, 1 e 2 illustrata in Figura 3. Qui si trovano, in funzione degli anni dal 1980 a oggi, come sono cambiati
 
1.      il livello di attacco (ALTO/BASSO),
2.      il tipo di target (STRATEGICO/NON STRATEGICO),
3.      il tipo di minaccia (DISTRIBUITA/SINGOLA),
 
in modo tale da interpretare l’evoluzione degli eventi terroristici. Vediamo quali considerazioni permettono di arrivare a ciò.
 
 
Figura 3 – Individuazione delle tre fasi cronologiche durante le quali si sono sviluppate diverse strategie di attacco, necessarie ad ottenere il massimo risultato, in funzione degli adeguamenti difensivi necessari a ridurre la vulnerabilità dei potenziali target.
 
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