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Avviata la rilevazione nazionale delle opere incompiute in attuazione del decreto 13 marzo 2013

Con il comunicato del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti pubblicato sulla G.U. 168 del 19 luglio scorso concernente l’avvio del Sistema Informatico di Monitoraggio delle Opere Incompiute (SIMOI), è partita operativamente la rilevazione di tutte le opere incompiute in Italia attraverso una organizzazione articolata a livello statale e regionale.

 

 

In particolare, le Amministrazioni pubbliche individuate in base alla classificazione ISTAT di cui all’art. 1, comma 3, della legge 196/2009, per l’invio dei dati di cui al Regolamento 42/2013, sono tenute ad accedere al sito www.serviziocontrattipubblici.it e selezionare l’ambito di riferimento soggettivo per procedere alla compilazione ed al successivo invio dei dati. Così per quanto riguarda l’ambito statale si dovrà operare attraverso il SIMOI, mentre per l’ambito regionale si dovrà far riferimento ai sistemi attivati da ciascuna Regione e Provincia autonoma.

L’obiettivo è di coordinare, a livello informativo e statistico, i dati sulle opere pubbliche incompiute in possesso delle stazioni appaltanti al fine di attivare uno strumento conoscitivo per individuare in modo razionale ed efficiente le soluzioni ottimali per l’utilizzo di tali opere attraverso il completamento ovvero il riutilizzo ridimensionato delle stesse, anche con diversa destinazione d’uso rispetto a quella originariamente prevista.

Una mappatura quindi puntuale delle opere incompiute, tracciata sulla base di dati e valutazioni oggettive, può creare quelle condizioni sinergiche tra Stato, Regioni ed Enti locali per riutilizzare ovvero ricollocare opere, anche infrastrutturali, altrimenti bloccate nel loro completamento e fruibilità da parte dei cittadini, eliminando così spreco di risorse pubbliche.

La legge pone in capo al Ministero ed alle Regioni l’organizzazione operativa dell’anagrafe, riconoscendo di fatto anche quel rapporto di leale collaborazione istituzionale instaurato da numerosi anni tra lo stesso MIT, le Regioni ed ITACA, per l’operatività del Servizio Contratti Pubblici (SCP). Un modello organizzativo ed operativo sperimentato positivamente, dunque, che viene posto quale base anche per lo sviluppo dell’anagrafe delle opere incompiute.

FONTE: ITACA