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Autorizzazione sismica in sanatoria: è possibile ottenerla?

Le autorizzazioni in materia di costruzioni in zone sismiche devono essere preventive, ossia ottenute prima dell'inizio dei lavori; non è infatti previsto alcun meccanismo che permetta di regolarizzare successivamente un abuso edilizio da un punto di vista strutturale. Ma attenzione: per certi tipi di abusi minori, grazie al Salva Casa, oggi è possibile ottenere un'autorizzazione sismica in sanatoria

Non è prevista, nell'ordinamento normativo italiano, la possibilità di ottenere un'autorizzazione sismica postuma, cioè non si può beneficiare di una sanatoria per opere abusive realizzate in zone sismiche senza le necessarie autorizzazioni strutturali preventive.

Il principio è contenuto nella sentenza 5536/2025 della Corte di Cassazione, che si riferisce ad una controversia relativa ad alcuni interventi edilizi su un immobile, realizzato senza permesso in un'area sismica, per il quale era stata ordinata la demolizione.

Va subito precisato che il Decreto Salva Casa ha cambiato le regole, almeno per quanto riguarda gli abusi minori: infatti, oggi per determinati tipi di abusi edilizi (parziali difformità, tolleranze costruttive, variazioni essenziali), è possibile ottenere una sorta di sanatoria sismica producendo una attestazione che si conclude con l'acquisizione dell'autorizzazione sismica in sanatoria.

Non è evidentemente questo il caso, che tratta di abusi edilizi 'maggiori', per i quali cioè continua a valere la regola generale.

 

La sanatoria sismica non è ammessa

Il ricorrente aveva richiesto la revoca dell'ordine di ripristino, sostenendo di aver ottenuto un permesso di costruire in sanatoria.

Tuttavia, il Tribunale ha rigettato l'istanza per diversi motivi:

  • in primo luogo, il bene era già stato acquisito al patrimonio comunale, a seguito della mancata demolizione entro i termini previsti dalla legge. Di conseguenza, il ricorrente non era più il legittimo proprietario e non poteva quindi avanzare richieste di regolarizzazione edilizia;
  • inoltre, la normativa vigente non consente una sanatoria sismica. Le autorizzazioni in materia di costruzioni in zone sismiche devono essere preventive, ossia ottenute prima dell'inizio dei lavori. Non è previsto alcun meccanismo che permetta di regolarizzare successivamente un abuso edilizio da un punto di vista strutturale. Questo principio è stato più volte affermato sia dalla giurisprudenza amministrativa che da quella costituzionale, sottolineando che la normativa antisismica è una misura di tutela dell’incolumità pubblica e non può essere aggirata attraverso strumenti sanatori.

 

Regolarità sismica e autorizzazione ex post: come funziona?

In questo caso - spiegano gli ermellini - il permesso di costruire in sanatoria non avrebbe potuto comunque essere rilasciato, atteso il carattere sismico della zona sulla quale insiste l'abuso.

Tale principio, costantemente ribadito dalla giurisprudenza di legittimità, trova sostegno anche in quella amministrativa, secondo cui la richiesta di autorizzazione ai fini sismici è sempre preventiva, non potendosi ammettere l'istituto dell'autorizzazione sismica in sanatoria.

Non esiste, quindi, un istituto giuridico che consenta la sanatoria strutturale, ovvero la regolarizzazione postuma della mancanza di denuncia preventiva o autorizzazione sismica.

In particolare, il Consiglio di Stato, dopo alcune pronunce contrastanti (in senso contrario alla "sanatoria sismica", tra le altre, Sez. 6, n. 3086 del 2021; Sez.3, n. 4142 del 2021; in senso favorevole, Sez. 2, n. 3645 del 2024) ha da ultimo
affermato (Sez. 6, n. 9355 del 2024) che l'istituto della autorizzazione sismica in sanatoria non è riconosciuto nel nostro ordinamento e che l'art. 94, dpr 380 del 2001 persegue il fine di eseguire una vigilanza assidua sulle costruzioni riguardo al rischio sismico ed è espressione di un principio fondamentale in materia di governo del territorio.

Di conseguenza, "la sussistenza di un evidente interesse pubblico legato all'incolumità pubblica, rispetto al quale l'interesse edificatorio del privato non può che essere recessivo, determina un assorbimento degli esiti relativi ad un permesso di costruire per l'assenza di un titolo attestante l'idoneità sismica dell'immobile, dovendo tale condizionamento riguardare anche l'art. 36 del d.P.R. n. 380 del 2001".

 

Attenzione però, perché qualche sentenza aveva consentito la sanatoria sismica...E quindi?

La Corte evidenzia peraltro che anche la giurisprudenza amministrativa che ha in alcuni casi ammesso la possibilità di una sanatoria sismica ha sottolineato il rischio di un’interpretazione che, di fatto, potrebbe svuotare di significato l'art. 36 del dpr 380/2001, considerando la vasta estensione delle zone sismiche in Italia.

Tuttavia, questa stessa giurisprudenza ha evidenziato un aspetto opposto e più rigoroso: il Testo Unico dell’Edilizia non prevede esplicitamente alcuna forma di sanatoria per le irregolarità di tipo strutturale, come la mancata denuncia preventiva o l'assenza di autorizzazione sismica, previste dagli articoli 65, 93 e 94.

In effetti, il legislatore ha strutturato il sistema di controllo sugli interventi edilizi in zone sismiche in modo preventivo, come si evince chiaramente dalle norme di riferimento:

  • l'art. 65 impone che i lavori siano denunciati prima dell’inizio;
  • l'art. 93 stabilisce che chiunque voglia eseguire interventi in aree sismiche debba darne preavviso scritto allo sportello unico, il quale trasmetterà la comunicazione all’ufficio tecnico regionale competente;
  • l'art. 94 prevede che venga rilasciata un’autorizzazione preventiva, rendendo quindi obbligatorio il completamento dell’intera procedura prima dell’avvio dei lavori, nel rispetto delle prescrizioni normative.

Di conseguenza, non essendoci disposizioni che permettano una regolarizzazione successiva, l'autorizzazione sismica deve necessariamente essere ottenuta prima della realizzazione delle opere.

 

L'acquisizione dell'immobile al patrimonio comunale

In rinforzo a quanto sopra, c'è anche la considerazione che l'ordine di demolizione era stato emesso nel 2006, ma il proprietario non aveva ottemperato nei termini previsti.

Pertanto, dopo 90 giorni dalla notifica dell'ordine stesso, l’immobile era stato automaticamente acquisito al patrimonio comunale, come previsto dall'art. 31 del dpr 380/2001.

Bene: una volta acquisito, il Comune è l'unico soggetto legittimato a decidere se demolire o mantenere il manufatto.

In definitiva: i proprietari di immobili abusivi non possono richiedere sanatorie una volta che il bene è stato acquisito dal Comune.


LA SENTENZA E' SCARICABILE IN ALLEGATO

Allegati

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