
Ermete Dalprato
Professore a c. di “Laboratorio di Pianificazione territoriale e urbanistica” all’Università degli Studi della Repubblica di San Marino
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A distanza di oltre cinquanta anni dall'emanazione del decreto ministeriale 1444/68, che fissa limiti inderogabili in materia edilizia e standard urbanistici, l'autore suggerisce una lettura critica del contenuto e delle finalità del testo al fine di promuovere un ripensamento della normativa.
Contenzioso e pre-contenzioso negli appalti pubblici: analisi degli "strumenti" che il nuovo Codice mette a disposizione prima di rivolgersi alla sede giurisdizionale, ricordando che il contenzioso può nascere in qualsiasi momento delle fasi di realizzazione di un'opera pubblica.
Pianificazione territoriale/urbanistica e microzonazione sismica sono legate a stretto filo: dopo un inquadramento concettuale, metodologico e giuridico, l'autore si concentra sulla gestione dell'emergenza, il rapporto tra pericolosità, vulnerabilità e rischio e arriva alla conclusione che la 'buona' pianificazione deve arrivare alla diminuzione del rischio attraverso la diminuzione della vulnerabilità sia individuale (di manufatto) che d'insieme (cioè territoriale).
L'autore affronta questioni particolari legate alle intepretazioni della normativa tecnica che hanno creato confusione negli addetti ai lavori, come ad esempio la definizione del metodo di calcolo delle distanze tra costruzioni e la definizione di parete esterna per il Bonus Facciate.
Approfondimento su tutte le criticità del nuovo schema di decreto sull'agibilità degli edifici: incidenza delle politiche energetiche e requisiti igienico-sanitari, coesistenza di prestazioni e prescrizioni, destinatari delle norme, problema dell'efficacia.
Dopo le esternazioni del ministro Salvini sul possibile ritorno di un nuovo 'mini' condono edilizio, ecco un approfondimento a maglie larghe sul tema: le norme di prevenzione e repressione degli abusi attuali, le norme sul pregresso, la responsabilità degli insuccessi, l'inefficacia delle norme attuali, la repressione materiale, la verifica delle forze in campo.
Approfondimento, analisi e considerazioni sullo schema di regolamento previsto dal “Decreto SCIA Bis” (222/2016) che ha integrato il Testo Unico Edilizia per quanto concerne il procedimento per il rilascio del permesso di costruire, in riferimento all’agibilità e ai nuovi requisiti igienico-sanitari degli edifici.
Continua la revisione e integrazione del Testo Unico dell’Edilizia per interventi settoriali e addirittura temporanei che non fanno bene alla leggibilità e interpretabilità della norma dal punto di vista logico.
L’Autore opera quindi una disamina del Testo e dei suoi contenuti evidenziando quali potrebbero essere le più efficaci modalità di utilizzarli per finalità di politica edilizia senza stravolgerne le basi portanti dell’impianto.
Commento nel merito e nel metodo degli aspetti strategici e sostanziali della corretta “interpretazione” della norma relativa al Collegio Consultivo Tecnico introdotto dal Nuovo Codice Appalti
Approfondimento su chi nomina il Collegio, la logica, la facoltà di istituire il Collegio in via facoltativa nelle fasi ante-esecuzione, il principio della competenza residuale, il potere dell'inadempimento e la valutazione della responsabilità dirigenziale
In tema di responsabilità professionale, con il nuovo Codice Appalti si riduce la configurazione dell'abuso d’ufficio e si amplia l'ambito di applicazione della discrezionalità tecnica che dovrà essere improntata ai soli principi.
Analisi dei primi principi del Nuovo Codice Appalti, particolarmente significativi e certamente generali
(e che ben possono essere estesi a tutta l’attività della Pubblica Amministrazione): il principio del risultato e il principio della fiducia.
Il (vecchio) RUP diventa (nuovo) RUP: analisi, commento e considerazioni sul passaggio, nel Nuovo Codice Appalti, alla figura del responsabile unico di progetto, che sostituisce il vecchio responsabile unico del procedimento.
Analisi dello strumento attuativo del Collegio Consultivo Tecnico, istituto nuovo e già controverso della dichiarata filosofia del Nuovo Codice Appalti: quella della “fiducia” come elemento strategico per conseguire celerità esecutiva delle opere.
Edificabilità e ristrutturazioni edilizie in fascia di rispetto stradale: per il Consiglio di Stato, le definizioni tecniche delle categorie di intervento sono universali e ad esse ci si deve riferire in tutti gli interventi edilizi.
Palazzo Spada, in una recente sentenza, distingue tre tipologie di ristrutturazione ricostruttiva, affermando che per gli edifici crollati si impone la conservazione della "consistenza" affinché si tratti di ripristino: non si ammettono quindi incrementi volumetrici, e neppure accorpamenti o suddivisioni di manufatti perché non sarebbe più né “ripristino di edificio”, né si avrebbe la stessa “consistenza” visto che in questi concetti rientra l’unicità del manufatto edilizio.
L’abitabilità (oggi agibilità) – atto che condiziona l’usabilità degli edifici – è stata oggetto di ripetute attenzioni del Legislatore e del Giudice a motivo della sua mutevole natura e funzione non sempre ben compresa dagli stessi operatori.
Con una ricostruzione di ciò che è stato e con uno sguardo al futuro, l’Autore ne esamina le ulteriori possibili evoluzioni che ne stanno meglio definendo le finalità di garanzia per l’utente finale del processo edilizio.
Da quando il Legislatore - dapprima con l’aggiunta del comma 2-ter all’articolo 34 del DPR 380-01 e poi con la sua sostituzione con l’articolo 34-bis ex legge 120/2020 - ha introdotto la definizione giuridica dei “tolleranza” si sono poste (neanche a dirlo) le questioni interpretative della norma.
Anche perché se ne è fatta una lettura equivoca, assimilandola ad una sorta di sanatoria impropria. Ma così non è, e l’Autore ne affronta una disamina che la riconduca ad una corretta applicazione anche se – a fronte dell’introduzione delle tolleranze qualitative - restano alcuni spazi di interpretazione soggettiva.
La sentenza delle Sezioni Unite dalla Cassazione n. 8230/2019 che interpreta la disposizione del Testo Unico dell’Edilizia in materia di nullità degli atti di rogito in assenza della citazione degli estremi dell’atto edilizio abilitativo originario induce l’Autore ad una disamina a tutto campo delle certificazioni che nel tempo il Legislatore ha imposto o che le prassi hanno consolidato in occasione dei trasferimenti immobiliari. Ed è l’occasione anche per inquadrarle correttamente nella loro funzione visto che coinvolgono anche l’attività certificativa del tecnico.
L’Autore torna sul tema delle garanzie scaturenti dall’attuale sistema di asseverazioni in edilizia così come disegnato dai recenti provvedimenti di Semplificazione (legge n. 120/2020 e legge n. 108/2021) inerenti, da un lato, la certezza giuridica e, dall’altro, la tutela del richiedente a fronte delle possibili inerzie delle Amministrazioni Pubbliche. Ne scaturisce un quadro di sovrapposizioni di non semplice applicazione che non pare congruo con l’obiettivo dichiarato della semplificazione e burocrazia “zero”.
L'autore affronta il tema inerente la necessità di avere certezza di operare avendo a disposizione tutti i precedenti edilizi e urbanistici, dopo la pubblicazione di una sentenza del Tar Lazio dove si afferma che l’irreperibilità di una pratica edilizia va espressamente attestata dal comune. L'occasione è utile per approfondire, tra l'altro, le varie problematiche delle asseverazioni richieste ai tecnici progettisti di opere edilizie.
Una ricorrenza che sta passando sotto silenzio, distratti e travolti dall’emergenza quotidiana, è il genetliaco della legge n. 1150/42 che - al...
Un recente parere del Consiglio di Stato ha riportato in auge il vecchio problema della sanatoria giurisprudenziale ed ha innescato qualche...
Nel dibattito sulla semplificazione normativa, si tende spesso a sovrapporre norme edilizie e norme urbanistiche, dimenticando che si tratta di ambiti giuridici distinti, seppur contigui. In questo articolo si analizzano le differenze sostanziali, il ruolo delle due discipline nella pianificazione e nella realizzazione degli interventi edilizi, e come la confusione tra queste norme rischi di compromettere ogni tentativo di riforma strutturale del settore.