Architettura: una riflessione sul ruolo del progettista e sullo stato dell'arte in epoca contemporanea

Quale forma architettonica guiderà il futuro?

Ma in che stato ci troviamo oggi? L'architetto sembra aver ceduto al mercato, mentre la figura dell'"archistar" è spesso una mera apparenza in un mondo dominato dalla finanza, dove l'architettura è diventata una merce come le altre. Esiste ancora una via d'uscita da questa situazione?

In occasione di un incontro promosso dall'Ordine degli Architetti di Ravenna, si terrà il dibattito con il professore di architettura Marco Biraghi, previsto per il 22 settembre, dalle 17:00 alle 19:00, presso la sala don Minzoni del Seminario Arcivescovile di Ravenna.

Leon Battista Alberti dava già una sua definizione di quello che fosse l'architetto moderno nel 1400, in un'epoca in cui emergeva questa figura grazie a pionieri come Filippo Brunelleschi. Questo architetto non si limitava a supervisionare la costruzione, ma si affermava come un vero "intellettuale" con una visione chiara della disciplina, considerata per molto tempo come la più nobile delle arti.  Nel Seicento, artisti come Bernini furono accolti come principi alla corte del Re Sole, segnando una nuova fase. Tuttavia, con la rivoluzione industriale, l'architetto ha gradualmente perso importanza a favore dell'ingegnere.

Negli anni 20' grandi esponenti del Movimento Moderno permettono di dare una risalva al ruolo dell'architetto, fornendo nuovi modi di progettare gli spazi abitativi influenzando così i modi fi vivere e l'estetica.

Marco Biraghi, professore di storia dell'architettura contemporanea al Politecnico di Milano, si è dedicato a lungo a riflettere sul ruolo dell'architetto e dell'architettura nell'epoca contemporanea. È autore di una monumentale Storia dell'architettura contemporanea, aggiornata recentemente al 2023 (Einaudi, 2023), oltre a opere come L'architetto come intellettuale (Einaudi, 2019) e Questa è architettura. Il progetto come filosofia della prassi (Einaudi, 2021).

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