Architettura e ideologia: biografia, pensiero dello storico e critico Manfredo Tafuri
Il 23 febbraio 2024 sono trent'anni dalla scomparsa del famoso storico di architettura e professore di università Manfredo Tafuri, una figura molte volte considerata controversa. Una breve biografia e qualche spunto tratto dai suoi saggi che esaminano come l'architettura rifletta e abbia influenzato le ideologie attraverso diverse epoche storiche e contesti culturali.
Architetti: la figura controversa e critica di Manfredo Tafuri
Manfredo Tafuri, nato a Roma il 4 Novembre 1935 e deceduto a Venezia il 23 Febbraio 1994, è stato un importante storico dell'architettura italiano. Dopo la laurea e dopo aver lavorato come assistente di Ludovico Quaroni a Roma, ha dedicato parte della sua carriera all'insegnamento del Restauro dei monumenti a Palermo, durante l'anno accademico 1966/1967, per poi trasferirsi definitivamente a Venezia nel 1968, dove ha tenuto corsi di Storia dell'Architettura.
Diverse figure di rilievo avevano lasciato l'università come Leonardo Ricci e Bruno Zevi, lasciando così spazio a Tafuri. Questi, che aveva già collaborato con Quaroni e avviato una revisione della "critica operativa" di Zevi, ricevette in tal modo il suo primo importante riconoscimento.
A Venezia insegnava anche l'architetto Vittorio Gregotti e, durante gli anni si aggiunsero anche personaggi rinomati come Aldo Rossi, Bernardo Secchi e Carlo Aymonino, anche lui allievo di Quaroni.
Inoltre, allo Iuav, con la venuta del noto filosofo Massimo Cacciari nel dipartimento di Storia e dal ‘68 uscì “Contropiano”, la rivista rivoluzionaria, dove venne riscoperta anche la figura dell'architetto Giuseppe Terragni. In quegli anni si sviluppò il dibattito sulla "critica dell'ideologia", che divenne una caratteristica distintiva del pensiero di Tafuri.
Durante il 1978, Tafuri tenne l'ultimo corso sull'architettura moderna, dedicato a Loos e Wagner, per poi concentrarsi sul Rinascimento, riconsiderandolo criticamente insieme a studiosi come Ernst Gombrich, Fritz Saxl e Erwin Panofsky. Fu un periodo di intensa riflessione su figure come Leon Battista Alberti e Piranesi e su eventi come il Sacco di Roma e il papato di Giulio II.
Il suo pensiero critico trovò molte volte tensioni e "scontri" con altri architetti e esponenti nel mondo della dell'architettura. Ad esempio, la Biennale postmoderna di Portoghesi del 1980 fu oggetto della sua opposizione. Tafuri, con la sua ricerca stimolava continuamente riflessioni e dibattiti sull''architettura e sulla teoria critica, dimostrando la sua rilevanza duratura nonostante il passare degli anni.
Dopo la sua scomparsa, gli studenti piantarono un albero di noce nel giardino dello Iuav in suo onore.
Pensiero critico sulla storia dell'architettura
"Non credo di esagerare dicendo che gli anni Ottanta furono segnati - in Italia - da Aldo Rossi e Manfredo Tafuri e che qualsiasi commento che si faccia attorno all'architettura italiana di quegli anni vada riferito ad essi".
(Rafael Moneo, L'altra modernità. Considerazioni sul futuro dell'architettura, pag. 113)
Pur essendo stato considerato uno dei più eminenti storici dell'architettura della seconda metà del secolo scorso, ad oggi sembra, a volte, che la sua eredità intellettuale sia caduta nell'oblio, nonostante il suo ruolo significativo nell'insegnamento presso l'Istituto Universitario di Architettura di Venezia e nelle sue riflessioni sul rapporto tra architettura e produzione capitalistica. Più all'estero che in Italia, è stato rinnovato un interesse per lo storico e il suo pensiero, dovuto difatti al lavoro di studiosi anglosassoni (Andrew Leach e Gail Day).
Le sue idee critiche e ideologiche, sviluppate attraverso la pubblicazione su diverse riviste sono state sistematizzate in opere quali "Teoria e storia dell'architettura" del 1968 e "Progetto e utopia" del 1973.
Per Tafuri, la storia dell'architettura non è organizzata secondo uno schema di successione lineare di differenti linguaggi, per cui non è possibile per la critica prevedere i risultati del progetto. La sua convinzione era che l'architettura degli ultimi due secoli fosse estremamente complessa, per cui fosse necessario un metodo nuovo di analisi storica. La sua ricerca si concentrò sul rapporto tra architettura e ideologia, avanguardie artistiche e metropoli e lavoro intellettuale e ciclo capitalistico. Per lui l'architettura non è semplicemente influenzata dalla struttura dei rapporti di produzione capitalistici, né è una forza produttiva che entra in contraddizione con essi.
Il suo pensiero era che, così come non può esserci un'economia politica di classe, ma solo una critica dell'economia politica, allo stesso modo non può esserci un'estetica, un'arte o un'architettura di classe, ma solo una critica di classe di queste discipline.
Tafuri cambiò diverse volte le sue prospettive politiche mantenendo però una forte capacità critica.
Storia dell'architettura; la sfida su vari livelli ideologici, teorici e critici e vincoli
La storia dell'architettura è una sfida continua che si sviluppa su diversi livelli ideologici, teorici e critici, oltre che attraverso i molti vincoli imposti dalla pratica stessa. Poiché questa lotta persiste nel presente, la storia dell'architettura non rappresenta una disciplina accademica defunta, bensì un'arena aperta al confronto e al dibattito.
L'architettura ugualmente rispetto ad altri ambiti culturali è un campo caratterizzato da una natura in continua "crisi", data la tensione tra la sua dimensione artistica e autonoma e le sue esigenze tecniche e funzionali.
Tafuri esplorò ogni epoca della storia dell'architettura occidentale dal periodo medievale fino al presente e diede un contributo importante allo studio dell'architettura moderna giapponese.
Nell'ultimo decennio della sua carriera intraprese una riconsiderazione completa della teoria e della pratica dell'architettura rinascimentale (come scritto precedentemente), esplorando i suoi vari contesti sociali, intellettuali e culturali, fornendo allo stesso tempo una comprensione ampia degli usi della rappresentazione che hanno plasmato l'intera epoca.
La sua opera finale, "Ricerca del Rinascimento: Principi, Città, Architetti", pubblicata nel 1992, sintetizza la storia delle idee e dei progetti architettonici attraverso discussioni dei grandi centri di innovazione architettonica in Italia (Firenze, Roma e Venezia), dei principali mecenati dal XV al XVI secolo e di figure cruciali come Leon Battista Alberti, Filippo Brunelleschi, Francesco di Giorgio, Lorenzo de' Medici, Bramante, Raffaello, Baldassarre Castiglione e Giulio Romano.
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Critica della ideologia architettonica
Secondo Tafuri nella storia dell'architettura esiste un confronto di tre tipi di ideologie:
- “progressiva” che, puntando sul solo strumento dell’immagine, prefigura una presa di possesso del reale nella sua totalità. Si tratta di quell’avanguardia che, alla prova decisiva dei fatti, nello scontro con le forme di costruzione e mediazione del consenso, è stata ridotta a pura propaganda;
- “regressiva” vale a dire un’“utopia della nostalgia”, espressa in tutte le forme di pensiero antiurbano che, per opporsi alla realtà mercificata delle metropoli, recuperano mitologie di natura “comunitaria”;
- “istituzionale” che insiste sulla riforma delle istituzioni relative alla gestione urbana, territoriale o del settore edilizio, anticipando nuovi “modi di produzione” e un diverso assetto della divisione del lavoro. (M. TAFURI, Architettura e Storiografia: una proposta di metodo, «Arte veneta», XXIX/1975, p. 278)
Per Tafuri, questa categorizzazione non rappresenta un modello esemplare; piuttosto, costituisce uno strumento utile per analizzare la complessa interazione tra il concetto di "scarto" e la relazione tra architettura e ideologia. Tale interazione si basa sull'assunzione che non ci sia una corrispondenza perfetta tra istituzioni e strutture di potere.
L'architettura, vista come istituzione, non rappresenta un blocco omogeneo di ideologie; al contrario, le sue influenze ideologiche operano in modo non lineare.
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Opere e articoli di Tafuri
Opere e articoli di Manfredo Tafuri:
"Nella storia non esistono “soluzioni”. Ma si può sempre diagnosticare che l’unica via possibile è l’esasperazione delle antitesi, lo scontro frontale delle posizioni, l’accentuazione delle contraddizioni. E questo non per un particolare sadomasochismo, ma nell’ipotesi di un mutamento radicale che ci faccia ritenere superati, insieme all’angosciosa situazione presente, anche i compiti provvisori che abbiamo tentato di chiarire a noi stessi". (M. TAFURI, Teorie e storia dell’architettura, Bari 1968, p. 270).
- Teorie e storia dell'architettura. Bari, Laterza, 1968. Secondo Tafuri, le opere architettoniche riflettono un'ideologia che concepisce il mondo come un ambiente costruito dall'uomo. Questa ideologia è principalmente tangibile attraverso la disposizione degli spazi pubblici e privati, le tecniche di costruzione, la suddivisione del lavoro e gli approcci progettuali.
- Progetto e utopia: Architettura e sviluppo capitalistico. Bari, Laterza, 1973.
- Architettura contemporanea (con Francesco Dal Co). Milano, Electa, 1976.
- Les bijoux indiscrets, Five architects N.Y., Officina Edizioni, Roma, 1976. Dopo una breve premessa che contestualizza il panorama del pensiero architettonico statunitense, fortemente influenzato dagli insegnamenti di Louis Kahn e Robert Venturi, Tafuri introduce i Five Architects delineandone i tratti distintivi e le caratteristiche che li hanno accomunati come gruppo. Successivamente, l'autore approfondisce singolarmente la figura di ciascun architetto, fornendo una sintesi biografica, un elenco delle loro opere principali, la bibliografia di riferimento e presentando specifici progetti corredati da illustrazioni esplicative.
- La Sfera e il labirinto: Avanguardia e architettura da Piranesi agli anni '70. Torino, Einaudi, 1980.
- Venezia e il Rinascimento. Torino, Einaudi, 1985.
- Storia dell'architettura italiana, 1944-1985. Tradotto da Jessica Levine. Cambridge, MA: MIT Press, 1989.
- Ricerca del Rinascimento: Principi, Città, Architetti. Torino, Einaudi, 1992.
Fonti: - wikipedia/Manfredo Tafuri
- Bibliografia completa di Manfredo Tafuri
"M.Tafuri e la critica della ideologia architettonica", Francesco Moschini
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