Architettura e AI generativa: una nuova frontiera per la creatività e la progettazione

Dal prompting al BIM integrato: il possibile futuro della progettazione tra tecnologia e umanità

Di seguito l'intervista della redazione di Ingenio all'Architetto Paolo Citelli (Direttore Bimland22 – Lombardini22) e all'Architetto Filippo Mercuri (Lombardini22).

Progettazione architettonica e AI generativa: la creatività guidata dai dati

In che modo l'Intelligenza Artificiale generativa potrebbe influenzare la progettazione architettonica e quali sono le sue potenzialità per i progetti futuri?

L’IA generativa sta già trasformando il modo in cui concepiamo la progettazione, permettendo di esplorare nuove idee attraverso interazioni rapide e intuitive. Vi è sicuramente un aspetto mainstream relativo al Design e alla creatività che grazie ai sistemi di generazione si è evoluto e ha in qualche modo democratizzato l’elaborazione di immagini di alta qualità, ma ritengo che questo sia la “punta dell’iceberg” di quello che vedremo e potremo sperimentare nei prossimi anni, che sicuramente non può risiedere esclusivamente in soluzioni pronte all’uso in arrivo dalla California, ma deve evolversi in ambiti aziendali sicuri e focalizzati sul know how aziendale.

Partiamo da un contesto generato dagli ultimi 10-15 in cui abbiamo creduto e sperimentato molto nella direzione del BIM nella progettazione, mentre le più recenti evoluzioni dell’AI generativa lasciano intendere possibili evoluzioni diverse, ambiti digitali più relazionati a modalità analogiche chiudendo un cerchio di notevole ampiezza: dal disegno e la carta, al computer, per tornare al disegno e alla carta. Un ulteriore passo concettuale è quello in cui questo tipo di potere si applichi direttamente su database strutturati come il BIM, o una sua evoluzione.

Ci immaginiamo un futuro in cui ogni gesto creativo dell’architetto possa essere tradotto digitalmente in modo più immediato, mantenendo un equilibrio tra la spontaneità della mano libera e l’analisi guidata dai dati.

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Prompting e disegno aumentato: la progettazione tra analogico e digitale

Cosa significa per la progettazione architettonica integrare approcci analogici tradizionali con strumenti digitali avanzati, come il prompting o il disegno "aumentato"?

Pensiamo che integrare gli approcci analogici e digitali significhi creare un ponte tra passato e futuro, dove il gesto manuale è potenziato dalle capacità predittive e computazionali del digitale. Con strumenti come il prompting, l’architetto può trasformare un’idea abbozzata in una soluzione progettuale più articolata, mantenendo la sensibilità artistica che deriva dalla pratica tradizionale.

Questo approccio punta a un futuro in cui tutto ciò che si può esprimere con un gesto è immediatamente connesso al digitale in modo intuitivo, favorendo un equilibrio tra la "mano libera" e il "data-driven design".

IA generativa: uno strumento abilitante o un limite per la creatività architettonica? 

Quali rischi emergono dal possibile utilizzo dell’IA nell'architettura? Come la ripetizione di stili esistenti o la perdita di creatività individuale?

I rischi legati all’AI generativa sono ormai un genere letterario ed è difficile farci dei pensieri equilibrati senza arrivare rapidamente a scenari distopici; tralasciando questo tipo di scenari e concentrandoci su un punto di vista più specifico, a nostro avviso, uno dei rischi principali è la tendenza dell’IA a replicare schemi e modelli esistenti, limitando l’esplorazione di linguaggi e soluzioni nuove.

Anche in scenari avanzati dove l’utilizzo di queste tecnologie dovesse pervadere tutta la nostra professione, crediamo che l’architetto e il progettista debbano giocare un ruolo cruciale come curatore dei risultati generati, garantendo la validità del progetto finale sia dai punti di vista creativi che tecnici.

Vi è sicuramente una minaccia alle capacità individuali, creative e tecniche, ed è importante che l’IA venga vista come uno strumento abilitante, capace di stimolare nuove idee piuttosto che come scorciatoia finalizzata semplicemente a trovare soluzioni in poco tempo, perché il rischio manieristico è dietro l’angolo.

Anche la questione del tempo è rilevante, ci siamo già cascati molte volte nella storia recente: innovazioni arrivate con la promessa di farci risparmiare tempo hanno innescato evoluzioni nelle aspettative e nella qualità, ci hanno fatto spesso alzare l’asticella, ma non sempre ci hanno effettivamente consentito di produrre quantitativamente di più.

Architetti e IA: possibili mediatori tra tecnologia e umanità nella progettazione del futuro

In un possibile contesto in cui l'IA sia in grado di generare progetti autonomamente, come potrebbe evolvere il ruolo dell’architetto nella supervisione e nell’interpretazione dei risultati?

Il ruolo dell’architetto potrebbe evolversi in quello di mediatore tra tecnologia e umanità. Le sue competenze saranno essenziali per dare senso e coerenza alle soluzioni indagate tramite IA, garantendo che rispondano non solo a parametri tecnici, ma anche a valori estetici, culturali e funzionali. Questo è particolarmente rilevante in uno scenario in cui l’IA gestisce compiti complementari, permettendo all’architetto di concentrarsi su decisioni strategiche e interpretative. Potrebbe cambiare molto il ruolo e l’impatto della produzione progettuale, come già sta avvenendo in altri ambiti più legati all’immagine.

Diverso è il tema della costruzione: non è particolarmente stimolante a mio avviso un cantiere “connesso”, del quale si parla da anni, anche se abilitato da IA, se le tecnologie costruttive e le modalità di gestione operativa rimangono indietro: penso che dobbiamo puntare più in alto, a un discorso di filiera più ampio e non solo legato agli aspetti digitali.

Modelli predittivi per la progettazione delle città

Come si potrebbe sfruttare l'IA per analizzare e interpretare i dati storici delle città e degli edifici?

Crediamo che l’IA possa essere uno strumento potente per analizzare i dati storici e prevedere scenari futuri, migliorando i processi decisionali.

Immaginiamo la possibilità di modellare trasformazioni urbane che rispettino l’identità storica e culturale delle città, ma che al contempo rispondano alle esigenze moderne, passando da un approccio "design by stages" a uno "design by epoches" rappresenta un cambio di paradigma nella progettazione e nello sviluppo urbano. Questa transizione implica l'abbandono di modelli decennali di pianificazione rigida, per abbracciare un approccio più dinamico, iterativo e in linea con i processi di innovazione tipici del mondo digitale, con uno sviluppo agile.

Invece di vedere la città o lo spazio costruito come un prodotto finito, il design by epoches lo potrebbe concepire come un sistema vivente, in continua evoluzione. Ogni "epoca" rappresenta una fase di implementazione che può essere testata, valutata e affinata prima di procedere alla successiva. Questo avvicina la progettazione urbana alle logiche digitali, dove l’iterazione e l’adattamento sono centrali.

Per raggiungere questo servono tempo e dati, ma anche visione, perché non c’è errore più grande del pensare che da dati casuali, non selezionati e curati, si possano fare magie.

Dall’idea al progetto: come il BIM integrato con l’IA potrebbe cambiare le regole del gioco 

Come l’uso innovativo del BIM integrato con l’IA potrebbe arricchire ulteriormente gli approcci progettuali?

Pensiamo che il BIM integrato con l’IA possa rappresentare un grande passo avanti per la progettazione, non solo come strumento di modellazione e automazione, ma come piattaforma per simulazioni dinamiche e analisi predittive.

Questo connubio potrebbe consentirci di raggiungere risultati più sostenibili ed efficienti, offrendo scenari, speriamo in tempo reale, a vincoli progettuali e necessità operative, ottimizzandoli.

Lo scenario ideale potrebbe essere quello in cui si creasse un unico flusso dall’idea al progetto tecnico, consentendo al team di suddividere questo flusso nei singoli passaggi significativi ad attuare le scelte strategiche, valutarne gli impatti sugli step successivi, poter anche ricominciare da capo, avendo sempre sotto controllo le implicazioni delle varie alternative disponibili.

Si ringrazia la gentile collaborazione di Architetto Paolo Citelli (Direttore Bimland22 – Lombardini22) (SUL TEMA PUOI APPROFONDIRE ANCHE QUI) e Architetto Filippo Mercuri (Lombardini22)