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Architettura della partecipazione: vita, opere e approccio progettuale di Giancarlo De Carlo

Il 12 dicembre 2023 è caduto l'anniversario della nascita dell'architetto e urbanista genovese Giancarlo De Carlo. Padre del Piano Regolatore di Urbino e promotore di uno sviluppo dell'architettura partecipata e democratica. Di seguito la vita, le opere e il suo approccio progettuale.

Giancarlo De Carlo, architetto e urbanista promotore della partecipazione pubblica
 

Biografia e formazione

Giancarlo De Carlo (1919-2005) è stato un eminente architetto e urbanista italiano. La sua biografia e le sue opere sono un affascinante racconto di innovazione, partecipazione pubblica e impegno verso una progettazione architettonica consapevole. Nato il 12 dicembre 1919 a Genova ha studiato architettura al Politecnico di Milano, dove è stato influenzato da figure di spicco come Ernesto Nathan Rogers e Franco Albini. La sua formazione solida ha posto le basi per una carriera straordinaria.

De Carlo si laureò in architettura presso l'Università di Roma nel 1942. Durante la Seconda Guerra Mondiale, partecipò attivamente alla Resistenza italiana, mostrando un impegno non solo verso la sua disciplina, ma anche verso la difesa dei valori democratici.

 

Architetto e urbanista Giancarlo De Carlo.
Architetto e urbanista Giancarlo De Carlo. (Unknown (Mondadori Publishers), fonte Wikipedia)

 

Dopo il conflitto, iniziò la sua carriera come architetto a Milano e nel 1947 fu uno dei membri fondatori del movimento "Team X".  Riconosciuto a livello internazionale, Giancarlo De Carlo si distinse come uno dei membri più influenti del movimento, il quale segnò la prima significativa rottura con il Movimento Moderno e le tesi funzionaliste di Le Corbusier durante l'ultimo dei Congressi CIAM a Otterlo (Paesi Bassi) nel 1959.

Questo gruppo di giovani architetti, tra cui spiccano anche i nomi di Alison e Peter Smithson, Aldo van Eyck e Jacob Bakema, si dedicò all'esplorazione di nuove idee e approcci nell'ambito dell'architettura moderna.

Nel 1951, De Carlo fondò il suo studio, lo "Studio di Architettura e Urbanistica," con sede a Milano. Qui cominciò a sviluppare le sue idee innovative sull'importanza della partecipazione degli utenti nei processi decisionali riguardanti progetti architettonici e urbanistici. Il lavoro di De Carlo è noto per l'approccio partecipativo e democratico, sottolineato nel concetto di "partecipazione progettuale".

Tra le sue opere più significative si annoverano il Piano Regolatore di Urbino (1954-1958), il Villaggio Matteotti a Terni (1956-1962), il Complesso residenziale di Monte Amiata a Terni (1969-1972) e il Municipio di Bologna (1972-1976).

La sua carriera è stata coronata da prestigiosi riconoscimenti, inclusi il Premio Pritzker nel 1993 e la Medaglia d'oro per l'Architettura Italiana nel 2004

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Caratteristiche dell'Architettura e del progetto: partecipazione democratica, sguardo alle esigenze umane

Il suo approccio progettuale si distingue per la sua forte attenzione alla partecipazione democratica, alla sostenibilità e alla valorizzazione delle esigenze umane.

Una caratteristica chiave del suo approccio è stata la focalizzazione sulla partecipazione attiva della comunità nei processi decisionali legati all'architettura e all'urbanistica. De Carlo credeva fermamente che gli abitanti di un luogo dovessero essere coinvolti nella progettazione e nella definizione degli spazi che avrebbero influenzato le loro vite. Questo approccio partecipativo è emerso in progetti che incoraggiavano la discussione pubblica e l'inclusione delle voci locali.

La sostenibilità ambientale è un altro pilastro fondamentale del suo lavoro. De Carlo ha cercato di integrare soluzioni ecologiche nei suoi progetti, anticipando le preoccupazioni contemporanee legate all'ambiente. Ha esplorato l'uso di materiali locali e sostenibili, oltre a promuovere la costruzione in armonia con il contesto naturale circostante.

Inoltre, De Carlo ha dedicato una considerevole attenzione all'umanizzazione degli spazi urbani. La sua progettazione ha spesso privilegiato la creazione di luoghi che rispondono alle esigenze umane, favoriscono l'interazione sociale e promuovono il benessere individuale e collettivo. Questo si rifletteva in soluzioni architettoniche che privilegiavano la dimensione umana, rendendo gli spazi più accessibili e accoglienti.

Giancarlo De Carlo è stato un pioniere nell'architettura partecipativa e sostenibile, contribuendo in modo significativo alla riflessione teorica e alla pratica progettuale nel contesto dell'architettura e dell'urbanistica del XX secolo. La sua eredità continua a influenzare professionisti e studiosi interessati a promuovere un approccio più umano, democratico e sostenibile nella progettazione degli spazi.

De Carlo è stato un pioniere nell'integrazione di innovazioni architettoniche, cercando costantemente nuovi approcci alla progettazione. La sua carriera è stata caratterizzata da una ricerca continua e da sperimentazioni audaci.

  

Terrazze-Giardino del Nuovo Magistero di De Carlo in Urbino.
Terrazze-Giardino del Nuovo Magistero di De Carlo in Urbino. (Limoncellista di Wikipedia)

 

Progetti e opere significative

Alcune delle sue opere più importanti includono:

  • Edificio INA-Casa a Sesto San Giovanni (1950-1951)
    Piano Regolatore di Urbino (1954-1958): Una delle prime opere significative dell'architetto che, rappresenta un esempio pionieristico di progettazione partecipata, coinvolgendo gli abitanti nelle decisioni relative all'architettura e all'organizzazione degli spazi.
  • Città Nuova di Tapiola, Finlandia (1957-1965): De Carlo contribuì al piano di sviluppo di Tapiola, una città giardino nei pressi di Helsinki. Il progetto riflette il suo interesse per la sostenibilità e la qualità della vita, con un design attento alla natura e alle esigenze comunitarie.
  • Colonia estiva ENEL a Riccione (1961-1963)
  • Centro Direzionale di Urbino (1969): Un altro contributo significativo alla sua città natale, è un esempio di come De Carlo integrasse modernità e tradizione nel contesto urbano, promuovendo una visione di città più umana.
  • Villaggio Matteotti a Terni (1972): Un progetto di edilizia popolare che riflette l'impegno di De Carlo nella creazione di abitazioni accessibili e funzionali per la popolazione. Il Villaggio Matteotti è stato concepito come un esperimento di "autocostruzione assistita".
  • Recupero del complesso dei Benedettini a Catania (1986-2004). Si tratta della ristrutturazione e del restauro del Monastero dei Benedettini, un complesso ecclesiastico nel centro storico di Catania, situato in piazza Dante, costituito da un importante edificio monastico benedettino e da una monumentale chiesa settecentesca.

 

"Sala Rossa" all'interno del Monastero di San Nicolò l'Arena, Catania. (Nicolò Arena)

 

Il Piano Regolatore di Urbino

Il Piano Regolatore di Urbino, elaborato negli anni '50, è un significativo esempio del suo approccio partecipativo e delle sue idee sull'urbanistica. Urbino, una città rinascimentale situata nella regione delle Marche in Italia, ha beneficiato della visione di De Carlo nell'affrontare le sfide della crescita urbana e del cambiamento sociale.

Principali Caratteristiche sono:

  • Partecipazione Comunitaria: introdotto il concetto di coinvolgimento attivo della comunità nella definizione del piano regolatore. Ha cercato di integrare le voci e le esigenze della popolazione locale nel processo decisionale, incoraggiando una progettazione più inclusiva.
  • Sensibilità Storica e Culturale: Data la ricca storia di Urbino come città rinascimentale, De Carlo ha tenuto in considerazione la sensibilità storica e culturale nel suo approccio. Ha cercato di armonizzare lo sviluppo urbano con l'identità storica della città, evitando la dissonanza con il patrimonio architettonico esistente.
  • Il piano regolatore ha incorporato principi di scalabilità e flessibilità per adattarsi alle esigenze che cambiano nel tempo. De Carlo ha cercato di creare un quadro che potesse adattarsi alle trasformazioni urbane senza compromettere l'integrità del tessuto urbano.
  • Sostenibilità Ambientale: Anche se il concetto di sostenibilità non era così pervasivo all'epoca, De Carlo ha dimostrato una preoccupazione per l'impatto ambientale delle decisioni urbanistiche. Ha cercato di integrare soluzioni che rispettassero l'ambiente circostante.
  • Ha proposto un approccio di zonizzazione intelligente, che mirava a definire le diverse funzioni degli spazi urbani in modo coerente con le esigenze della comunità e con una visione di sviluppo equilibrato.

 

Veduta dei Collegi Universitari di Urbino.
Veduta dei Collegi Universitari di Urbino. (Limoncellista di Wikipedia)

 

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Architettura e anarchia: il ruolo "catalizzatore" del progettista

La verità è che nell'ordine c'è la noia frustrante dell'imposizione, mentre nel disordine c'è la fantasia esaltante della partecipazione.

Il saggio "Architettura della partecipazione" (1972) è un'opera chiave che esplora il concetto di coinvolgimento attivo degli utenti nei processi decisionali riguardanti la progettazione architettonica e urbana. Ecco un riassunto delle nozioni principali presenti nel saggio:

  • De Carlo sostiene l'importanza di coinvolgere la comunità e gli utenti finali sin dalle fasi iniziali della progettazione. La "partecipazione progettuale" implica un approccio collaborativo che cerca di rispecchiare i bisogni e le aspettative della popolazione coinvolta.
  • L'architettura partecipata è per De Carlo un veicolo per promuovere la democrazia nell'ambito della progettazione urbana. La sua visione democratica si traduce nell'inclusione di molteplici prospettive e nella creazione di spazi che riflettano le esigenze di varie fasce della società.
  • Il ruolo tradizionale dell'architetto, vedendolo più come un facilitatore e catalizzatore della partecipazione piuttosto che come il solo creatore di soluzioni architettoniche. L'architetto diventa un mediatore che integra le voci della comunità nel processo creativo.
  • L'architetto sottolinea l'importanza di comprendere il contesto sociale e culturale in cui si inserisce un progetto. Gli spazi devono essere concepiti tenendo conto delle tradizioni locali, dell'identità culturale e delle dinamiche sociali.
  • De Carlo supporta le sue teorie con esempi pratici tratti dai suoi progetti, come il "Centro Studi di Urbino," in cui la partecipazione della comunità ha giocato un ruolo fondamentale nella definizione degli spazi e delle funzioni.
  • Sostenibilità: L'architettura partecipata di De Carlo abbraccia anche il concetto di sostenibilità, non solo in termini ambientali ma anche in termini di sostenibilità sociale ed economica. Gli edifici e gli spazi devono essere sostenibili nel tempo, rispecchiando le esigenze in evoluzione della società.

Il percorso accademico e professionale dell'architetto congiunge in un'unica vocazione due termini etimologicamente contrapposti: architettura e anarchia, segue la "ricerca di un metodo e, soprattutto, di un rigore capaci di restituire credibilità all'approccio disciplinare (Manfredo Tafuri)".

Nel suo saggio l'architetto spiega come l'idea di una architettura partecipata - "quando tutti intervengono in egual misura nella gestione del potere, oppure - forse così è più chiaro - quando non esiste più il potere perché tutti sono direttamente ed egualmente coinvolti nel processo delle decisioni" - possa costituire un'utopia realistica, cioè compiutamente realizzabile.

La sua dedizione all'insegnamento, incluso il periodo trascorso al MIT negli Stati Uniti, ha contribuito a formare nuove generazioni di architetti con una visione aperta e collaborativa.

La vita e le opere di Giancarlo De Carlo rappresentano un capitolo importante nella storia dell'architettura contemporanea, segnato dall'impegno sociale, dall'innovazione e dalla profonda connessione tra il creatore, l'opera e la comunità.

 


* Le foto inserite sono prese da Wikipedia

Fonti: - L'architettura della partecipazione, Giancarlo De Carlo 1972, pubblicazione Quodlibet, Habitat (a cura di Sara Marini, 2015)
- Wikipedia/Giancarlo De Carlo
Monastero dei Benedettini di Catania

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