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Architettura della leggerezza: l'eredità del modernista giapponese Fumihiko Maki

Vincitore del premio Pritzker Architecture nel 1993, il 6 giugno 2024 si è spento l'architetto modernista Fumihiko Maki i cui progetti riuniscono l'innovazione e la sensibilità della tradizione giapponese. Di seguito la biografia, le opere e il suo pensiero progettuale.

Si è spento l'architetto modernista Fumihiko Maki a giugno 2024

Fumihiko Maki si definiva, senza mezzi termini, un architetto modernista. Scomparso a 95 anni il 6 giugno di quest'anno la sua figura ha rappresentato un esempio di come l'architettura possa essere un ponte tra culture diverse, combinando innovazione e tradizione per creare spazi che migliorano la vita delle persone.

Maki non si è mai abbandonato a nostalgie passatiste o a fugaci mode stilistiche. Al contrario, ha forgiato un approccio al modernismo dinamico e adattabile, capace di incorporare idee e sensibilità contemporanee senza snaturarne l'essenza. La sua maestria risiedeva proprio nella capacità di coniugare innovazione e tradizione, dando vita a un'architettura al tempo stesso sensibile al contesto e proiettata verso il futuro.

 

L'architetto giapponese Fumihiko Maki al MIT Media Lab.
L'architetto giapponese Fumihiko Maki al MIT Media Lab. 2010 (flickr: Fumihiko Maki crediti: jeanbaptisteparis)

 

Biografia

Nato a Tokyo in Giappone il 6 settembre 1928, Maki ha studiato all'Università di architettura della capitale, dove ha conseguito la laurea nel 1952. Dopo aver completato gli studi universitari, Maki ha deciso di proseguire la sua formazione negli Stati Uniti. L'anno successivo si trasferisce alla Cranbrook Academy of Art a Bloomfield Hills, Michigan dove ha conseguito il Master of Architecture nel 1953.

Successivamente, ha ottenuto un secondo Master of Architecture presso la Harvard Graduate School of Design nel 1954. Durante il suo soggiorno negli Stati Uniti, Maki ha avuto l'opportunità di lavorare con alcuni dei più grandi architetti dell'epoca, inclusi Josep Lluís Sert e Kenzo Tange, un'esperienza che ha profondamente influenzato il suo approccio all'architettura.

Nel 1956, mentre era assistente alla Washington University di St. Louis, realizza la sua prima commissione, Steinberg Hall, un centro d'arte per il campus caratterizzato da una struttura geometrica in cemento e una copertura a lastra piegata che crea logge sul fronte e sul retro. Dopo quattro anni, si è unito alla facoltà della GSD di Harvard dal 1962 al 1965, ed è stato spesso ospite come relatore in numerose altre università.

Dopo aver ottenuto un Master in Architettura alla Graduate School of Design (GSD) di Harvard, ha svolto apprendistato presso gli studi Skidmore, Owings and Merrill a New York e Sert Jackson and Associates a Cambridge.

Nel 1965, dopo un periodo negli Stati Uniti come studente, accademico e praticante, intervallato da viaggi in Medio Oriente ed Europa, torna in Giappone. Queste esperienze gli hanno permesso di sviluppare una prospettiva internazionale sull’architettura e sulla città. 

Negli anni 60 contribuisce alla fondazione del Gruppo Metabolista giapponese.

Tokyo è il luogo in cui sono nato, cresciuto e mi sono formato. È stato anche a Tokyo che sono venuto a conoscenza di alcune delle poche opere di architettura moderna esistenti negli anni '30 in Giappone—le case bianche di pionieri moderni come Kameki Tsuchiura (che fu allievo di Frank Lloyd Wright quando quest'ultimo era in Giappone per progettare il vecchio Imperial Hotel), Sutemi Horiguchi e Antonin Raymond....

 

Fonda quindi il suo studio, Maki and Associates a Tokyo crescendo sempre di più di notorietà. Queste esperienze gli hanno permesso di sviluppare una prospettiva internazionale sull’architettura e sulla città. Uno dei suoi primi progetti significativi è stato il Tōyō Seikan Building a Tokyo, completato nel 1967, che ha mostrato il suo approccio modernista influenzato dalla sua formazione internazionale, ma radicato nella sensibilità giapponese.

 

Insegnamento

Parallelamente alla sua carriera professionale, Fumihiko Maki ha mantenuto un forte impegno nell'insegnamento. Ha insegnato alla Harvard Graduate School of Design dal 1956 al 1965, dove ha avuto l'opportunità di influenzare e formare una nuova generazione di architetti. Inoltre, ha insegnato presso l'Università di Tokyo dal 1965 al 1987, contribuendo significativamente all'educazione architettonica in Giappone.

 

"L'ufficio di progettazione è esso stesso un'opera d'arte"

Non sono mai stato attratto dall'idea di una grande organizzazione. D'altra parte, una piccola organizzazione potrebbe sviluppare una visione molto ristretta. Il mio ideale è una struttura di gruppo che permetta a persone con immaginazioni diverse, spesso contraddittorie e in conflitto tra loro, di lavorare in una condizione di flusso, ma che consenta anche di prendere decisioni ponderate e oggettive necessarie per la creazione di qualcosa di concreto come l'architettura.

 

Mentre si preparava ad aprire il proprio studio, Maki ha lavorato in numerosi uffici in Giappone e in altri paesi, o li ha osservati. Una delle conclusioni a cui è giunto è che un ufficio, e per estensione il design stesso, è una questione di carattere individuale, e che un ufficio è esso stesso un'opera d'arte.

 

Il design architettonico è forse l'attività più strana intrapresa da molte professioni, e un gruppo che si dedica al design architettonico è altrettanto una curiosa organizzazione. L'architettura è un campo altamente ambiguo.

 

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I progetti

Alcuni dei progetti più noti di Maki includono:

  • Hillside Terrace (Tokyo, iniziato nel 1967 e durato 25 anni ): un complesso residenziale e commerciale che è stato sviluppato in più fasi, rappresentando un modello di sviluppo urbano integrato.
  • Spiral Hall  (Tokyo, 1985): un edificio polifunzionale che ospita gallerie d'arte, negozi, uffici e spazi per eventi, noto per la sua scala a spirale distintiva.
  • Yale University Health Services Center (New Haven, Connecticut, 1974): uno dei suoi progetti internazionali più importanti.
  • Four World Trade Center (New York City, 2013): un grattacielo che fa parte del nuovo complesso del World Trade Center, caratterizzato da un design minimalista e trasparente.

 

Spiral Hall (Tokyo, 1985): un edificio polifunzionale che ospita gallerie d'arte, negozi, uffici e spazi per eventi, noto per la sua scala a spirale distintiva.
Spiral Hall (Tokyo, 1985): un edificio polifunzionale che ospita gallerie d'arte, negozi, uffici e spazi per eventi, noto per la sua scala a spirale distintiva. (fonte: wikipedia crediti: Syced)

 

Nel complesso residenziale Hillside Terrace, sviluppato in un periodo di 25 anni una strategia di stratificazione trasparente crea una serie di scene o paesaggi condivisi in un contesto urbano. Passeggiando attraverso il complesso, si incontrano cortili intimi nascosti tra il verde, collegati da passaggi tortuosi e scoperti solo per caso con uno sguardo laterale. Articolando diversi strati di spazi di soglia tra il margine stradale trafficato e l'interno densamente alberato dell'isolato, Maki riesce a conferire un senso di profondità a spazi fisicamente molto compatti.

Questo complesso di strutture residenziali e commerciali situato a Daikanyama (Tokyo) combina perfettamente parti opache e trasparenti, creando una forma collettiva coesa grazie a una corretta attenzione alla scala del progetto, alla stratificazione spaziale, alla topografia e alla definizione di spazi pubblici protetti.

 

Complesso residenziale Hillside Terrace. Fumihiko Maki
Complesso residenziale Hillside Terrace C nel quartiere Shibuya-ku di Tokyo, Giappone, progettato da Fumihiko Maki. (fonte: wikipedia crediti: Wiiii)

 

Nel Centro Sportivo Prefetturale di Osaka, Maki unificava molti spazi separati con una spina dorsale centrale, simile a una strada con diversi livelli, consentendo l'accesso alla palestra da un lato e a un ristorante e una piattaforma di osservazione dall'altro. Qui, il commensale può guardare indietro attraverso un giardino sul tetto verso una piazza d'ingresso, in pratica guardando attraverso una stratificazione di piani e spazi trasparenti—un concetto che si ritrova in molti degli edifici di Maki.

I decenni successivi hanno portato un senso ancora maggiore di leggerezza al lavoro di Maki.

Il Fujisawa Gymnasium (1984) illustra particolarmente bene questa sensibilità più libera: il suo tetto affilato, rivestito in acciaio inossidabile, sembra virtualmente fluttuare sopra l'arena principale, separato dalle tribune da un nastro di luce e supportato solo in quattro punti. Alcuni critici hanno paragonato la sua complessa forma metallica a una navicella spaziale o a uno scarabeo, mentre altri l'hanno considerata simile a un elmo da samurai medievale.

 

Fujisawa Gymnasium. Arch. Fumihiko Maki.
Fujisawa Gymnasium. Arch. Fumihiko Maki. (Maki and Associates)

 

Il Fujisawa è un'opera leggera, atletica e criticamente reattiva, direttamente correlata al carattere effimero del mondo tardo moderno. Di questa opera, l'architetto Maki ha scritto:

Se una forte totalità, con parti soppresse e una composizione gerarchica sono caratteristiche dell'architettura classicista, parti attive e assertive sono caratteristiche dell'architettura gotica e delle prime opere dell'architettura moderna. Oggi, mi sento maggiormente attratto dal secondo tipo organizzativo. Un motivo è che lavorare a partire dalle parti permette un'interpretazione formale più libera di come soddisfare le varie esigenze formali e ambientali, incluse quelle di natura storica e simbolica...

Fumihiko Maki riuscì a creare uno stile unico, fortemente moderno ma al contempo rispettoso delle caratteristiche naturali e culturali del Giappone.

Trovava spesso ispirazione nei giochi dei bambini e nei "luoghi di rifugio o di prospettiva" che permettevano di osservare senza essere visti. I suoi progetti erano caratterizzati da percorsi chiusi che conducevano a zone protette, offrendo sempre una meta raggiungibile.

 

I materiali utilizzati e l'approccio progettuale

I suoi edifici tendono ad essere diretti, a volte sobri, e realizzati con metallo, cemento e vetro, i materiali classici dell'era modernista combinando però dettagli artigianali e della tradizione giapponese. Infatti, nel tempo, l'architetto aveva iniziato ad includere materiali come piastrelle a mosaico, alluminio anodizzato e acciaio inossidabile

In un paese come il Giappone, dove le normative antisismiche sono stringenti, Maki riuscì a giocare con la leggerezza per rispettare tali requisiti. Come molti altri architetti giapponesi, mantenne un costante interesse per le nuove tecnologie come parte del suo linguaggio progettuale, spesso avvalendosi di sistemi modulari nella costruzione.

Il lavoro di Maki era di catturare lo spirito di un luogo e di un'epoca, producendo con ogni edificio o complesso edilizio opere che sfruttavano appieno tutte le risorse a sua disposizione. L'obiettivo era di creare "scene indimenticabili"—ambienti accoglienti per permettere ogni tipo di interazione umana.

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Forme efficienti, chiare e leggere

Profondamente influenzato da Jose Lluis Sert e quindi immerso nel razionalismo migliorativo del primo movimento moderno, Fumihiko Maki aveva la capacità di creare un'architettura che, oltre a rispondere alle esigenze della società, comprendeva una struttura costruttiva durevole e esteticamente vibrante. In questo senso, la sua pratica può essere giustamente paragonata a quella di Norman Foster, Gunter Benisch e Renzo Piano, tutti architetti che, pur esprimendosi in modi diversi, hanno mostrato una simile predilezione per forme efficienti, chiare e leggere.

La leggerezza, sia in senso concreto che metaforico, è un tema emergente nell'architettura di Maki, il suo lavoro manifestava invariabilmente una spazialità che derivava in larga misura dall'immaterialità dei materiali moderni.

Il suo lavoro poneva particolare enfasi sulla membrana, indipendentemente dal fatto che si trattasse di una stratificazione atectonica di piani o di una pelle tesa su una sovrastruttura voltata. In entrambi i casi, Maki si orientava verso un'architettura che fosse sia presente che assente allo stesso tempo, come le illusioni transitorie dello schermo cinematografico per il quale nutre una particolare passione. Questo aspetto è emerso nel 1990, quando partecipò al concorso per il Palazzo del Cinema a Venezia

La nostra proposta per il Palazzo del Cinema tenta di esprimere lo spirito di Venezia, sia esterno che temporale, in un'unica entità sorprendente: un palazzo di vetro sull'acqua, che cambia dal giorno alla notte; la sua massa solida si trasforma gradualmente e si dissolve in un'illusione festiva luminosa. Sotto il brillio del crepuscolo, appare un'immagine seducente di vetro, un riflesso dello stato effimero di Venezia vista attraverso uno schermo di nebbia, o forse una visione di un mondo che esiste solo attraverso la magia della luce, come nel cinema stesso.

 

Il suo stile si è evoluto nel tempo, dal razionalismo cubico informale degli edifici iniziali, evidentemente debitore di Sert, al minimalismo tessellato del periodo intermedio e al carattere leggero e membranoso dell'ultimo periodo.

Durante questo lungo percorso, Maki ha mantenuto il senso di una "città in miniatura" assemblata in modo libero, in cui spazi interconnessi e intermedi, paralleli alla strada, assicurano il carattere civico dell'insieme, evitando al contempo un estetismo gratuito da un lato e un funzionalismo semplicistico dall'altro.

 

Fumihiko Maki è stato uno dei protagonisti del movimento Metabolista, insieme ad altri architetti di spicco come Kisho Kurokawa, Kiyonori Kikutake e Kenzo Tange.

Metabolismo giapponese (architettura)

Il Metabolismo giapponese è stato un movimento architettonico e urbanistico nato negli anni '60, caratterizzato dall'idea di città e strutture in continua crescita e cambiamento, simili ai processi biologici. Il termine "Metabolismo" riflette questa visione di un'architettura dinamica e flessibile, capace di adattarsi ai mutamenti delle esigenze sociali e ambientali. I Metabolisti immaginavano edifici e città come organismi viventi, composti da unità modulari che potevano essere facilmente sostituite o aggiornate.
I principi chiave del Metabolismo includevano:
- Modularità: strutture composte da unità prefabbricate e intercambiabili.
- Crescita Organica: edifici e città concepiti per evolvere e crescere nel tempo, come organismi viventi.
- Tecnologia Avanzata:
uso di tecnologie moderne per creare architetture innovative e flessibili.
- Interazione con l'Ambiente: progettazione in armonia con l'ambiente naturale, considerando le esigenze umane e sociali.

 

Contributi di Maki al Metabolismo: Collective Form

Maki era noto per il suo approccio "fenomenologico" all'architettura, che enfatizzava l'esperienza spaziale e sensoriale degli edifici

Maki ha sviluppato il concetto di "Collective Form", che si concentrava sulle relazioni tra edifici individuali e il contesto urbano circostante. Questa teoria sottolinea l'importanza di creare spazi pubblici e collettivi che promuovano l'interazione sociale. Introdusse questo concetto nel 1960 con il saggio "Toward a Group Form" per il Manifesto Metabolista firmato con Kisho Kurokawa e Kiyonori Kikutake.

Attraverso progetti come il complesso Hillside Terrace a Tokyo, Maki ha dimostrato come le idee del Metabolismo potessero essere applicate in modo pratico. Hillside Terrace è un esempio di come l'architettura possa evolvere nel tempo, adattandosi ai cambiamenti dell'ambiente urbano e mantenendo una coerenza stilistica.

Maki è riuscito a integrare le idee moderniste con elementi tradizionali della cultura giapponese, creando uno stile architettonico unico che rispettasse sia il passato che il futuro.

 

Altri concetti chiave: Ma, Oku, Industrial Vernacular

Nel corso della sua carriera, l'architetto ha sviluppato, inoltre, altri concetti chiave e incorporato principi come "Ma" l'intervallo tra due luoghi, e "Oku"奥 / profondità, strati spaziali sovrapposti che dissimulano senza mai nascondere del tutto) e Industrial Vernacular nei suoi progetti, dimostrando una profonda comprensione delle dinamiche urbane e delle esigenze sociali.

Il concetto di Industrial Vernacular si esprime nel Fujisawa Municipal Gymnasium (1980-1984), un complesso sportivo con un tetto composto da sottili lastre di acciaio piegate e texturizzate, che trasmettono leggerezza e precisione. Questo progetto riflette l’integrazione delle tradizioni costruttive con tecniche moderne nel contesto urbano industriale giapponese di Fujisawa.

Il concetto invece di Oku è esplorato in modo sofisticato nel progetto del crematorio Kaze no Oka (Collina dei venti) a Nakatsu (1997). In parte sepolto per rispettare il paesaggio, il complesso comprende una sequenza di spazi cerimoniali che si susseguono in forme geometriche semplici, materiali (mattoni, cemento e acciaio corten) e luce naturale, creando un percorso interiore che accompagna i visitatori attraverso le diverse fasi del rito funebre.

Maki ha anche esplorato il concetto di "cityscape" (paesaggio urbano), cercando di creare edifici che dialogano con il contesto urbano in cui si inseriscono.

 

Premi e Riconoscimenti

L'architetto Fumihiko Maki ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti nel corso della sua carriera, tra cui:

  • Pritzker Architecture Prize (1993): il più prestigioso riconoscimento in architettura, assegnato per il suo contributo eccezionale alla disciplina. Nel 1993, Maki è stato il secondo architetto giapponese, dopo il suo maestro Kenzo Tange, a ricevere il Premio Pritzker per il suo “approccio intelligente e artistico nei concetti e nelle espressioni, meticolosamente realizzati”.
  • AIA Gold Medal (2011): assegnata dall'American Institute of Architects per il suo contributo significativo all'architettura.
  • Praemium Imperiale (1999): un importante premio internazionale assegnato dalla Japan Art Association.

 

L’eredità di Maki è costituita da opere architettoniche formali e modeste nelle forme e nei materiali (metallo, cemento e vetro), quasi senza tempo, che hanno saputo combinare la cultura orientale e occidentale, mantenendo un dialogo con la scena urbana in costante evoluzione.

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L'architetto giapponese è stato insignito della più alta onorificenza ufficialmente riconosciuta nel campo dell'architettura internazionale. Riken Yamamoto è il 53° vincitore del Premio Pritzker.

 

Fonti:

Immagini

fonte: wikipedia crediti: 掬茶

Il Makuhari Messe International Convention Complex a Chiba, centro congressi.

Fonte: wikipedia Crediti: Wiiii

Yokohama Island Tower, a Yokohama, Kanagawa, Giappone, progettata da Fumihiko Maki nel 2003.

fonte: wikipedia crediti: Wiiii

Interno del Tokyo Metropolitan Gymnasium, a Sendagaya, Tokyo, Giappone, progettato da Fumihiko Maki nel 1990.

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L'architettura moderna combina design innovativo e sostenibilità, mirando a edifici ecocompatibili e spazi funzionali. Con l'adozione di tecnologie avanzate e materiali sostenibili, gli architetti moderni creano soluzioni che affrontano l'urbanizzazione e il cambiamento climatico. L'enfasi è su edifici intelligenti e resilienza urbana, garantendo che ogni struttura contribuisca positivamente all'ambiente e alla società, riflettendo la cultura e migliorando la qualità della vita urbana.

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