Approvato il DDL Ricostruzione, Castelli: "Momento storico, atteso da tanto"
In Gazzetta Ufficiale la legge sulla ricostruzione post-calamità, definita "storica" dal senatore Guido Castelli, che ha ringraziato il Governo Meloni. La legge introduce un sistema amministrativo rapido e uniforme per gestire emergenze, ispirato all’esperienza del sisma 2016, e garantisce chiarezza nei diritti alla ricostruzione, oltre a strumenti di governance multilivello, trasparenza e tutela ambientale.
AGGIORNAMENTO - La legge ricostruzione (legge quadro in materia di ricostruzione post-calamità) è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 1° aprile ed è in vigore dallo scorso 2 aprile. In allegato è disponibile il testo della legge.
Con questo DDL ogni cittadino colpito da calamità può comprendere chiaramente le proprie garanzie senza ambiguità né confusioni
“Ringrazio il Governo Meloni e il Ministro Musumeci perché questo è davvero un provvedimento storico. Lo aspettavamo da sempre, lo aspettavano quei territori che sono stati danneggiati o che avranno questa sventura”.
Lo ha detto il senatore di FdI Guido Castelli, Commissario Straordinario al sisma 2016, durante la dichiarazione di voto al Senato che ha appena votato l’approvazione del Ddl ricostruzione post-calamità.
“Questo Ddl - aggiunge Castelli - esprime un’idea, una volontà contenuta nel programma del Governo Meloni che mira a far uscire l’Italia da quella che sembrava una condanna, nei casi di calamità. Quella, cioè, di subire la logica del commissario del giorno dopo, del labirinto delle norme, il patchwork di regole e ordinanze che hanno accompagnato la nostra necessità di reagire agli eventi catastrofali. Abbiamo scelto di regolare la materia attraverso un Disegno di legge, entrando nel campo della costruzione parlamentare del provvedimento ha visto l’accoglimento di 152 proposte migliorative.
Si tratta di una misura che prevede un set amministrativo immediatamente attivabile in caso di emergenza. Le recenti sfide legate al cambiamento climatico rendono questo atto storico - prosegue - poiché offre uniformità, certezza, rispetto alla necessità di accelerazione temporale. Uniformità poiché non possono esistere terremotati di serie A o di serie B. Di fronte a eventi catastrofali tutti devono sapere quali siano le caratteristiche giuridiche riguardanti il diritto alla ricostruzione, affinché ogni cittadino possa comprendere chiaramente le proprie garanzie senza ambiguità né confusioni.
Abbiamo la certezza che tutto sia migliorabile e la convinzione di aver fatto fino in fondo il nostro dovere, con l’auspicio che questa legge non servirà mai. L’Italia è una terra bellissima e fragile, custodisce un patrimonio storico e culturale unico al mondo ma, ahimè, è tremula perché la placca africana e quella euroasiatica continuano a fronteggiarsi. Ma sappiamo - conclude Castelli - che il governo Meloni e il Parlamento intero potrà dire di aver fatto sicuramente il proprio dovere”.
All’interno del provvedimento che ha ricevuto il via libera a Palazzo Madama sono contenuti molti indirizzi mutuati dall’esperienza del sisma 2016 che, negli ultimi anni, si è sempre più caratterizzato come un laboratorio e modello post-calamità. Di questi indirizzi ne è esempio la governance multilivello, adottata nell’Appennino centrale: un efficace strumento di gestione condivisa con i Presidenti di Regioni e i Sindaci.
Così come già avviene nel cratere sisma 2016, anche la legge quadro ha introdotto il principio della “riparazione” sociale ed economica dei territori colpiti da eventi calamitosi, accanto alla tradizionale ricostruzione di immobili e infrastrutture. Altri stringenti analogie riguardano i poteri di deroga assegnati al Commissario Straordinario per accelerare o sbloccare, lì dove necessario, gli interventi; il supporto nei confronti degli enti locali attraverso l’assistenza tecnica nei procedimenti amministrativi (servizio che viene già reso dagli Uffici della Struttura Commissariale sisma 2016); le misure per la tutela dell'ambiente (gestione macerie) e le disposizioni in materia di controllo, trasparenza e tutela dei lavoratori.
CNI: "Risposte più omogenee grazie al superamento della frammentazione normativa"
Anche il Consiglio Nazionale degli Ingegneri esprime soddisfazione per l’approvazione definitiva del nuovo Codice. Il provvedimento introduce regole chiare e procedure snelle per una gestione più efficace delle emergenze post-calamità, consolidando buone pratiche già sperimentate nella ricostruzione post-sisma 2016.
Il Presidente del CNI, Angelo Domenico Perrini, sottolinea l’importanza di criteri certi e di un miglior coordinamento tra istituzioni e tecnici. Il Consigliere Alberto Romagnoli evidenzia il ruolo del coordinamento istituzionale e della collaborazione tra professionisti per accelerare i processi e migliorare la qualità degli interventi. Il CNI apprezza il superamento della frammentazione normativa grazie a un modello unitario che garantisce risposte tempestive e omogenee.
Perrini definisce il nuovo Codice un risultato storico, impegnandosi a sostenere questa fase con qualità e rigore tecnico. Il CNI conferma la volontà di collaborare con le istituzioni affinché la normativa diventi un modello stabile per il futuro.
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