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Analisi delle Gare BIM 2024 dal Rapporto OICE: Criticità e Prospettive di Sviluppo

OICE ha presentato l’ottavo Report sulla digitalizzazione e le gare BIM, offrendo una fotografia aggiornata del mercato degli appalti pubblici in Italia. Il documento raccoglie dati, analisi e spunti di riflessione sull’uso del BIM, mettendo in luce i progressi raggiunti, le criticità emerse e le sfide da affrontare per la piena digitalizzazione.

Roma 14 aprile 2025: presentato nell’ambìto di un evento organizzato da OICE l’8° Report OICE sulla digitalizzazione e le gare BIM 2025. Dopo l’apertura del Presidente OICE Giorgio Lupoi e la presentazione del documento a cura di Alfredo Ingletti, sono intervenuti Giuseppe Busia (ANAC), Pietro Baratono (ex Consiglio Superiore Lavori Pubblici) e Maddalena Rostagno (MIT di Boston) per illustrare gli aggiornamenti normativi, le ultime novità in materia di modellazione elettronica e le possibili applicazioni dell’Intelligenza Artificiale nell’ingegneria

Due tavole rotonde, moderate da Andrea Dari (Ingenio), hanno poi visto il contributo di rappresentanti di CNI, ANCE, LEGACOOP, ASSORUP, OICE e di operatori come ANAS, ADR, ITALFERR, PROITER e DUOMI. L’insieme degli interventi ha evidenziato l’importanza di questo Report come strumento di misurazione e analisi della reale digitalizzazione negli appalti pubblici, nonché la necessità di superare criticità strutturali per sfruttare a pieno le potenzialità del BIM nelle future fasi di progettazione ed esecuzione delle opere.

   

L’ottavo Rapporto sulle Gare BIM OICE

Il  “Rapporto sulle Gare BIM 2024” a cura di OICE propone un quadro dettagliato delle procedure di affidamento di servizi di architettura e ingegneria (S.A.I.) che prevedono l’uso di metodologie di Building Information Modeling (BIM).

L’analisi, condotta sui bandi pubblicati dal 1° gennaio al 31 dicembre 2024, registra una significativa riduzione sia nel numero sia nel valore economico dei bandi BIM rispetto all’anno precedente. Nel contempo, emergono importanti elementi qualitativi che testimoniano l’evoluzione e le criticità dell’adozione BIM in Italia.

  

1. Bandi BIM in calo: i dati principali

  • Numero di bandi: nel 2024 si sono rilevati 353 bandi BIM, contro i 637 del 2023, con un calo del 44,6%.
  • Valore economico: i bandi BIM totalizzano 596,2 milioni di euro, in flessione del 52,3% rispetto ai 1249 milioni del 2023.
  • Incidenza sul totale S.A.I.: i bandi BIM rappresentano il 13,2% dell’intero mercato S.A.I. (2684 bandi complessivi), rispetto al 13,7% dell’anno precedente.

Nonostante la diminuzione in valore assoluto, la percentuale dei bandi BIM sul totale si mantiene su livelli confrontabili con il 2023, a conferma del fatto che la contrazione interessa l’intero mercato delle gare S.A.I. e non soltanto quelle con requisiti BIM.

  

2. Distribuzione geografica e per soglia comunitaria

  • Sopra soglia UE: l’83,9% dei bandi BIM (296 su 353) supera i 215.000 euro; in valore economico corrispondono al 98,7% dell’importo totale.
  • Macro-regioni:
  • Il Meridione registra 107 bandi (30,3% del totale),
  • Le Isole ne contano 35 (9,9% del totale),
  • Il Lazio è la singola regione più attiva con 65 bandi (18,4%),
  • La Valle d’Aosta chiude la classifica con 1 bando (0,3%).

   

3. Tipologia di opere e interventi

  • Opere puntuali vs. opere lineari: le prime (edifici, complessi edilizi, ecc.) prevalgono con 279 bandi (79,0% del totale).
  • Nuove realizzazioni vs. opere esistenti: nel 2024 si registra una leggera prevalenza di interventi su opere di nuova realizzazione (188 bandi, 53,3%) rispetto a quelle esistenti (165 bandi, 46,7%). Nel 2023, invece, gli interventi su opere esistenti costituivano la maggioranza (51,6%).

   

4. Analisi qualitativa: requisiti e capitolati informativi

1. Capitolato informativo: solo il 25,2% dei bandi (89 casi) ne dispone allegato; nel 2023, tale quota era del 29,4%. Si osserva quindi un lieve calo nella disponibilità di documenti fondamentali per una corretta impostazione del BIM.

2. Requisiti in fase di accesso:

  • Il 40,2% dei bandi (142 in totale) richiede ai concorrenti una comprovata capacità d’uso del BIM quale requisito di idoneità, in aumento rispetto al 37,5% del 2023.
  • Netto balzo in avanti della richiesta di figure specializzate (BIM Manager, BIM Coordinator), passata dal 20,4% al 34,0% del totale (120 bandi).

3. BIM come criterio di premialità (OEPV):

  • Nel 63,5% delle gare (224 bandi), si attribuisce un punteggio specifico alla componente BIM.
  • In gran parte dei casi (49,3%), l’elemento BIM è valutato sul piano metodologico; solo nel 14,2% si considera la professionalità BIM a sé stante.
  • La richiesta di esperienze o certificazioni in fase di offerta (con punteggio aggiuntivo) scende dal 19,3% all’11,0% nel 2024.

   

5. Conclusioni

La riduzione del numero complessivo di bandi in BIM, rispetto all’anno precedente, ribadisce le criticità strutturali che ostacolano l’adozione su larga scala di processi digitalizzati.

Ci si sarebbe aspettati un aumento dei bandi corredati da capitolati informativi e la conseguente evoluzione verso una completa digitalizzazione dei processi. Al contrario, il calo in valore e in numero di gare dotate di tali strumenti dimostra che le stazioni appaltanti hanno ancora un margine di miglioramento nel definire standard e requisiti chiari.

Un altro nodo cruciale consiste nel tradurre la previsione BIM in effettiva realizzazione delle opere. Spesso, infatti, il BIM rimane confinato alla fase di progettazione, senza un vero coordinamento con la filiera costruttiva e gestionale. Il passaggio a una filiera interamente digitalizzata richiede dunque interventi normativi, organizzativi e formativi più approfonditi, affinché la metodologia BIM non si limiti a un mero esercizio progettuale.

In definitiva, la strada verso una gestione degli appalti completamente digitalizzata si prospetta ancora lunga. L’analisi OICE prosegue la sua funzione di monitoraggio, evidenziando anno dopo anno le criticità e i progressi nell’applicazione del BIM. Solo grazie a dati puntuali sarà possibile risolvere le barriere ancora presenti e trasformare il BIM in un vero strumento di evoluzione e modernizzazione del settore, a beneficio tanto delle stazioni appaltanti quanto dei professionisti coinvolti.

Conclusione Finale

Il trend evidenziato dal Rapporto 2024 ci ricorda che non basta inserire il BIM nei capitolati come semplice clausola

Servono formazione, investimenti, un capitolato informativo standardizzato e la volontà di collegare il processo BIM con la fase realizzativa e gestionale dell’opera. Il calo registrato nei bandi di quest’anno rappresenta un campanello d’allarme, ma anche un’opportunità per riflettere su come rimuovere gli ostacoli esistenti e avvicinare il mercato italiano a un livello di digitalizzazione sempre più maturo e internazionale.

Allegati

Appalti Pubblici

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