Anac: illegittimo fare affidamenti diretti sempre alla stessa impresa
Ad un Comune del Casertano l'Anac rilevato diverse infrazioni riguardanti gli affidamenti di appalti pubblici, dopo che l'amministrazione negli ultimi tre anni aveva dato in gestione il servizio di recupero, trattamento e riciclo della frazione organica dei rifiuti alla stessa azienda, attraverso affidamenti diretti e proroghe. Anac ha concesso un periodo di trenta giorni al comune di Caserta per adeguarsi alle indicazioni fornite.
Secondo Anac il comune casertano avrebbe chiaramente infranto il principio di rotazione degli affidamenti
L'Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac) ha emesso un atto in cui sottolinea la necessità di evitare l'affidamento ripetuto di contratti pubblici a un'unica impresa nel medesimo settore di servizi. Questo verdetto è emerso in seguito alla valutazione dell'operato di un comune nella provincia di Caserta, che aveva assegnato, dal 2020 fino ad oggi, il servizio di recupero, trattamento e riciclo della frazione organica dei rifiuti alla stessa azienda, attraverso affidamenti diretti e proroghe.
Secondo quanto affermato dall'Anac, il comune in questione ha chiaramente infranto il principio di rotazione degli affidamenti, una regola fondamentale per garantire una concorrenza equa e l'opportunità per diverse imprese di partecipare ai contratti pubblici. Anche tenendo conto delle eccezioni temporanee dovute alla normativa emergenziale, in vigore tra il 16 luglio 2020 e il 31 luglio 2021, è emerso che la stragrande maggioranza degli affidamenti effettuati alla stessa impresa nel corso degli ultimi quattro anni non rientrava nell'intervallo temporale della moratoria prevista dai decreti durante il periodo pandemico.
Inoltre, l'Anac ha rilevato che il comune ha anche infranto il divieto di frazionamento previsto dal codice degli appalti. Prima del 16 luglio 2020, la soglia per gli affidamenti diretti era fissata a 40.000 euro, tuttavia, il comune ha affidato contratti diretti alla stessa impresa per un importo totale di 60.000 euro tra il 10 febbraio 2020 e il 9 luglio 2020. Anche in seguito, tra l'11 aprile 2022 e il 28 marzo 2023, quando la soglia per gli affidamenti diretti era di 139.000 euro, il comune ha assegnato servizi pubblici alla stessa impresa per un totale di 156.181 euro, compresa una proroga tecnica di 50.000 euro.
Un ulteriore aspetto della controversia riguarda la stessa proroga tecnica, che è stata considerata non conforme alla normativa di riferimento. Mancavano i presupposti di ammissibilità indicati dalla giurisprudenza e dall'Anac, in particolare la condizione che la nuova gara dovesse essere già avviata al momento della proroga e che l'amministrazione non fosse responsabile dei ritardi nell'indizione della procedura di selezione del nuovo affidatario.
Tutto ciò considerato, l'Anac ha concluso che l'affidamento in questione viola i principi fondamentali di libera concorrenza e parità di trattamento che regolano i contratti pubblici. Questo ha avuto l'effetto di favorire un'unica impresa, che operava in regime di monopolio per un periodo di tempo significativo, senza dover affrontare alcuna competizione, ad eccezione di una procedura negoziata nel marzo 2021 che è stata anch'essa assegnata alla stessa impresa.
L'Anac ha altresì evidenziato che il comune non ha formalizzato i contratti di appalto con l'esecutore del servizio in accordo con le norme sulla contabilità pubblica, che richiedono che i contratti delle pubbliche amministrazioni siano predisposti obbligatoriamente in forma scritta. Inoltre, il comune ha trasgredito gli obblighi di trasparenza, poiché non sono state rese disponibili informazioni relative a tali affidamenti nella sezione "Amministrazione Trasparenti/Bandi e Contratti" del sito web istituzionale del comune.
In conclusione, l'Anac ha concesso un periodo di trenta giorni al comune di Caserta per adeguarsi alle indicazioni fornite, evidenziando l'importanza del rispetto dei principi di concorrenza e parità di trattamento nella gestione dei contratti pubblici.
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