Ambienti rigenerativi: come suoni e spazi influiscono sulla salute mentale e fisica degli utenti

Benessere negli spazi: dalla psicologia alla progettazione acustica innovativa

Di seguito l'intervista della redazione di Ingenio a Margherita Pasini, Professoressa Associata di Psicometria, Università Verona durante il 6° Congresso Nazionale ANIT (Associazione Nazionale per l'Isolamento Termico e Acustico) che si è tenuto i giorni 21-22 novembre 2024 presso Villa Quaranta a Ospedaletto di Pescantina (VR).

Il suo intervento si è focalizzato sul tema "Ambiente fisico e benessere: una prospettiva psicologica su spazi e suoni". La psicologia ambientale esplora l’influenza degli spazi fisici sul benessere umano, introducendo il concetto di “rigeneratività” o restorativeness, ovvero la capacità di alcuni ambienti di favorire il recupero dallo stress e migliorare le funzioni cognitive.

Alcuni di questi studi si sono concentrati sui cosiddetti “ambienti sonori”, o “paesaggi sonori” (soundscapes), e le ricerche sugli effetti del suono sulle persone hanno spostato il focus dal suono come elemento di disturbo (rumore) al suono come risorsa, che può migliorare il comfort e la qualità della vita.

Recenti studi mostrano che soundscape positivi influiscono positivamente su salute fisica (es. sonno, pressione) e psicologica (es. stress, umore). Un tema di rilievo, in questo contesto, diventa quindi anche quello della misurazione della qualità dei paesaggi sonori, tenendo conto delle percezioni delle persone e delle caratteristiche individuali.

Questi aspetti possono diventare rilevanti anche in vista di una progettazione di ambienti che contribuiscano a rendere gli spazi più rigenerativi e confortevoli per diversi profili di utenti.

Ambiente fisico e benessere: il ruolo dei suoni nella progettazione rigenerativa (Prof.ssa Pasini)

"Come possono gli spazi e i suoni essere progettati per migliorare il benessere psicologico delle persone, e quali criteri psicometrici possono guidare queste scelte in contesti abitativi e lavorativi?"

Prof.ssa Margherita Pasini, Prof.ssa Associata di Psicometria, Univ. Verona

Quando si progetta per l’essere umano, una prospettiva efficace è considerare il miglioramento del benessere delle persone che vivranno gli spazi e udranno i suoni, piuttosto che limitarsi alla riduzione del malessere. Questo approccio, seppur valido, presenta complessità pratiche: mentre è relativamente semplice ridurre i rumori molesti, risulta più impegnativo creare paesaggi sonori che non solo evitino il disagio, ma che siano fonte diretta di benessere, con benefici significativi anche per la salute.

Attualmente, siamo in una fase in cui ricerca scientifica e interesse pratico degli operatori convergono, creando un terreno fertile per dialogo e collaborazione. È essenziale che questi due mondi, scientifico e applicativo, interagiscano più intensamente per sviluppare soluzioni innovative che pongano al centro il benessere umano. La costruzione di ambienti sonori rigenerativi rappresenta una sfida cruciale, non solo per migliorare la qualità della vita, ma anche per favorire una prospettiva positiva che si concentri sull'aumento del benessere anziché sulla sola eliminazione del malessere.

Dal punto di vista psicologico, è noto che i suoni possono avere effetti negativi, come il fastidio, ma la ricerca si è orientata verso l’identificazione delle caratteristiche che li rendano una risorsa, anziché un elemento di disturbo. Questo ha portato all’elaborazione del concetto di “paesaggio sonoro”, in cui il mascheramento sonoro gioca un ruolo chiave rispetto alla semplice riduzione del rumore. Ad esempio, un suono naturale, anche alla stessa intensità di decibel, è percepito come rigenerativo e confortevole, a differenza di un suono tecnologico, spesso fastidioso.

Creare ambienti che integrino suoni rigenerativi è una sfida che richiede soluzioni innovative. Anche il silenzio, spesso considerato un obiettivo ideale, non è sempre desiderabile, poiché può risultare disturbante per alcuni. L’obiettivo diventa allora progettare spazi sonori che rispondano alle diverse esigenze individuali, mettendo al centro il benessere. Questo richiede competenze multidisciplinari e un dialogo costruttivo tra progettisti e ricercatori, per immaginare nuove vie capaci di migliorare la qualità degli ambienti e, di conseguenza, la vita delle persone.