Filosofia e Sociologia
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Amare è molto meglio dell’amore

Quando siamo innamorati, siamo presenti. Poi, spesso, è la presenza a venire meno, non l’amore. In questo scritto – tra parole intime e suggestioni letterarie – Marcello Balzani intreccia pensiero e immagine, corpo e tempo, in un dialogo con il romanzo Sete di Amélie Nothomb. Perché amare, forse, è ancora più radicale che credere nell’amore.

Quando ci innamoriamo, siamo presenti. In seguito, non è l’amore a venire meno, è la presenza. Se volete amare come il primo giorno, dovete coltivare la vostra presenza.”

Non penso mai alla crocefissione. Non ero io. Contemplo solo ciò che ho amato, che amo. La grande differenza fra me e mio padre, è che lui è amore e io amo. Dio dice l’amore è per tutti. Io che amo so bene che è impossibile amare tutti allo stesso modo. Amare è molto meglio dell’amore. Non lo ripeterò mai abbastanza: avere un corpo è quanto di più bello possa mai capitare. Le labbra di Maddalena abbozzano parole che non riesco a sentire. Sono indirizzate a me, vedo la loro traiettoria dorata dirigersi verso di me. Il crepitio di scintille dura più a lungo delle frasi stesse, ricevo il loro urto in pieno petto. E poi in amore non esistono rapporti di causa-effetto, dato che non esistono scelte. I perché li inventiamo dopo per il nostro piacere. L’amore non acceca. Ho potuto constatare il contrario. Essere innamorati rivela splendori invisibili a occhio nudo.

Marcello Balzani
Marcello Balzani

    

Sono alcune mie parole mescolate con quelle di Amélie Nothomb nel bellissimo “Sete”, tradotto da Isabella Mattazzi per Voland, un romanzo dove, insieme ai pensieri sul tempo di una vita che sta per finire, il corpo respira, suda, annusa e ha bisogno di bere, perché ama. Realtà e verità dialogano ancora incessantemente.

Lo crocifiggiamo oggi? Ha domandato qualcuno. Pilato sembrò riflettere e mi guardò. Dovette pensare che mancava ancora qualcosa perché rispose: No domani. Ho sempre saputo che mi avrebbero condannato a morte, ma adesso scoprivo la paura.”

Forse è vero che l’inferno non esiste. I dannati sono quelli che trovano sempre qualcosa da ridire. Ma i malintesi hanno uno straordinario potere di sopravvivere curiosamente alla morte…

I piedi “parlanti” esprimono la delicatezza della rimozione dei chiodi prima del distacco dalla croce e rispondono alla “Deposizione” di Raffaello in Galleria Borghese a Roma. È un mio scatto che “ritaglia” una realtà difficilmente digitalizzabile nella sua completezza.

“Deposizione” di Raffaello in Galleria Borghese, Roma.
“Deposizione” di Raffaello in Galleria Borghese, Roma. (Foto scattata da Marcello Balzani)

Dalla rubrica «Marcello Balzani: tra Parola e Immagine»

La dimensione tecnica non si alimenta solamente di un’arida “logotecnica”, come affermava Françoise Choay, ma può essere contaminata e meticciata. L’ecfrasi governa ogni comunicazione digitale e forse dedicare qualche minuto a “leggere” con diverse modalità (filosofiche, sociali, artistiche, letterarie…) può costituire un piacevole “respiro del pensiero”. Questa rubrica non vuole esprimere direttamente una “funzionalità”, ce ne è già troppa in giro, ma cercherà di rendere più spessa quella sottile membrana che rende vitale ogni rappresentazione. A volte le connessioni saranno opere letterarie (vecchie e nuove), altre volte opere d’arte o dettagli di esse, oppure solo sentimenti di esperienze. L’intersezione tra parola e immagine sarà il modello o la traccia.

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