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Alluvione Emilia-Romagna: i fattori di un evento meteoreologico eccezionale

Il rapporto ISPRA del 19 maggio riassume gli eventi piovosi che hanno causato l'alluvione in Emilia-Romagna, nata dall'unione di una serie di fattori, tra cui la persistenza e l'intensità del fenomeno. Di seguito tutti i dati.

L’analisi meteorologia e idrologico-idraulica

L'analisi meteorologica dell'evento in Emilia-Romagna, condotta a partire dalle previsioni dei modelli BOLAM e MOLOCH prodotte nei giorni scorsi dal Sistema Idro-Meteo Mare (SIMM) dell'ISPRA, permette di evidenziare come il carattere eccezionale dell'evento si deva alla combinazione di una serie di fattori legati alla struttura e alla traiettoria del ciclone in transito da sabato 12 maggio sul Mediterraneo e da lunedì 14 maggio sulla Penisola.

Previsione MOLOCH delle piogge cumulate a 24 ore dalle 00:00 alle 24:00 UTC per la giornata di martedì 16 maggio. Corsa SIMM delle 12 UTC di lunedì 15 maggio.

Il primo fattore è la persistenza: a causa della situazione sinottica il minimo al suolo, proveniente dal Nordafrica, ha percorso lo Stivale dalla Sicilia all'Umbria in 36 ore, dalle 00 di lunedì alle 12 di martedì, per poi rimanere stazionario indebolendosi gradualmente.

In secondo luogo, la notevole intensità del ciclone, con la formazione, come spesso succede, di un'estesa fascia di aria umida in corrispondenza del fronte freddo (cosiddetto "nastro trasportatore") Infine la convergenza delle masse d'aria umida su un'ampia fascia del versante Nord dell'Appennino Tosco-Emiliano, come combinazione dei venti di scirocco sull'Adriatico centro-meridionale e dei venti di bora sul nord Adriatico, spingendo per l'intera giornata del 16 le masse d'aria umida in una sorta di "imbuto" puntato sull'Appennino. A causa del sollevamento orografico tale conformazione ha prodotto intensa precipitazione, anche in assenza di instabilità atmosferica, finendo per scaricare il contenuto dell'intera massa di aria umida sempre sulla stessa zona - peraltro piuttosto estesa.

Il risultato di tale condizione ha prodotto notevoli quantitativi di precipitazione, con cumulate sulle 24 ore superiori ai 100 mm su gran parte dei bacini dell’Idice-Savena, del Sillaro, del Santerno, del Senio, Lamone-Marzeno e Montone, con picchi di precipitazione che, soprattutto su questi ultimi bacini, hanno superato i 150 mm come evidenziato in Figura 2.

Mappe delle precipitazioni cumulate sulle 24 ore antecedenti alle 10:00 UTC del 17/05/2023 pubblicata dall’Arpa Emilia- Romagna

Tali quantitativi di precipitazione si sono riversati su un territorio già saturo a seguito delle precipitazioni occorse nei giorni precedenti e che hanno reso il terreno sostanzialmente incapace di assorbire parte della precipitazione, mediante infiltrazione, con conseguente trasformazione pressoché diretta e immediata degli afflussi in deflussi raccolti dal reticolo fluviale e propagati rapidamente nelle aree di pianura, dove si concentrano gran parte degli elementi esposti sia in termini di popolazione che di attività economiche.

Considerando nel complesso gli eventi occorsi nel mese di maggio su aree sostanzialmente sovrapponibili ricadenti nei bacini Po, Reno e regionale Emilia-Romagna, sono caduti fino a 500 mm di pioggia cumulata (Figura 3). L’entità del dato è comprensibile se paragonato con quello della pioggia media annua calcolata sul lungo periodo (ovvero sulla serie delle precipitazioni riferita all’intervallo temporale 1951-2021) per l’intera Regione Emilia-Romagna pari a 885,5 mm.

Mappa delle precipitazioni cumulate riferite al periodo 1 maggio – 19 maggio 2023. Fonte piattaforma DEWETRA – Dipartimento della protezione civile (DPC)

Secondo l’ultima nota rilasciata da ARPAE nella giornata del 19 maggio sono 58 gli allagamenti che hanno interessato 43 comuni, concentrati per lo più nel bolognese (15), nel ravennate (14) e nel forlivese-cesenate (12), ai quali si aggiungono i due comuni di Riccione e Santarcangelo di Romagna nel riminese. Le province maggiormente colpite dall’evento sono dunque Bologna, Ravenna e Forlì- Cesena.
Nel corso delle giornate tra il 16 e il 19 maggio i livelli idrometrici nei vari corsi d’acqua hanno seguito andamenti differenti in funzione dell’evoluzione spazio-temporale delle precipitazioni, delle modalità con cui si sono propagati i vari contributi di portata nel reticolo minore e in quello principale.
Come ben visibile nell’idrogramma relativo del Savena alla sezione San Ruffillo (area di Bologna), nel corso dell’evento si sono registrati due colmi, entrambi superiori alla soglia idrometrica di livello 3 (soglia di criticità elevata), corrispondente a 1,5 m (Figura 4).

Il primo picco di piena di 2,16 m è stato registrato intorno alle 17:45 del 16 maggio, seguito da un secondo e superiore picco di 2,41 m registrato alle 9:00 del 17 maggio.

Attualmente dopo essersi portati al di sotto della soglia 1 (soglia di criticità bassa), i livelli sono in leggera salita. L’idrogramma relativo al Sillaro nella sezione di Sesto Imolese (Figura 5) mostra una persistenza di livelli idrometrici pressoché stazionari che prolungano la fase di colmo di piena raggiunto alle 21:30 del 16 maggio con il valore di 15,54 m, e si mantengono al di sopra del livello di soglia 3 fino alle 17:45 del 17 maggio. Attualmente i livelli sono al di sotto della soglia 1.

Simile andamento si riscontra nell’idrometro di Ponte Braldo (Figura 6) situato sul Fiume Montone in prossimità di Forlì, i cui livelli si sono mantenuti al di sopra del livello di soglia 3 fino alle 9:15 del 18 maggio. Attualmente i livelli sono al di sotto della soglia 2 (soglia di criticità media). L’idrometro di Faenza sul Lamone, nella tarda serata del 16 maggio, ha raggiunto il limite di misurabilità, come attestato dal tratto orizzontale dell’idrogramma (Figura 7) registrando valori al di sotto della soglia 3 a partire dalle 4:30 del 18 maggio.

Attualmente dopo essersi portati al di sotto della soglia 1, i livelli sono in risalita. Sono stati registrati un paio di picchi secondari dopo il maggiore raggiunto alle 16:00 del 16 maggio (Figura 8) nella stazione di San Carlo (a monte di Cesena) sul Fiume Savio, i cui livelli sono scesi al di sotto della soglia 3 a partire dalle 17:00 del 17 maggio. Attualmente i livelli sono al di sotto della soglia 1 e mantengono un andamento in calo.

Idrogramma di piena registrato alla stazione idrometrica di S. Ruffillo Savena. FONTE ARPAE Emilia Romagna
Idrogramma di piena registrato alla stazione idrometrica di Sesto Imolese sul Sillaro. FONTE ARPAE Emilia Romagna
Idrogramma di piena registrato alla stazione idrometrica di Ponte Braldo sul Montone. FONTE ARPAE Emilia Romagna
Idrogramma di piena registrato alla stazione idrometrica di Faenza sul Lamone. FONTE ARPAE Emilia Romagna
Idrogramma di piena registrato alla stazione idrometrica di San Carlo sul Savio. FONTE ARPAE Emilia Romagna

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