Ákaran Architects ha scelto il mattone per rendere dinamica la facciata di una architettura iraniana

Un linguaggio architettonico che punta all'atemporalità

Zomorrod 11 é un edificio per uffici che sorge a ridosso di un incrocio stradale molto trafficato nella città di Teheran.

La strada su cui si affaccia l'edificio, infatti, collega due delle principali arterie stradali che collegano da nord a sud la città di Teheran. L'impatto visivo che il passante ha dell'architettura è fortemente influenzato dal movimento e dalla velocità.

Tuttavia, il particolare design di questa architettura, opera dello studio Ákaran Architects, ha puntato a far in modo che i conducenti e i pedoni in transito possano per qualche istante fermarsi e ricordare, attraverso i caratteri di una struttura moderna, i legami con la cultura iraniana.

"Costruendo un volume che rappresenta il nostro tempo e spazio ora, questo linguaggio architettonico desidera ardentemente un senso di atemporalità, un senso di un edificio che resisterà alla prova del tempo attraverso le epoche a venire" dichiarano gli architetti.

Gli architetti, sensibili alla tradizione e al background del luogo, hanno scelto di utilizzare tanto i materiali locali quanto i più moderni per raccontare una storia. I mattoni fatti a mano, insieme ai pannelli ossidati, giustapposti a vetrate e pannelli in cemento che rappresentano il presente, parlano di una connessione, un ponte tra il vecchio e il nuovo, un omaggio al passato e all'architettura tradizionale della capitale iraniana di cui oggi poco rimane.

Schermature solari realizzate con mattoni fatti a mano e posati senza l'uso di malta

Seguendo questa idea di architettura, gli architetti hanno utilizzato il mattone con un approccio particolare che mutua in elevazione e dona carattere all'architettura. Nei piani inferiori dell'edificio sono state utilizzate delle pannellature realizzate con blocchi in laterizio che filtrano la vista "da e verso" il fronte strada e gli edifici prospicienti e che restano statiche.

È a partire dal 3° livello dell'edificio fino a raggiungere il 6° che ha inizio, se così possiamo definirlo, il gesto o slancio architettonico. Man mano che si sale in elevazione e ci si allontana dal traffico frenetico della strada, i pannelli da statici diventano mobili, entrano all'interno dell'edificio, e aprono la vista dell'edificio sul paesaggio urbano e le montagne che lambiscono la città di Teheran.

Le pannellature mobili in mattoni non solo forniscono dall'esterno un'immagine in continua evoluzione dell'edificio, ma diventano funzionali perché consentono all'utente di controllare la quantità di luce solare che permea negli spazi degli uffici.

Ogni pannello pesa circa 1000 kg, tuttavia è molto facile spingerlo lungo le rotaie montate nel pavimento. Le pannellature mobili sono state progettate tailor-made per renderle il più leggere possibile, i blocchi in laterizio sono forati e sono stati installati a secco all'interno della cornice senza l'uso di malta, ma solo con delle viti.

"Il design delle sezioni in mattoni dell'edificio e la scelta di avvitarle è nata dall'idea di togliere la malta e sostituirla con delle inondazioni di luce che creano bellissime ombre e motivi con l'obiettivo di massimizzare i livelli di luce naturale nell'edificio. Questa idea è stata utilizzata in tutto il volume dell'architettura, dalle facciate agli interni e persino alle pareti divisorie nei livelli dei parcheggi" ha dichiarato lo studio.

Il progetto Brick on the move ha ricevuto nel 2021 l'Architecture MasterPrize (AMP). Si tratta di un premio internazionale di architettura che riconosce l'eccellenza del design. L'AMP è stato creato per promuovere l'apprezzamento e l'esposizione del design architettonico di qualità in tutto il mondo.

Scheda tecnica
Nome del progetto: Bricks on The move
Superficie edificata lorda: 10.400 m²
Anno di completamento: 2020
Architetti principali: Moeen Afzalkhani, Zahra Azizi
Cliente: Golshirazi Organizzazione di beneficenza
Team di progettazione: Ali Frughi, Mohammad Arefian, Hanna Mobaraki, Reza Ghorashi,
Fotografia: Parham Taghioff

A proposito di Ákaran Architects

Aspirando a creare spazi curiosi e interessanti, ma altamente funzionali, Ákaran Architects è stata fondata da Moeen Afzalkhani e Zahra Azizi nel 2010. "Non è uno stile distintivo nell'architettura che conta, ma piuttosto, è l'essenza dello spazio creato e la continuazione di un intrigante dialogo spaziale con il contesto ambientale, politico, sociale e culturale", così gli architetti raccontano parte della loro filosofia progettuale.

"L'architettura, curiosamente reattiva, è allineata con l'appropriata collaborazione ingegneristica in ogni fase del percorso per garantire edifici articolati che possano essere facilmente letti e compresi, pur mantenendo la bellezza e l'immacolata maestria."