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Aderenza tra HPFRC COMPOSITE M130 e supporti in calcestruzzo: efficacia di prodotti per incollaggi strutturali

In questo articolo si vuole mettere in evidenza, tramite un'esperienza sperimentale, l’efficacia di un adesivo a base epossidica per incollaggi strutturali e riprese di getto, quale l’ANKOR EPO di General Admixtures, utilizzato come promotore di adesione tra il microcalcestruzzo fibrorinforzato HPFRC COMPOSITE M130 di General Admixtures ed i supporti esistenti in calcestruzzo.

L' HPFRC COMPOSITE M130 trova sempre più utilizzo in ripristini e consolidamenti di strutture in c.a.

Il microcalcestruzzo fibrorinforzato ad elevate prestazioni (HPFRC, High Performance Fiber Reinforced Concrete) COMPOSITE M130 trova sempre più spazio nell’ambito dei ripristini e consolidamenti strutturali di strutture esistenti in c.a. In virtù del C.V.T. (Certificato di Valutazione Tecnica) rilasciato dal C.S.LL.PP., accompagnato dalla Marcatura CE secondo UNI EN 1504-3 e UNI EN 1504-6, esso viene impiegato, in forma di camicie corticali in basso spessore, per ripristinare o ringrossare sezioni in c.a. degradate e/o inadeguate ai carichi di esercizio previsti dalla Normativa. In tale contesto, le applicazioni sempre più utilizzate sono quelle della incamiciatura di pilastri/setti, travi e nodi e della realizzazione di cappe collaboranti su solai in c.a., legno o acciaio (Figura 1).

Figura 1 – Tipiche applicazioni di rinforzo di elementi strutturali esistenti con microcalcestruzzo HPFRC

In tutte le applicazioni, il nuovo strato corticale dovrà essere solidale al supporto originario, in modo che il “nuovo” elemento strutturale possa manifestare un comportamento monolitico nei confronti delle sollecitazioni applicate. Per ottenere questo è necessario che, tra il supporto esistente ed il nuovo materiale, vi sia una adesione tale da consentire la corretta trasmissione di sforzi tangenziali, attraverso la superficie di interfaccia, tra la sezione originaria e la camicia (Figura 2).

Figura 2 – Il comportamento monolitico di un elemento strutturale rinforzato con getto in sovrapposizione (overlay) presuppone il corretto trasferimento di sforzi tangenziali all’interfaccia ripristino/rinforzo.

La qualità del legame di aderenza dipende, notoriamente, da diversi fattori quali la resistenza del materiale originario e la corretta preparazione del supporto prima dell’applicazione dello strato corticale.

Con “corretta preparazione del supporto” si intende una serie di operazioni fondamentali:

  • a. Rimozione di tutte quelle porzioni di calcestruzzo che non siano perfettamente adese all’elemento originario e che quindi siano facili al distacco;
  • b. Realizzazione di una scarifica generalizzata del supporto che restituisca una superficie sufficientemente scabra da poter determinare una intima connessione con il nuovo materiale;
  • c. Rimozione di ogni elemento estraneo (polvere, sporcizia, ecc…) che possa penalizzare l’adesione;
  • d. Adeguata saturazione del supporto originario con acqua pulita (conforme a UNI EN 1008), utile ad evitare che il calcestruzzo esistente, in virtù della sua porosità, possa assorbire acqua dal microcalcestruzzo fresco penalizzandone la corretta idratazione proprio in corrispondenza della zona di interfaccia;
  • e. Corretta stagionatura dei nuovi getti.

Nel presente studio l’attenzione è stata focalizzata sull’aspetto riguardante la saturazione del supporto. Più precisamente l’intenzione è stata quella di valutare, come alternativa alla sua completa saturazione, l’efficacia di un preliminare trattamento superficiale del supporto con uno specifico prodotto per incollaggi strutturali e riprese di getto.

Allo scopo è stato impiegato un adesivo bicomponente fluido a base epossidica per l’incollaggio e l’ancoraggio strutturale ANKOR EPO di General Admixtures, dotato di Marcatura CE secondo le norme UNI EN 1504-4 ed UNI EN 1504-6. In Tabella 1 si riportano le sue caratteristiche principali. Si rimanda alla scheda tecnica per maggiori dettagli.

Tabella 1 – Principali caratteristiche dell’adesivo bicomponente ANKOR EPO utilizzato nella sperimentazione

Esperienza sperimentale

Preparazione dei provini

Sono stati confezionati dapprima una serie di supporti prismatici in calcestruzzo aventi dimensioni (100X100X200) mm. Al fine di simulare un intervento di ripristino/rinforzo su una struttura esistente in c.a. “datata”, è stato progettato un calcestruzzo con caratteristiche meccaniche medio-basse (Rcm,28=24,80 MPa). Al termine della stagionatura si è proceduto ad una scarifica dei prismi, localizzata nelle sole aree che sarebbero successivamente andate in aderenza al getto di COMPOSITE M130 (vedi immagini successive).

La scabrezza superficiale è stata volutamente limitata ad asperità di circa 1,5÷2 mm (la raccomandazione è quella di conseguire sempre una scabrezza superficiale media di 3÷5 mm) in maniera da valutare la prestazione di aderenza in condizioni non eccellenti.
Dopo la scarifica i provini sono stati adeguatamente puliti mediante aria compressa per eliminare la polvere ed i detriti dalle superfici ora descritte.

Figura 3 – Provini di calcestruzzo scarificati prima di essere sottoposti ad un getto aderente di COMPOSITE M130.

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