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Acquisizione al patrimonio comunale e ulteriore area di sedime: serve un'altra giustificazione

L'acquisizione al patrimonio comunale dell'opera abusiva è illegittima se il comune omette di fornire adeguata motivazione in merito all'acquisizione dell'area ulteriore rispetto a quella corrispondente al sedime dell'opera abusiva.

Attenzione alla sentenza 17222/2024 del 7 ottobre del Tar Lazio, perché fornisce interessanti 'linee guida' in materia di acquisizione dell'abuso edilizio al patrimonio comunale in caso di inottemperanza all'ordine di demolizione.

Nello specifico, un privato ricorre contro la determinazione dirigenziale di acquisizione sostenendo che l'Amministrazione ha violato art. 31 commi 3 e 4 del dpr 380/2001, omettendo di motivare in merito alle modalità di individuazione dell'area acquisita ulteriore rispetto a quella di sedime.

 

Ordine di acquisizione al patrimonio comunale: cosa deve riportare

Secondo la pacifica giurisprudenza, "il Comune è tenuto a specificare, di volta in volta, nella motivazione del provvedimento acquisitivo, l'estensione dell'area, ulteriore rispetto a quella concretamente interessata dalla costruzione abusiva, di cui viene disposta l'acquisizione ai sensi dell'art. 31, d.P.R. n. 380/2001; posto che il legislatore non ha determinato l'ulteriore area acquisibile, limitandosi a prevedere che tale area non possa comunque essere superiore a dieci volte la complessiva superficie utile abusivamente costruita, la determinazione dell'area - fermo il limite massimo del decuplo del sedime delle opere abusive chiaramente contemplato dall'art. 31, comma 3 - si giustifica per il fatto che risulti funzionale e strumentale rispetto all'acquisto del bene abusivo e della relativa area di sedime; ne consegue che l'Amministrazione è tenuta a specificare, volta per volta, in motivazione, le ragioni che rendono necessario l'ulteriore acquisto, nonché ad indicare con precisione l'ulteriore area di cui viene disposta l'acquisizione, non essendo all'uopo sufficiente la mera indicazione del decuplo dell'area".

 

Inottemperanza all'ordine di demolizione: conseguenze, acquisizione al patrimonio comunale, sanzione pecuniaria

L’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato ha fornito diversi e importanti chiarimenti sulla natura dell'illecito della mancata ottemperanza all'ordine di demolizione e sul connesso atto di acquisizione al patrimonio comunale.


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Manca la motivazione dell'acquisizione dell'area 'ulteriore'

Nella fattispecie, il Comune resistente ha omesso di fornire adeguata motivazione in merito all’acquisizione dell’area ulteriore rispetto a quella corrispondente al sedime dell’opera abusiva, che supera di poco i 1.000 mq, secondo quanto merge dai dati indicati nel provvedimento.

Può, anzi, osservarsi che nell’atto impugnato la superfice acquisita non è neppure quantificata, limitandosi il Comune a disporre l’acquisizione - oltre che dell’area di sedime - “del terreno circostante” ovvero “della relativa area di pertinenza”, indicandone gli estremi catastali.

 

C'è differenza tra area di sedime dell'abuso e area ulteriore: per l'acquisizione serve una precisa giustificazione

Ed invero, “Come la giurisprudenza amministrativa ha avuto modo di chiarire (Cfr. Consiglio di Stato Sez. VI, 1 marzo 2021, n. 1743; T.A.R. Napoli Sez. III, 2 febbraio 2022, n. 744; T.A.R. Palermo, Sez. II, 6 dicembre 2021, n. 3412 e da ultimo T.A.R. Catania, Sez. II, 17.06.2022 n. 1719), mentre per l’area di sedime su cui insistono le opere abusive l’automatismo dell’effetto acquisitivo rende superflua ogni motivazione sul punto, e l’individuazione della stessa può evincersi anche dalla descrizione degli interventi sanzionati, invece l’individuazione dell’eventuale area ulteriore da acquisire dev’essere invece puntuale e ampiamente giustificata. In altri termini, poiché non può ragionevolmente ritenersi che il legislatore abbia rimesso la determinazione dell'ulteriore area acquisibile al mero arbitrio dell'Amministrazione, quest'ultima è tenuta a specificare, volta per volta, in motivazione le ragioni che rendono necessario disporre l'ulteriore acquisto”.


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