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Acqua: dall’Europa in arrivo le sanzioni. Il Governo all’opera per migliorare il sistema idrico

Lo scorso 15 dicembre la Commissione europea, visti i gravi ritardi dell’Italia nel rispetto della direttiva comunitaria che prevede da oltre dieci anni la messa a norma dei sistemi fognari e depurativi, ha comunicato al Governo che nei prossimi mesi proporrà alla Corte di giustizia europea l’importo delle sanzioni che l’Italia dovrà pagare per non aver risolto i problemi accertati dalla sentenza di condanna del 2012 per 72 agglomerati urbani, situati principalmente nel mezzogiorno.

La Commissione europea ha notificato che nel 2016 arriveranno le sanzioni per non aver messo a norma i sistemi fognari e depurativi di 72 agglomerati urbani

Lo scorso 15 dicembre la Commissione europea, visti i gravi ritardi dell’Italia nel rispetto della direttiva comunitaria che prevede da oltre dieci anni la messa a norma dei sistemi fognari e depurativi, ha comunicato al Governo che nei prossimi mesi proporrà alla Corte di giustizia europea l’importo delle sanzioni che l’Italia dovrà pagare per non aver risolto i problemi accertati dalla sentenza di condanna del 2012 per 72 agglomerati urbani, situati principalmente nel mezzogiorno.
Una situazione di crisi diffusa, come è possibile verificare anche dalle informazioni che abbiamo deciso di mettere online sul nostro portale dell’acqua ( www.acqua.gov.it  ). Parte da questo recente passaggio l’analisi di Mauro Grassi, responsabile della Struttura di Palazzo Chigi #italiasicura che si occupa dello sviluppo delle infrastrutture idriche oltre al dissesto idrogeologico.
 
“Quindi, ha continuato Grassi, se da un lato nel 2016 cominceremo a pagare salate sanzioni, dall’altro gli investimenti necessari a scongiurare le stesse sanzioni stentano ancora a decollare. L’obiettivo è raggiungere livelli di investimento nel sistema idrico simile agli altri paesi europei, e passare dagli attuali 36 euro/abitante almeno a 50 euro/abitante per avvicinarsi agli 80/90 euro/abitante dei paesi più virtuosi del contesto europeo.
D’altra parte, secondo Grassi, la sola crescita tariffaria non è sufficiente a risolvere le problematiche di sviluppo delle infrastrutture idriche; le Regioni che presentano il maggior numero di situazioni di infrazione comunitaria sulle fognature e sulla depurazione sono infatti quelle che non hanno attuato la riforma della governance del settore. Se da un lato è necessario che la tariffa cresca in alcune aree del Paese dove i costi del servizio sono storicamente troppo bassi o completamente evasi, è altrettanto importante che si arrivi alla completa attuazione della normativa sulla governance del settore idrico. E' facile immaginare che anche triplicando le tariffe, senza un gestore efficiente, organizzato e capace di realizzare economie di scala, gli investimenti potrebbero non crescere proporzionalmente alle disponibilità finanziarie e le risorse potrebbero essere disperse in interventi troppo frammentati. Prova tangibile della incapacità di spesa, pur in presenza di risorse, sono i 3,2 miliardi di euro (2,8 miliardi di euro solo per il sud) stanziati per quasi 900 opere tra depuratori, fognature e acquedotti che non sono ancora state nemmeno avviate a gara.
Il Governo, che ha messo fin dall’inizio in agenda lo sviluppo delle infrastrutture idriche, è intervenuto con lo “Sblocca Italia”, ponendosi un duplice obiettivo: risolvere il problema strutturale, fissando paletti ben definiti per la costituzione degli Enti di governo degli ambiti, e affrontare la situazione emergenziale prevedendo la possibilità di ricorrere all’azione dei Commissari di Governo per accelerare l’attuazione degli interventi, già completamente finanziati, necessari a superare le procedure di infrazione. Una scelta che ha un impatto considerevole soprattutto sugli interventi da 1,6 miliardi di euro stanziati dalla Delibera CIPE 60/2012 con l’obiettivo di superare le infrazione europee, dei quali 1,1 miliardi di euro solo per la Regione Siciliana".
“Ad oggi, ha concluso Grassi, grazie alle scelte fatte dal Governo e inserite nello “Sblocca Italia” sono stati nominati commissari governativi per la realizzazione di fognature e impianti per la depurazione nelle Regioni Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Puglia, Friuli Venezia Giulia, Veneto e Sicilia. In particolare, in Sicilia il valore degli interventi oggi passati nella gestione del commissario è di oltre 600 milioni di euro. Con i “patti per lo sviluppo” poi, il Governo continuerà a garantire investimenti pubblici nelle situazioni ancora a rischio di sanzioni europee. Segnali chiari della volontà dell’esecutivo di raggiungere risultati concreti in tempi brevi anche nella gestione e nel miglioramento del sistema idrico, riposizionando l’Italia allo stesso livello degli altri partner europei ed evitando di dover sopportare ancora le pesanti sanzioni che a breve ci arriveranno da Bruxelles”.