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Acciaio e Zero-Net-Energy

L'utilizzo dell'acciaio nella realizzazione del Lee Hall College, edificio a Zero-Net-Energy

Il nuovo ampliamento del Lee Hall College si distingue per la semplicità progettuale e la sensibilità ambientale. Lo spazio open-space a tutta altezza è sostenuto da una maglia regolare di colonne in acciaio ad albero, continue e interamente a vista, che si aprono a sostenere lucernari circolari da cui si diffonde la luce naturale. L’integrazione totale delle più efficaci strategie ambientali punta a bilanciare l’energia necessaria per il funzionamento dell’edificio con quella generata da fonti rinnovabili per realizzare un edificio Zero-Net-Energy che ha ottenuto il livello Gold della certificazione ambientale LEED.

Prossimità e trasparenza: open-space e cross-pollination per la formazione
Il progetto per il terzo ampliamento della scuola di Arte, Architettura e Studi Umanistici “Lee Hall” in South Carolina si distingue nel panorama delle architetture per la formazione realizzata negli ultimi anni, per la chiarezza spaziale, per il rigore funzionale e per l’essenzialità costruttiva perseguita attraverso un accurato studio della struttura in acciaio e dei suoi dettagli.

Fig. 1 - Vista del lato Sud dell’edificio aperto sugli spazi verdi circostanti (© Scott Frances)

Gli architetti dello studio Thomas Phifer and Partners, in collaborazione con gli architetti dello studio in loco Mc Millan Pazdan Smith e gli ingegneri strutturali dello studio Skidmore Owings & Merrill, hanno saputo realizzare una sintesi architettonica rigorosa e chiara nella rispondenza al programma funzionale, basato sulla convinzione che la formazione nell’ambito dell’arte e dell’architettura oggi debba necessariamente coltivare uno spirito interdisciplinare, aperto e collaborativo.
Dopo un’approfondita e condivisa fase di concept progettuale è emersa l’importanza di creare un luogo di interazione spontanea e informale tra gli studenti, anche di diverse discipline, e tra i docenti, come terreno fertile per l’apprendimento e lo scambio creativo.
L’idea centrale per alimentare questo senso di comunità è stata quella di creare uno spazio unico senza soluzione di continuità: un ambiente aperto, dinamico e fluido dove i diversi elementi funzionali si potessero ‘mescolare’ e sovrapporre, per incoraggiare la contaminazione reciproca tra i programmi dei dodici corsi di laurea, afferenti ai quattro dipartimenti di Arte, Architettura, Scienza delle Costruzioni e Management, Pianificazione e Architettura del Paesaggio.
Questo obiettivo è stato perseguito attraverso un impianto planimetrico, distributivo e strutturale semplice, chiaro e ordinato che si apre su una cintura di spazi verdi e sul paesaggio collinare ai piedi delle Blue Ridge Mountains (figura 1).
L’ampliamento è costituito da un corpo di fabbrica autonomo, realizzato sul lato Sud del campus, il cui impianto planimetrico si basa sugli allineamenti perpendicolari degli edifici esistenti e sul profilo obliquo del crinale boscoso a Est (figura 2).



Fig. 2 - Piante del piano terra e del livello dei mezzanini organizzate su una maglia distributiva perpendicolare alla facciata principale (© Thomas Phifer and Partners)

Il volume regolare generato da questo trapezio rettangolo alla base sarebbe quasi scatolare se non fosse per la leggerissima, quasi impercettibile, curvatura della copertura verde (figura 4).
Il nuovo ampliamento è collegato all’edificio esistente attraverso una piazza con rivestimento in ghiaietto grigio stabile e un percorso in quota al di sopra della stessa, chiuso da pareti e copertura inclinate (1).
Lo spazio verde realizzato tra i due edifici è dimensionato in modo tale da consentire la realizzazione di mock-up e costruzioni in scala reale, mentre il giardino sul lato Sud del nuovo edificio è pensato come uno spazio di studio più raccolto, destinato a piccoli gruppi. La visuale sugli spazi verdi è totale grazie alla trasparenza delle due pareti interamente vetrate a Nord e a Sud, i cui vetri ultra-chiari a tutta altezza sono intelaiati direttamente sulla struttura in acciaio retrostante verniciata bianca e interamente a vista. Sempre sui lati Nord e Sud una pensilina leggera in pannelli metallici traforati, fissati a un’orditura di travi in acciaio, protegge le pareti vetrate dal soleggiamento diretto ed è sostenuta da colonne in acciaio a “Y” a sezione circolare, avanzate di circa 4,5 m rispetto al filo di facciata (figura 3).

Fig. 3 - Sui lati Nord e Sud una pensilina leggera e il prolungamento delle pareti opache a Est e Ovest proteggono le pareti vetrate dal soleggiamento diretto (© Scott Frances)

 

Fig. 4 - Vista del lato Nord con in primo piano il percorso pedonale in quota che collega all’edificio esistente (© Scott Frances)
 

Questi veri e propri portici sono chiusi lateralmente dal prolungamento delle pareti opache a Est e Ovest caratterizzate da un rivestimento in mattoni pieni e da ampie finestrature schermate.
Il rivestimento in mattoni crea una connessione visiva con la tessitura muraria dell’edificio esistente e grazie alla struttura in acciaio le pareti sporgono a sbalzo oltre le vetrate sospese a 90 cm da terra, creando un particolare effetto di leggerezza in corrispondenza degli angoli della costruzione.
Su una superficie totale di poco più di 5000 m2 le diverse funzioni sono delimitate al minimo con partizioni leggere o trasparenti grazie a una struttura indipendente di mezzanini e passerelle in acciaio da cui si ha visibilità attraverso quasi tutto lo spazio a tutta altezza di poco più di 10 m (figura 5).



Fig. 5 - Prospetto del lato Sud caratterizzato dalle colonne in acciaio a “Y” e sezione longitudinale dell’edificio (© Thomas Phifer and Partners)

Questo effetto di continuità spaziale è generato da una rigorosa chiarezza distributiva articolata in cinque fasce funzionali a doppio livello, su una maglia perpendicolare alla facciata principale e con moduli di circa 4 m di larghezza e lunghezza variabile. Il resto dello spazio è libero ed è definito solo dalla configurazione flessibile dei tavoli da disegno per i laboratori progettuali, al piano terra per gli studenti dei primi anni e al primo livello per gli studenti di laurea specialistica. I moduli del piano terra a ridosso delle facciate principali sono adibiti alle aule lezioni per i corsi di Arte, Architettura, Pianificazione e Architettura del Paesaggio e ad uno spazio di condivisione comune.
Pochi altri moduli nella parte centrale dell’edificio sono adibiti al Dipartimento di Scienza delle Costruzioni e Management, Real Estate Development, al Laboratorio di informatica, ad altri spazi di condivisione e ai servizi. Al primo livello sul lato Nord, speculari rispetto all’asse centrale, ci sono gli uffici dei presidi di facoltà di Architettura e Pianificazione e Architettura del Paesaggio e due aule seminariali.
Sul lato Sud si trovano gli uffici di facoltà delimitati da moduli di dimensioni maggiori di circa 4 m x 22 m e nella parte centrale del primo livello si trovano gli uffici dei dipartimenti di Architettura e Pianificazione e Architettura del Paesaggio.

I collegamenti verticali sono posizionati sul lato Nord, in alternanza ai moduli funzionali del piano terra, e sono costituiti da tre corpi scala da cui si accede ai percorsi in quota dei mezzanini, paralleli alle facciate principali. Su questo livello si trova il ponte pedonale che collega all’edificio esistente.
La flessibilità e la variabilità di configurazione dei moduli, aperti o chiusi, parzialmente vetrati o opachi e l’apertura e la trasparenza dei percorsi in quota conferiscono estremo dinamismo e vivacità allo spazio. Allo stesso tempo l’omogeneità materica delle finiture monocromatiche bianche della struttura portante, delle partizioni e del sistema di illuminazione, su un pavimento continuo con rivestimento in cemento a vista, riconduce all’unità la percezione dello spazio pronto ad essere reso vivo e colorato dai lavori degli studenti (figura 6).

Fig. 6 - Gran parte dello spazio è libero ed è definito solo dalla configurazione variabile dei tavoli da disegno per i laboratori progettuali (© Scott Frances)

Estratto da Costruzioni Metalliche n. 2/2014.
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