Abusi edilizi: le regole sull'acquisizione del bene al patrimonio comunale per inottemperanza alla demolizione
La mancata ottemperanza all'ordinanza di demolizione entro il termine previsto dall’art. 31, comma 3 del Testo Unico Edilizia impone l'emanazione dell'atto di acquisizione del bene al patrimonio comunale
Se non si ottempera all'ordinanza di demolizione, la conseguenza è l'acquisizione del bene al patrimonio comunale.
Non ci sono altre strade, come ricordato dal Tar Lazio nella sentenza 14466/2024 del 16 luglio, relativa al ricorso contro il provvedimento comunale avente ad oggetto l’accertamento dell’inottemperanza all’ingiunzione di demolizione e conseguente avvio del procedimento di acquisizione al patrimonio pubblico per un intervento di ristrutturazione, ampliamento e consolidamento di un vecchio edificio preesistente.
L'abuso edilizio
L’edificio era costituito da tre corpi di fabbrica così individuati:
- a) corpo verso sud di mq 32,00 circa, altezza al colmo di ml 5,60 e ml 4,90 alla gronda;
- b) corpo centrale di mq 46,50 circa, altezza al colmo di ml 6,30 e ml 5,60 alla gronda;
- c) corpo nord di mq 69,20 circa, altezza al colmo di ml 5,60 e ml 4,90 alla gronda.
Dopo aver ingiunto la demolizione delle suddette opere in quanto realizzate in assenza del prescritto permesso di costruire, il comune ha accertato l'inottemperanza e comunicato l'avvio del procedimento formale di acquisizione al patrimonio comunale, tramite frazionamento.
Il ricorso
Secondo il ricorrente, a parte che non si tratterebbe di abuso edilizio:
- il comune ha disposto l'acquisizione gratuita al patrimonio comunale dell'edificio abusivo senza attendere, tuttavia, la preventiva definizione del giudizio amministrativo di impugnazione dell’ingiunzione demolitoria;
- le opere di ristrutturazione edilizia da demolire sarebbero in tesi necessarie ai fini del consolidamento statico della struttura di fondazioni di una porzione dell'edificio, sicchè l'eventuale demolizione di esse causerebbe il crollo delle porzioni legittime dell'edificio.
I principi essenziali dell'inottemperanza all'ordine di demolizione
Il TAR richiama, quindi, i principi essenziali che governano l'istituto dell'accertamento di inottemperanza all'ordine demolitorio (e la conseguente acquisizione gratuita al patrimonio comunale), così come recentemente puntualizzati ed illustrati dall’arresto dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato n. 19 del 2023:
- a) la mancata ottemperanza all’ordine di demolizione entro il termine da esso fissato comporta la perduranza di una situazione contra ius e costituisce un illecito amministrativo omissivo propter rem, distinto dal precedente ‘primo’ illecito – avente anche rilevanza penale – commesso con la realizzazione delle opere abusive;
- b) la mancata ottemperanza – anche da parte del nudo proprietario – all’ordinanza di demolizione entro il termine previsto dall’art. 31, comma 3, del d.P.R. n. 380 del 2001, impone l’emanazione dell’atto di acquisizione del bene al patrimonio comunale, tranne il caso in cui sia stata formulata l’istanza prevista dall’art. 36 del medesimo d.P.R. o sia stata dedotta e comprovata la non imputabilità dell’inottemperanza;
- c) l’atto di acquisizione del bene al patrimonio comunale, emesso ai sensi dell’art. 31, comma 3, del d.P.R. n. 380 del 2001, ha natura dichiarativa e comporta – in base alle regole dell’obbligo propter rem – l’acquisto ipso iure del bene identificato nell’ordinanza di demolizione alla scadenza del termine di 90 giorni fissato con l’ordinanza di demolizione. Qualora per la prima volta sia con esso identificata l’area ulteriore acquisita, in aggiunta al manufatto abusivo, l’ordinanza ha natura parzialmente costitutiva in relazione solo a quest’ultima (comportando una fattispecie a formazione progressiva);
- d) l’inottemperanza all’ordinanza di demolizione comporta la novazione oggettiva dell'obbligo del responsabile o del suo avente causa di ripristinare la legalità violata, poiché, a seguito dell’acquisto del bene da parte dell’Amministrazione, egli non può più demolire il manufatto abusivo e deve rimborsare all’Amministrazione le spese da essa sostenute per effettuare la demolizione d’ufficio, salva la possibilità che essa consenta anche in seguito che la demolizione venga posta in essere dal privato.
Inottemperanza all'ordine di demolizione: conseguenze, acquisizione al patrimonio comunale, sanzione pecuniaria
L’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato ha fornito diversi e importanti chiarimenti sulla natura dell'illecito della mancata ottemperanza all'ordine di demolizione e sul connesso atto di acquisizione al patrimonio comunale.
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Acquisizione al patrimonio comunale legittima
L'atto impugnato - conclude il TAR - non consiste nell’atto di acquisizione gratuita al patrimonio comunale dei manufatti abusivi e dell’area di sedime, bensì nel mero accertamento dell’inottemperanza all’ingiunzione demolitoria, senza che ad esso si accompagni alcuna esatta indicazione né dell’area di sedime, né dell’ulteriore area necessaria alla realizzazione di opere analoghe a quelle abusive (cfr. art. 31, c. 3, TUE).
Ma i manufatti abusivi erano stati già adeguatamente descritti e localizzati nell’ingiunzione demolitoria del 2003, e, pertanto, l’effetto acquisitivo si è senz’altro consumato ipso iure con riguardo ai manufatti abusivi, ma non si è invece realizzato in relazione all’area di sedime e all’area necessaria alla realizzazione di opere analoghe a quelle abusive.
Abuso Edilizio
L'abuso edilizio rappresenta la realizzazione di opere senza permessi o in contrasto con le concessioni esistenti, spaziando da costruzioni non autorizzate ad ampliamenti e modifiche illegali. Questo comporta rischi di sanzioni e demolizioni, oltre a compromettere la sicurezza e l’ordine urbano. Regolarizzare tali abusi richiede conformità alle normative urbanistiche, essenziale per la legalità e il valore immobiliare.
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