Data Pubblicazione:

A Radio24 si parla del Calcestruzzo del Futuro

nell'ambito della trasmissione "Smart Cities" condotta da Maurizio Melis, Radio24 ha dedicato tre speciali al calcestruzzo

Riceviamo da ATECAP e ripubblichiamo la notizia che si è parlato di calcestruzzo a Radio24: nell'ambito della trasmissione "Smart Cities" condotta da Maurizio Melis, Radio24 ha dedicato tre speciali al calcestruzzo, con l'obiettivo di raccontare, in termini semplici e divulgativi, come anche cemento e calcestruzzo abbiano abbracciato in Italia un percorso di innovazione, grazie ai continui investimenti delle aziende del settore e alla collaborazione con le Università.

luigi-coppola.jpgTestimonial della filiera il Professor Luigi Coppola, Presidente di ACI Italy Chapter e docente del Dipartimento di Ingegneria e Scienze Applicate (DISA) dell'Università di Bergamo. Ai seguenti link è possibile riascoltare le tre puntate: 26 marzo, 27 marzo, 28 marzo.

Calcestruzzo, un materiale da sempre rivolto al futuro

Calcestruzzo drenante, calcestruzzo auto-riparante, calcestruzzo mangia smog, calcestruzzo rinforzante (jacketing), calcestruzzo fotoluminescente, calcestruzzo galleggiante e marino, sono solo alcuni esempi che la filiera del cemento e del calcestruzzo, materiali fondamentali per il mondo delle costruzioni, può` offrire come contributo ed elemento propulsivo di innovazione e modernità`. 

Grazie agli investimenti delle aziende del settore nella ricerca scientifica, nell'innovazione delle tecniche costruttive e nella riduzione dell'impatto ambientale dei processi produttivi, il calcestruzzo è sempre più` un elemento tecnologicamente indispensabile per la building community, con un'infinita qualità` di applicazioni e un'indiscutibile modernità`.

In questo senso il professor Coppola ha svolto un excursus di quanto di meglio offra all'oggi la tecnologia del calcestruzzo. 

Il calcestruzzo "mangia inquinamento"

Punto di partenza il calcestruzzo "mangia inquinamento", o più precisamente fotocatalitico che, grazie a sostanze come il biossido di titanio, o il niobato di litio o l'ossido di zinco, consente di abbattere gli inquinanti atmosferici che vengono degradati tramite una reazione alla luce il cui risultato sono sostanze innocue sia per le strutture in calcestruzzo che per l'ambiente, sostanze che vengono lavate via dall'acqua piovana, caratteristica questa che rende questo calcestruzzo speciale anche "autopulente", molto apprezzato ad esempio per le applicazioni in galleria, consentendo inoltre una riduzione dei costi di manutenzione. 

Il calcestruzzo "drenante"

Altro fronte di sviluppo per le applicazioni in qualche modo a carattere ambientale è quello del calcestruzzo drenante, un calcestruzzo speciale dove manca tra gli aggregati la sabbia. Utilizzando quindi i soli aggregati grossi si riesce a realizzare una struttura molto porosa adatta a far permeare l'acqua nel sottosuolo. In tal senso si riesce a garantire uno smaltimento che può arrivare a far passare 700 litri di acqua al minuto per metro quadro, riproducendo di fatto la capacità di infiltrazione del terreno. Tale caratteristica, ha spiegato Coppola, lo rende adatto alla realizzazione di pavimentazioni per parcheggi, piste ciclabili, parchi, ecc. 

Ultra High Performance Fiber Renforced Concrete

Dai calcestruzzi drenanti si è passati poi ai calcestruzzi rinforzanti, o meglio Ultra High Performance Fiber Renforced Concrete, calcestruzzi ad altissime prestazioni ottenute aggiungendo agli ingredienti tradizionali delle fibre strutturali, generalmente metalliche, ad esempio acciaio, ma possono essere anche in polipropilene. Il risultato è associare alle ottime prestazioni in termini di compressione del calcestruzzo anche la resistenza a trazione che nei calcestruzzi tradizionali è molto bassa. L'impiego è particolarmente rivolto alla manutenzione straordinaria di strutture esistenti, ad esempio viadotti, ponti, ecc. 

Il calcestruzzo "autoriparante"

Il professore ha poi citato il calcestruzzo autoriparante, che grazie agli additivi carbossilici, che hanno la capacità in presenza di umidità di innescare una reazione chimica che crea dei cristalli che vanno a ricoprire le fessure del materiale. Si tratta di un bio-calcestruzzo che, con l'ingresso di acqua o umidità attiva le spore presenti nel materiale, producendo nutrienti e poi calcare, che di fatto ripara la frattura. A quel punto, le spore tornano dormienti, con una vita media di 200 anni, e si riattivano in caso di nuova frattura. 

Il calcestruzzo "trasparente"

È stata poi la volta del calcestruzzo trasparente che, con l'aggiunta di fibre ottiche piccolissime, da qualche micron fino a pochi millimetri, generalmente immesse in modo perpendicolare rispetto alla faccia della parete, riesce a perdere l'opacità tipica del materiale e a trasmettere la luce anche a venti metri di distanza. 

Il calcestruzzo "galleggiante"

Dalla ricerca tecnologica proviene anche il calcestruzzo galleggiante, grazie a una mutazione della propria densità dovuta all'aggiunta di additivi leggeri, ad esempio argilla espansa o polistirolo, in sostituzione di quelli lapidei di quarzo e calcare. Con tale tipo di calcestruzzo vengono realizzate ad esempio le piattaforme off-shore come quelle per le pale eoliche, che hanno il vantaggio di poter essere facilmente disancorate e spostate. 

Il calcestruzzo "fotoluminescente"

Coppola ha poi descritto il nuovo calcestruzzo fotoluminescente, che sta trovando già molte applicazioni per piste ciclabili, marciapiedi, parcheggi. Questo calcestruzzo contiene degli alluminati ottenuti dagli scarti del vetro, quindi contribuendo a riciclare una frazione di residui industriali, capace di assorbire energia solare e riemetterla come fonte luminosa di notte, riducendo il fabbisogno elettrico legato all'illuminazione delle città. La fotoluminescenza è una fonte di energia pulita, rinnovabile e sicura per gli esseri umani e per l'ambiente circostante. 

Il calcestruzzo per la stampa 3D

A seguire, quella che sembrava una velleità nata per realizzare oggetti decorativi, si sta trasformando in una tecnica costruttiva vera e propria: si tratta del calcestruzzo per la stampa 3D, con la quale si stanno realizzando edifici in particolare in Cina, dove è stato fabbricato un palazzo di ben cinque piani. La stampa 3D è una tecnologia che sta trasformando i processi costruttivi, soprattutto grazie alla capacità dei materiali cementizi di rispondere alle esigenze di fluidità e plasmabilità richieste da queste nuove tecniche. Le unità di stampa 3D possono agevolmente essere trasportate presso i cantieri e consentono di ridurre i tempi di costruzione, lo spreco di materia prima e il costo complessivo delle opere. Nelle zone interessate da calamità naturali o terremoti, la stampa di case 3D in calcestruzzo potrà rappresentare una risorsa cruciale per assicurare una casa alle persone colpite, in tempi rapidi e con costi sostenibili per le amministrazioni pubbliche. 

Il calcestruzzo sostenibie e l'economia circolare

La terza puntata è stata dedicata ai temi dell'economia circolare. Il calcestruzzo rientra appieno nelle buone pratiche dell'economia circolare. I passi avanti compiuti sul fronte della produzione del materiale consentono, oggi, di utilizzare materie prime secondarie, in sostituzione o aggiunta rispetto alle materie prime naturali. In questo senso, possono essere utilizzati aggregati riciclati o industriali, come sabbie, ghiaie provenienti dalla frantumazione di materiali da costruzione, scorie di acciaieria o materiali riciclati da scarti della plastica o della gomma. Inoltre, a fine vita, il calcestruzzo stesso può essere a sua volta riciclato per produrre nuovi aggregati utilizzabili per produrre nuovo calcestruzzo o destinati ad altre tipologie costruttive come i rilevati stradali. 

Il calcestruzzo quindi, materiale con quasi duemila anni di storia, continua a rinnovarsi per adattarsi alle nuove esigenze costruttive, alla crescente digitalizzazione che sta prendendo piede anche nelle costruzioni, grazie agli sforzi dell'industria del cemento e del calcestruzzo, che continua a investire nonostante la crisi che, per il settore edile, non è mai terminata. 

FONTE: ATECAP