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A PARMA il primo APPALTO PUBBLICO che segue le MODALITÀ del FUTURO "DECRETO BIM"

A PARMA il primo APPALTO PUBBLICO che segue le MODALITÀ del FUTURO "DECRETO BIM"

Il Ponte della Navetta a Parma è tra i primi appalti pubblici predisposti secondo quanto stabilito dal futuro "decreto Bim" il cui testo dovrebbe essere chiuso entro la fine di febbraio.

«Il comitato Tecnico-amministrativo del Provveditorato ha approvato il progetto del ponte - ha spiegato l'ingegnere Pietro Baratono, provveditore alle Opere pubbliche di Lombardia ed Emilia-Romagna - e le linee essenziali che il nuovo decreto richiamerà sono contenute in questo appalto, per esempio per quanto riguarda il riferimento al capitolato informativo richiamato nelle norme UNI 11337-6». L'opera, del valore di un milione e mezzo di euro, sostituirà l’antico ponte in mattoni spazzato via dalla piena del Baganza nel 2014.

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«A breve pubblicheremo il bando del nuovo ponte pedonale che sarà realizzato in acciaio - ha aggiunto - anche per questo si presta all'utilizzo del Bim sia come metodologia di progettazione che di gestione e manutenzione». Nel frattempo, la Commissione istituita presso il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che ha il compito di definire le modalità e i tempi della progressiva introduzione dell’obbligatorietà del BIM nelle opere pubbliche, si avvia alla conclusione dei propri lavori. «Il decreto dovrebbe essere pronto per la fine di febbraio - ha precisato l'ingegnere Baratono che presiede il gruppo di lavoro - poi ci sarà un momento di confronto con le istituzioni e gli stakeholder, come previsto dal decreto del ministro Graziano Delrio e una operazione di "maquillage" successiva, necessaria per avere un quadro di riferimento allineato con tutti gli altri
provvedimenti del Codice degli Appalti, come le linee guida sulla qualificazione delle stazioni appaltanti e quelle sulla
progettazione».

L'ingegnere Baratono ha poi illustrato gli elementi principali del futuro decreto. «Il primo punto fondamentale riguarda gli aspetti organizzativi e gestionali delle stazioni appaltanti - ha spiegato - l'altro punto tratta i riferimenti normativi e qui si gioca una partita importante. Di recente sono state pubblicate le norme UNI della serie 11337 sul Bim e ciò che a noi interessa nel decreto è fare un riferimento, ovviamente volontario e non cogente, a quelle parti delle norme UNI che hanno diretta incidenza sull'appalto e rappresentano una necessaria standardizzazione per evitare confusione sul mercato. Altro elemento importante del decreto, è l'interoperabilità che oggi non è realtà totale, poi, dato che stiamo parlando di appalti pubblici, prendiamo in considerazione la preminenza dei livelli contrattuali: in un primo tempo il riferimento sarà il supporto cartaceo prodotto dal modello, successivamente il riferimento sarà il modello stesso».

Altra questione, è l'applicazione graduale del Building information modeling. «La Commissione sta studiando un'applicazione progressiva sia per importi che per tempi - ha precisato - così da creare un momento di crescita formativa di tutte le stazioni appaltanti, non dimentichiamo infatti che questa operazione durerà complessivamente circa cinque anni, come peraltro è successo negli altri Paesi europei e porta in sé una gradualità necessaria per riorganizzare le stazioni appaltanti, formare le persone, i professionisti e le imprese». Baratono, pioniere dell’utilizzo del Bim nella pubblica amministrazione italiana, ha poi ribadito l'importanza del Bim applicato alla realizzazione delle opere pubbliche. «La crescita non è solo per i professionisti o per le imprese - ha concluso - questo sistema avvantaggia tutti, perché la Pubblica amministrazione razionalizza, risparmia e ha piena consapevolezza di ciò che gestisce e mantiene; inoltre è stato provato
che le imprese potrebbero raggiungere un miglioramento intorno al cinque per cento del valore dell'appalto. Non dimentichiamo che il mondo sta andando in questa direzione».

La redazione ha chiamato anche il prof. Simone Garagnani per poter avere qualche dettaglio ulteriore: "Il bando di gara, tra i primi di questa tipologia, costituisce un tentativo importante di introdurre i processi della digitalizzazione BIM nella programmazione degli interventi di Opera Pubblica. Durante la stesura del Capitolato Informativo (nel rispetto delle linee guida espresse dalla UNI 11337:2017) e con la contemporanea analisi del modello digitale realizzato a corredo, si sono potuti evidenziare in anticipo elementi di valutazione importanti che la documentazione tradizionale del progetto avrebbe rivelato solo più tardi.
Il Capitolato, ma più in generale il progetto di digitalizzazione che il bando esprime, costituirà un indicatore di grande interesse per quanto attiene alla risposta che riceverà da parte dei partecipanti; delineare un quadro veritiero dell’attuale livello di maturità del comparto è infatti un’operazione difficoltosa, attuabile solamente con un coinvolgimento diretto di professionisti e imprese”.

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