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A ognuno il suo posto…anche con il BIM

Non esistono bacchette magiche per chi inizia a gestire un progetto con le logiche Building Information Modelling. Non è risolutivo per operare con queste logiche ridurre il problema al semplice acquisto di un software. Ogni strumento deve essere utilizzato per le sue virtù e collaborare in modo coordinato attraverso il BIM è solo una di queste. Soprattutto in ambito strutturale.

Con l'avvento dei PC, parliamo degli anni '80, è cambiato il mondo, lo sanno tutti. Attraverso la loro introduzione nelle aziende e lo sviluppo dei software si è raggiunta una enorme evoluzione dei processi di progettazione industriale. Oggi nella progettazione di un oggetto, ad esempio, si parte dall'ideazione per passare alla definizione tridimensionale, rendering, prototipazione, ingegnerizzazione e infine alla produzione sempre attraverso una gestione computerizzata, raggiungendo una elevatissima efficienza e rapidità di tutte le fasi.
Una gestione simile nel mondo dell'edilizia ancora non c'è ed un tentativo per introdurla è, appunto, il Building Information Modelling, chiamato più comunemente BIM. Non si tratta di un prodotto o un servizio ma in pratica di un business process che per funzionare deve coinvolgere tutti gli attori del processo di progetto, esecuzione, manutenzione etc. Si pensi che a regime un edificio dovrebbe essere consegnato al committente assieme ad una sorta di manuale di istruzioni elettronico con tutte le informazioni di strutture, fognature, impianti (compresi i singoli manuali di istruzione delle caldaie o degli apparecchi illuminanti etc), finiture etc. in modo che chi ne gestisce la manutenzione abbia tutte le informazioni necessarie per farlo.
In alcuni paesi europei come Danimarca, Finlandia, Norvegia, Olanda, Gran Bretagna queste logiche sono già assai note e pare che possano apportare forti vantaggi anche economici non solo al facility management ma all’intero processo progettuale e produttivo legato alle costruzioni.
Affrontare questi processi però richiede un cambio di filosofia nella progettazione perché il progetto diventi parte centrale e oggetto di condivisione. Un ipotetico coordinatore di progetto potrà gestire i vari gruppi interessati dalla progettazione e, con un proprio software, collegare e confrontare tra loro i diversi elementi oggetto di progettazione: strutture, impianti, finiture, arredamenti etc. Al fine di ampliare la possibilità di gestione e visualizzazione del progetto alcune software house hanno realizzato dei prodotti specifici destinati a queste figure professionali fornendoli peraltro anche in licenze gratuite, come ad esempio Solibri Model Viewer, Tekla BIMsight, Autodesk Navisworks, etc, software da non confondere con quelli destinati alla progettazione architettonica come Revit, Allplan, Archicad, Archline, etc..

Cross-platform con IFC
Per consentire il passaggio delle informazioni in fase di progetto (non necessariamente solo geometrie) sono stati sviluppati molti protocolli definendo degli standard indipendenti da piattaforme software commerciali. Per ciò che riguarda il nostro settore lo standard più importante è Industry Foundation Classes ovvero IFC che è anche l'estensione del file che contiene le informazioni da scambiare. Nonostante sia uno standard la sua struttura ha parecchi limiti. Può confortare il fatto che sia in continua evoluzione ma allo stato attuale indubbiamente ciò introduce qualche difficoltà.
I processi nel BIM tendono a favorire lo sviluppo di una interoperabilità tra i diversi software impegnati nella progettazione ma ci sono ancora molte difficoltà nell’operare con gli standard a disposizione. Allo scopo di superare questi limiti alcune grosse software house propongono quindi propri “ecosistemi” di software. Potendone infatti controllare strettamente lo sviluppo possono fare in modo che il passaggio dei dati sia il più possibile coordinato ed efficiente. Essendo poi in grado di investire molto in comunicazione, hanno creato l’idea che con l’uso del software in sé tutto possa essere risolto brillantemente ma non pare sia esattamente così. Per quanto questo genere di “ecosistemi” siano evoluti non è affatto dimostrato, e si possono citare molti a casi ad avvallarlo, che siano in grado di soddisfare le preferenze contemporaneamente di ogni team legato alla progettazione.
Resta comunque fuori dubbio che ci si dovrà sempre scontrare con la necessità di esporre i dati nei formati standard visto che non è pensabile un’amministrazione pubblica legata a standard commerciali di un’azienda piuttosto che di un’altra.
Probabilmente la miglior soluzione possibile è affidarsi a strumenti affidabili ed evoluti che tenendo il passo coi tempi soddisfino i singoli team di progettazione. Solo questo può mantenere elevato il livello qualitativo, la sicurezza e assicurare tempi rapidi di progettazione.

Il BIM per uno strutturista
Lavorare con le logiche BIM per uno strutturista può comportare la necessità di una fase di produzione di elaborati più ampia. Sarà indispensabile continuare a produrre relazioni di calcolo per gli enti controllori con le verifiche normative e predisporre esecutivi da cantiere ma accanto a questo sarà anche necessario produrre degli output che rappresentino le strutture calcolate destinati al coordinatore di progetto o ai vari altri team progettuali.

L’idea che sia indispensabile importare ed esportare l’opera in 3d non è poi così fondata. Lo strutturista potrà creare una geometria 3d per le sue calcolazioni ma soprattutto dovrà crearne una per la cooperazione in ambito BIM. Non è detto che debba necessariamente esportarla direttamente dal suo software tecnico.

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