A che punto siamo col BIM in Italia?
intervista a luca ferrari sul BIM SUMMIT 2015
Per fare il punto sull’evoluzione di questo importante strumento di progettazione integrata, Harpaceas in collaborazione con il Dipartimento ABC del Politecnico di Milano ha organizzato un appuntamento dove si confronteranno i maggiori esperti del Building Information Modeling, e si presenteranno numerosi casi applicativi.
Questa seconda edizione del BIM Summit, con circa 400 iscritti si sta configurando come l'appuntamento di riferimento per tutti gli operatori della Filiera delle Costruzioni per conoscere lo stato dell'arte della metodologia BIM (Building Information Modeling), presentando esempi di utilizzo sia in campo nazionale sia internazionale, senza tralasciare futuri orizzonti di applicazione.
Nel programma dell’evento è prevista la presenza di importanti relatori provenienti da numerosi ambiti a dimostrazione dell’interesse crescente per il BIM. Qual è secondo lei l’ambito in cui, oggi in Italia, trova maggiore diffusione l’utilizzo del BIM? E quale invece dove occorre far capire di più i vantaggi che esso può offrire?
In Italia si è iniziato a parlare di BIM da alcuni anni ma solo dal 2013 il BIM ha iniziato a diffondersi tra gli operatori. Ad oggi sono le maggiori imprese di costruzione e le principali società di ingegneria e di progettazione architettonica del nostro paese ad aver adottato in misura diversa il BIM ed i relatori presenti al BIM Summit fanno parte di questo gruppo di pionieri, avendone colto immediatamente i vantaggi operativi ed economici. Esiste però un altro lato della medaglia cioè la grande maggioranza dei piccoli studi, tipici del nostro paese che a causa della difficile congiuntura economica degli ultimi anni non hanno investito per il cambio di marcia verso il BIM. Inoltre la committenza, sia pubblica sia privata, categoria che in altri paesi funge da traino per l'adozione del BIM, in Italia è ancora al palo nonostante i maggior vantaggi generati dal BIM ricadano proprio sulla categoria suddetta. Il nostro paese infatti è tra gli ultimi della classe in Europa.
Harpaceas è un’azienda che ha puntato da tempo sul BIM. Dalla vostra esperienza quali sono le maggiori difficoltà nella diffusione di questo moderno approccio alla progettazione integrata?
È vero, confermo che Harpaceas ha investito molto nella diffusione e nella proposta del BIM al mercato delle costruzioni. Da un lato abbiamo ampliato la nostra offerta con un portfolio di prodotti BIM per tutta la filiera, dal design alla costruzione, al cantiere fino al Facility Management, dall’altro abbiamo creato una partnership con la società di consulenza organizzativa operante nel settore delle costruzioni in2it, per offrire in modo completo la nostra competenza per l'adozione della metodologia BIM, iniziando proprio dal re-engineering dei processi fino alla scelta e l’implementazione delle tecnologie informatiche più adatte per le esigenze del cliente.