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No, non esiste un Green Concrete

Il tema della sostenibilità è quanto mai d’attualità. Ogni governo, ogni settore industriale, ogni cittadino nel suo piccolo cerca di affrontarlo con maggiore o minore determinazione, ma nella testa di ognuno di noi il problema del cambiamento climatico, dell’inquinamento di aria, acqua e terra, della disponibilità di risorse… è presente.

E in un contesto in cui la comunicazione è diventata sociale, amplificata, invadente, si tende a volte a semplificare troppo correndo il rischio di creare dei falsi contesti e dei falsi obiettivi.

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Non esiste "un" Green Concrete

Non esiste perchè non esiste un materiale che sia per sua semplice costituzione e costruzione sia green.

Prendiamo un esempio. Un calcestruzzo prodotto con aggregati riciclati è un prodotto che ha consumato meno «materiale da cava» ma se impiegato in una opera complessa come può essere un ponte, in cui i problemi di aggressione chimico fisico possono essere importanti porterà a un degrado anticipato dell’opera con la necessità poi di aumentare la manutenzione, probabilmente bloccare il traffico più spesso (smog, consumo carburanti …), utilizzare sistemi di rinforzo più difficili da riciclare a fine ciclo, … Quindi un calcestruzzo con inerti riciclati è una soluzione green se quel prodotto è utilizzato per determinati scopi, mentre per un viadotto autostradale è sicuramente più sostenibile (in una valutazione più completa) l’uso di un calcestruzzo con materie prime di grande qualità. 

Provo a fare qualche altro esempio.

Un calcestruzzo drenante, se impiegato per realizzare un pilastro non è una soluzione green, è una cavolata tecnica. Se è utilizzato per realizzare una pista ciclabile è invece una soluzione eccellente ma non per le materie prime utilizzate ma per l’enorme quantità di vantaggi in termini di resilienza e sostenibilità che comporta.

Un calcestruzzo HPFRC - soluzione molto usata nella vicina svizzera e troppo poco in Italia - utilizza componenti pregiate visto che richiede dosaggi sostanziosi di legante e di fibre ad alte prestazioni. Ma per alcune soluzioni ha il vantaggio di avere un altissimo rapporto prestazioni/peso e di essere facilmente riciclabile a fine ciclo. Quindi un prodotto altamente sostenibile anche se utilizza prodotti non riciclati, ma per determinati usi.

 

Il calcestruzzo è un materiale green, se …

La considerazione finale è quindi che non esiste «un green concrete».

La sostenibilità deve essere misurata con una visione olistica in cui il green concrete è quello adatto a realizzare un'opera nel modo migliore. I «calcestruzzi buoni» sono tutti quindi potenzialmente green, innanzitutto se sono stati progettati, prodotti, e utilizzati nel modo corretto e scelti per raggiungere le prestazioni previste. Perchè il calcestruzzo ha un valore aggiunto enorme: a fine ciclo, se era stato prodotto in modo corretto, può essere facilmente riciclato.

E' la progettazione che tiene conto come fattore fondamentale quello del LCA - Life Cycle Assessment - che porta alla vera sostenibilità dell'opera nel suo complesso, dal momento in cui si esprime l'idea di realizzarla a quando dovrà essere demolita. E su questo punto del cosiddetto "fine vita" va fatto un importante inciso: quando si decide di non demolire un'opera ma di intervenire per ripristinarla, la valutazione tra le due scelte deve tenere conto del LCA, affidando alla sostebilità (e alla sicurezza) un peso superiore a qualsiasi altro valore economico o empatico possa essere considerato. Quando questo peso non viene considerato, la motivazione deve essere di eccezionale importanza, altrimenti il nostro "ambientalismo" sarà sempre una semplice etichetta di facciata.

 

La soluzione Green deve essere coerente

Vorrei ampliare lo sguardo sul tema della "sostenibilità delle materie prime" sollevando il fatto che se si vuole una seria economia circolare non può essere miope e populista.

Non si può da un lato riempirsi la bocca di "sostenibilità", "green economy", "climate change" poi sostenere solo le scelte comode per essere usate come campagna elettorale con il popolo e non portare avanti quelle più importanti (e difficili da spiegare). Un esempio fra tutti: l'uso degli RSU nella produzione del cemento. Quanti litri di gasolio e chilogrammi di pneumatici risparmieremmo se invece di fare viaggiare questi rifiuti in giro per l'Italia (e all'estero) venissero bruciati a 1.400 gradi in un processo ad altissimo controllo come quello che avviene nei cementifici ? quanto carburante fossile potremmo risparmiare ? Trovo indecoroso il fatto che scelte così importanti per la salvaguardia dell'ambiente siano discusse al TAR e non pianificate da un governo.

 

I CAM, sono la scelta giusta ?

Per questo motivo ho molti dubbi sulla fatto che i CAM possano essere la scelta giusta per una costruzione sostenibile. Perchè sono troppo concentrati sul singolo prodotto, e non sulla prestazione d’uso che devo ottenere. Non sono «sostenibile» solo perchè impiego un materiale riciclato. Lo sono se questa scelta non mi comporta poi costi ambientali successivi di entità molto maggiore.

Ogni buon calcestruzzo può essere un green concrete: dipende dove viene utilizzato. Un cattivo calcestruzzo invece non sarà mai un Green Concrete.

E qui … ad avere tempo … si potrebbe aprire una bella discussione sull’importanza della conoscenza dei materiali da parte di chi progetta … ma sarà per un’altra volta.