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Mappa dei rischi dei comuni italiani: tutti i dettagli su terremoti e alluvioni. Tu che rischio corri?

Mappa dei rischi dei comuni italiani: progettato da Casa Italia, il sito web integra, tra gli altri, i dati di Istat, Ispra, Ingv e Protezione Civile con l’obiettivo di informare su quali siano i territori più esposti alle calamità naturali

Rischio sismico in Italia: la mappa dei comuni è online

La mappa dei rischi dei comuni italiani come strumento informativo e di prevenzione: è questo, il 'must' della nuova “Mappa dei rischi dei comuni italiani”, presentato nei giorni scorsi ufficialmente a Roma e strumento utile per assistere i policy maker nella identificazione delle priorità di intervento e per fornire ai cittadini informazioni chiare sul tema del rischio e della sicurezza. Tutti i dati sono aggiornati al 30 giugno 2018. Su Ingenio avevamo già fornito alcune, prime informazioni sullo strumento.

Mappa dei rischi dei comuni italiani: come funziona

La mappa nasce dalla collaborazione tra il Dipartimento Casa Italia e altre amministrazioni ed enti di ricerca, principalmente Istat, Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), e Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra).

Tramite l’integrazione e la sovrapposizione delle mappe di rischio esistenti, fornisce un quadro completo e facilmente accessibile dei dati sui rischi naturali. Per ogni Comune italiano, Provincia e Regione è possibile visualizzare diversi indici sulla pericolosità (sismica, idrogeologica, da frane, vulcanica) e anche quelli relativi a esposizione e vulnerabilità (demografia, struttura e stato degli edifici e delle abitazioni).

La piattaforma è caratterizzata da alcuni prodotti/servizi informativi quali: 

Rischio idrogeologico

I dati relativi a popolazione esposta a rischio alluvione e a rischio frane e quelli relativi alle rispettive superfici sono consultabili sul Rapporto ISPRA 2018 “Dissesto idrogeologico in Italia: pericolosità e indicatori di rischio“.

Rischio sismico

La pericolosità sismica è la valutazione dello scuotimento del terreno atteso in una certa area in un certo periodo di tempo a causa di terremoti naturali.

Non essendo in grado di fare previsioni deterministiche del verificarsi di un evento (una previsione dovrebbe indicare quando, dove e quanto grande sarà un terremoto), si segue un approccio che indica la probabilità che si registrino movimenti del suolo che superano una certa soglia.

Questa valutazione si basa sulla definizione di tutte le possibili sorgenti sismogenetiche (cioè che possono generare terremoti), sull’attribuzione ad ognuna di esse di tassi (o frequenze) di accadimento di terremoti per diversi valori di magnitudo (essenzialmente sulla base di un catalogo dei terremoti storici, combinati con dati geologici e geodetici), sulla modellazione in termini probabilistici degli scuotimenti che questi terremoti possono produrre nel sito di interesse.

I dati presentati riportano per ogni comune italiano il valore di accelerazione orizzontale del suolo che si stima possa verificarsi o essere superato con una probabilità del 10% in 50 anni, valutato su suolo roccioso e pianeggiante, ed espresso come frazione dell'accelerazione di gravità (1g=0.981 cm/s2).

La stima, disponibile su zonesismiche.mi.ingv.it è stata compiuta da INGV, ed è stata recepita quale mappa di pericolosità sismica di riferimento per l'Italia con l'Ordinanza PCM 3519 del 2006.

Rischio vulcanico

Approfondimenti sul rischio vulcanico sono disponibili ai seguenti link:

Indice di vulnerabilità sociale e materiale

L'Istat rende disponibile un'interessante e completa Nota metodologica sull’indice di vulnerabilità sociale e materiale.

Il commento dell'ANCI

La mappa del rischio sismico, vulcanico e idrogeologico e di esondazione fluviale dei Comuni rappresenta un buon punto di partenza informativo, su cui è però fondamentale ci sia un maggior coinvolgimento dei Comuni. Questo vale soprattutto per quanto riguarda i dati relativi al patrimonio edilizio pubblico e privato, per i quali gli enti territoriali non sono stati consultati”.

Lo ha sottolineato Alessandro Ghinelli, sindaco di Arezzo e delegato Anci alle Politiche ambientali, territorio e protezione civile, partecipando ad una tavola rotonda nell’ambito della presentazione a Roma della Mappa dei rischi dei comuni italiani.

“Lo strumento presentato è un buon indicatore della esposizione ai vari tipi di rischio, visto che mette insieme informazioni prima poco coordinate ma – ha aggiunto il sindaco aretino – presenta alcune criticità per quanto riguarda la valutazione specialmente del rischio sismico e della vulnerabilità degli edifici”.

Secondo il delegato Anci alla Protezione Civile, bisogna poi fare particolare attenzione al livello di conoscenza complessiva con cui vengono trattati i dati diffusi attraverso la Mappa. “Questa piattaforma ha una configurazione un poco ibrida, a metà tra lo strumento scientifico informativo e il mezzo divulgativo su vasta scala”, ha spiegato Ghinelli. “E questo richiede una particolare attenzione al tema della divulgazione ad un pubblico che non ha livelli di conoscenza adeguati alla piena comprensione delle informazioni contenute nella piattaforma, e quindi della traduzione al pubblico di tali informazioni, che andrebbero dunque filtrate prima di diffonderle ai cittadini per evitare di creare inutili allarmismi”.

In ogni caso per il sindaco di Arezzo ogni strumento di conoscenza dispiega la sua utilità solo se è messo realmente in correlazione con gli interventi concreti che impattano sulla vita dei cittadini. “La valutazione del rischio, di qualsiasi tipo, ha senso se si accompagna alle misure e soprattutto se si individuano le politiche che consentano di programmare uno sviluppo, anche urbanistico, sostenibile”, ha concluso il delegato Anci.