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Abilitazione restauratori beni culturali: approvato il nuovo decreto! I dettagli e il testo integrale

Beni culturali: la Conferenza Unificata ha modificato le caratteristiche della prova di selezione, la composizione della commissione di valutazione e introdotto la limitazione a due settori in cui i nuovi restauratori possono essere abilitati

Recupero, restauro e conservazione: il nuovo decreto sull'abilitazione

Novità importanti per i restauratori: la Conferenza Unificata ha infatti approvato, nella riunione del 13 febbraio 2019, lo schema di decreto che reca la disciplina delle modalità per lo svolgimento della prova di idoneità, con valore di esame di Stato abilitante, finalizzata al conseguimento della qualifica di restauratore dei beni culturali. Nel nuovo testo sono stati recepiti gli emendamenti proposti dalla Regione Toscana e condivisi dal coordinamento delle Regioni.

La bozza dello schema di decreto è stata modificata secondo le indicazioni emerse nella riunione tecnica dello scorso 4 febbraio. La Commissione incaricata di approfondire i punti più delicati era intervenuta andando a modificare la parte relativa alle caratteristiche della prova di selezione, alla composizione della commissione di valutazione e alla limitazione a due settori in cui i nuovi restauratori possono essere abilitati.

Il regolamento dei restauratori di beni culturali

Il regolamento in questione è quello previsto dal Codice dei Beni culturali (art.182, comma 1-quinques d.lgs. 42/2004) che affida al Mibac, di concerto con il Miur, il compito di emanare un decreto (avrebbe dovuto farlo entro il 31 dicembre 2012...), d’intesa con la Conferenza unificata, che disciplini le modalità di riconoscimento della professione di restauratore per quanti abbiano ottenuto la qualifica di "collaboratore restauratore di beni culturali" in basi a requisiti maturati prima del 2012.

La prova abilitante: i dettagli

  • prova teorica: test articolato in sessanta quesiti a risposta multipla su materie specifiche e sulla legislazione dei beni culturali. La prova teorica è proposta dalle Università, dalle Scuole di alta formazione del Ministero dei Beni culturali e dalle Accademie accreditate per la classe LMR/02;
  • prova tecnico-pratica: si articolerà in relazione ai 12 diversi ambiti di competenza e prevede la progettazione dettagliata, in materiali e metodi, di un intervento di restauro avente ad oggetto un manufatto, un complesso di manufatti o un bene architettonico decorato. La valutazione della progettazione come atto critico dovrà verificare la formazione e competenza interdisciplinare del restauratore. La traccia per l’elaborato progettuale su un manufatto, un complesso di manufatti o un bene architettonico decorato da analizzare per lo svolgimento della prova tecnico-pratica è proposta dall’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro, dall’Opificio delle Pietre Dure e dall’Istituto Centrale per il Restauro e Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario.

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