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Abusi edilizi: anche Google Earth può provarli! Ecco perché

Tar Calabria: le immagini satellitari della piattaforma webGIS Google Earth costituiscono prove documentali, utilizzabili anche in sede penale

Google Earth scova anche gli abusi edilizi

E’ legittimo l’annullamento in autotutela della concessione in sanatoria adottato dal comune se, tramite l’utilizzo di Google Earth, gli uffici si accorgono che il manufatto incriminato risulta realizzato dopo la domanda di condono e che all'epoca l'edificio ha dimensioni differenti rispetto a quanto rappresentato nel progetto.

Sorpresi? E' quanto affermato dalla sorprendente (ma fino ad un certo punto) sentenza 1604/2018 del Tar Calabria, dove quindi si certifica che le immagini satellitari della conosciutissima piattaforma di webGIS californiana costituiscono prove documentali, utilizzabili anche in sede penale.

Condoni edilizi pregressi: occhio a Google Earth

Nel caso di specie, si tratta di un ricorso contro l’ordinanza di demolizione di alcune opere abusive e del provvedimento comunale con il quale è stato annullata la concessione edilizia in sanatoria.

I giudici amministrativi sottolineano che la domanda di condono presentata dal ricorrente, per poter essere accolta, avrebbe dovuto avere ad oggetto un’opera ultimata, sia pure abusivamente, entro la data del 1° ottobre 1983, come prescritto dall’art. 31 della legge 47/1985, con la precisazione che “si intendono ultimati gli edifici nei quali sia stato eseguito il rustico e completata la copertura, ovvero, quanto alle opere interne agli edifici già esistenti e a quelle non destinate alla residenza, quando esse siano state completate funzionalmente”.

Questo presupposto indispensabile (ultimazione dei lavori di costruzione entro la data del 1° ottobre 1983) è stato però confutato, poiché l’ingegnere verificatore ha ‘scoperto’ che l’opera è stata realizzata addirittura dopo la presentazione della domanda di sanatoria e comunque successivamente all’anno 2001 e l’immobile, a quell’epoca, era di dimensione differente rispetto allo stato rappresentato in progetto.

Tutto ciò - appunto - grazie alle aerofotogrammetrie acquisite presso l’amministrazione e delle immagini presenti sul programma Google Earth, i cui fotogrammi costituiscono prove documentali pienamente utilizzabili anche in sede penale (cfr. Cass. pen., Sez. III, 15 settembre 2017 n. 48178).

L’immobile aveva quindi perso il titolo edilizio necessario alla prosecuzione dell'attività commerciale e non c’è prova contraria, quando invece “incombe sul ricorrente, che agisce e afferma, la prova documentata dell'anteriorità, rispetto alla data finale prevista dalla legge
sul condono edilizio, dell'ultimazione dei lavori abusivi. In mancanza di tale prova, la tesi dell’amministrazione sorregge adeguatamente la legittimità del diniego di condono impugnato (cfr. T.A.R. Campania Napoli, Sez. III, 20 novembre 2012 n. 4638)”.

Da qui deriva, tra l’altro, anche l’annullamento del certificato di agibilità, che non può essere rilasciato per fabbricati abusivi e non condonati.

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