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Antitrust: confermate dal TAR le multe al cemento, salvo il tondino

Il TAR ha deciso di confermare le multe ai produttori di cemento

Il Tar del Lazio si conferma uno snodo fondamentale per l'assegnazione definitiva delle sanzioni Antitrust alle imprese.

Il Tribunale amministrativo ha confermato le maxi-multe inflitte dall'Antitrust nel luglio dello scorso anno alle principali società di vendita del cemento avendo valutato esistente un'intesa per coordinare i prezzi di vendita in Italia e un controllo delle relative quote di mercato. Al momento si tratta di tre dispositivi di sentenza (altri ricorsi sono in attesa di pubblicazione delle decisioni) con i quali ha respinto le impugnazioni proposte da Cementi Moccia (multata per 691.721 euro), Buzzi Unicem (multata per 59.793.072 euro) e Italcementi (multata per 84.052.057 euro).

Pubblicati i dispositivi, si attendono adesso le motivazioni delle sentenze con le quali è stato confermato il provvedimento sanzionatorio.

Ricordiamo che più di 180 milioni di euro di multe sono state inflitte dall'Antitrust per un'intesa che avrebbe avuto vita nel periodo 2011-2016. L'intesa oggetto di accertamento istruttorio - spiegò all'epoca l'Antitrust - si sarebbe basata su un modello concertativo unitario e stabile nel tempo, secondo il quale le imprese cementiere avrebbero definito in maniera concordata, anche nel corso di riunioni associative, identici aumenti nominali del prezzo del cemento da comunicarsi anticipatamente alla clientela. Un coordinamento di condotte che, secondo l'Autorità, avrebbe comportato, in un contesto di gravissima crisi del mercato del cemento, il raggiungimento di livelli di ricavi e margini aziendali superiori a quelli ottenibili in un contesto concorrenziale, a danno della domanda rappresentata dal settore edile.

Ricordiamo che nel periodo contestato i produttori di cemento hanno quasi sempre chiuso i bilanci con pesanti segni negativ

Il Tar ha invece annullato le altre maximulte, quelle per più di 140 milioni di euro complessivi inflitte dall'Antitrust nel luglio dello scorso anno alle principali imprese che producono tondini di acciaio per cemento armato e della rete elettrosaldata, accusate di intesa restrittiva della concorrenza.

In questo caso, sono stati accolti i ricorsi amministrativi proposti da Alfa Acciai, Feralpi Siderurgica, Ferriera Valsabbia, Industrie Riunite Odolesi, Ori Martin Acciaieria e Ferriera, Riva Acciaio, Ferriere Nord e Fin.Fer. Per l'Autorità, le società, nel periodo 2010-2016 avevano realizzato un'intesa avente a oggetto il coordinamento delle reciproche politiche commerciali sui mercati nazionali dei due prodotti interessati.

Per fare 'cartello', osservò l'Antitrust, avrebbero sfruttato occasioni di incontro periodico (riunioni mensili dell'associazione Nuovo Campsider, e riunioni quindicinali della Commissione Prezzi prodotti siderurgici della Camera di Commercio di Brescia), per definire in modo concertato i prezzi di vendita. Ne è nato un contenzioso amministrativo, adesso deciso dal Tar con sentenza.