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Salute e Sicurezza sul Lavoro: approvata la ISO 45001, ecco le novità

Una breve analisi sulle novità che arrivano con la nuova norma internazionale

ISO 45001:2018

Occupational health and safety management systems - Requirements with guidance for use

Nell’ambito ISO, ente di normazione a livello globale, sono sempre esistite forti resistenze nell’affrontare il tema della salute e sicurezza sul lavoro: si ritiene che un tema così delicato debba essere lasciato alla competenza dei singoli stati. In questo “vuoto normativo” la BS OHSAS 18001, norma nazionale britannica, ha preso piede diventando standard di riferimento a livello globale.

A ottobre 2013 ISO ha costituito il gruppo di lavoro PC 283 con il mandato di predisporre una norma che trattasse il tema della Salute e Sicurezza sul Lavoro; anche a causa delle resistenze a cui si sopra, l’iter di sviluppo della norma è stato tutt’altro che semplice ed è passato attraverso la bocciatura di una prima bozza. Nonostante tutto, le attività del gruppo di lavoro, composto dai rappresentanti di 70 stati, sono proseguite e, attraverso un’ intensa attività di mediazione si è arrivati a una un “final draft” che ha ottenuto il parere favorevole da parte del 93% dei paesi partecipanti. La pubblicazione della norma è prevista per marzo 2018 (a cinque anni dall’avvio dei lavori).

BS OHSAS e 18001 e ISO 45001: cosa cambia?

La ISO 45001 è impostata secondo la High Level Structure (HLS) che contraddistingue tutte le norme di nuova emissione che trattano Sistemi di Gestione (tra queste la ISO 9001:2015 e la ISO 14001:2015). Le aziende che intendono certificarsi devono quindi ragionare in termini di comprensione del contesto, delle aspettative delle parti interessate e di pensiero orientato al rischio.

La parola “rischio” può trarre in inganno: nella struttura HLS, “rischio” è definito come possibile deviazione dai risultati attesi, per esempio: non raggiungere gli obiettivi di budget, superare i limiti autorizzati in relazione alla concentrazione di inquinanti in un punto di scarico o non raggiungere gli obiettivi in termini di indici infortunistici. Nel mondo della salute e sicurezza sul lavoro, invece, quando si parla di rischio ci si riferisce alla possibilità che un lavoratore si infortuni o contragga una malattia professionale. Si “rischia” quindi di fare confusione. La ISO 45001 contiene due definizioni di “rischio”: una riferita all’azienda e alla continuità del business (è la stessa che troviamo nelle “cugine” ISO 9001 e ISO  1400) e “rischio OHSAS” riferito ai lavoratori. Questa è la prima differenza con la BS OHSAS 18001: mentre la norma britannica si limita a un approccio basato su un rapporto lavoratore-datore di lavoro, la ISO allarga il panorama di riferimento, invitando le organizzazioni a ragionare in un’ottica che includa, per esempio, gli enti di regolamentazione e di controllo e  la comunità intesa come opinione pubblica a livello locale, nazionale o internazionale in funzione delle dimensioni e delle caratteristiche dell’azienda.

La struttura HLS comune a tutti i Sistemi di Gestione è di grande aiuto nell’integrazione dei sistemi stessi, non solo perché i “punti norma” sono gli stessi, ma anche perché, quando si ragiona in termini di contesto e di parti interessate, è difficile identificare i confini tra i diversi ambiti.

Per esempio, analizzando le tecnologie disponibili sul mercato in relazione a quelle utilizzate in azienda, si prenderanno in considerazione macchine o attrezzature che garantiscano una maggiore produttività ma anche che siano più sicure per i lavoratori che devono utilizzarle o, ancora, che limitino gli impatti ambientali. Analogamente, un infortunio grave che si può verificare in cantiere o in stabilimento non è “solo” un problema di sicurezza: potrebbe portare a un sequestro da parte dell’autorità giudiziaria con conseguente fermo dei lavori, ritardi nelle consegne ecc… (tutte tematiche legate alla qualità dei servizi offerti). Non da ultimo, sono sempre più le aziende che escludono dai propri albi fornitori chi ha indici infortunistici troppo elevati: le aziende che si trovano in questa condizione hanno quindi anche problemi di tipo commerciale (oltre a quello nel rapporto con i lavoratori).

La definizione di uno standard a livello internazionale giova anche in termini di omogeneità di comportamento da parte degli enti di certificazione. Fino a oggi, in mancanza di un riferimento ufficialmente valido a livello internazionale, ogni ente di accreditamento ha dettato le proprie regole, valide solo a livello di singolo stato. Con la ISO 45001, parte il mutuo riconoscimento degli accreditamenti che porta almeno due vantaggi:

  • Tutti gli organismi di certificazione si comportano allo stesso modo, indipendentemente dall’ambito di accreditamento in cui operano: fino a pochi mesi fa nel mercato italiano si riscontravano forti differenze tra accreditamenti “nazionali” ed “esteri”
  • I certificati rilasciati sotto accreditamento sono automaticamente riconosciuti in tutti gli stati che aderiscono agli accordi multilterali, questo aspetto è di particolare interesse per le aziende che operano a livello multinazionale e che possono fare riferimento a un unico ente di certificazione.

La transizione dalle BS OHSAS 18001

Che fine faranno i certificati rilasciati in riferimento alla BS OHSAS 18001? Le regole di ISO impongono che gli enti normatori ritirino le norme nazionali in presenza di una norma “di livello superiore” che tratti lo stesso argomento. BSI (l’ente di normazione britannico) dovrà quindi ritirare la BS OHSAS 18001 nel momento in cui sarà pubblicata la ISO 45001. E’ tuttavia previsto un periodo transitorio di tre anni nel quale le certificazioni riferite alle due norme potranno coesistere e saranno valide. In sostanza, le aziende certificate BS OHSAS 18001 avranno tempo fino a marzo 2021 per adeguare i propri sistemi di gestione.

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