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Cemento, oggi mobilitazioni in tutta Italia per rilancio del settore

I sindacati di categoria FenealUil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil organizzano per oggi in tutta Italia una giornata dedicata al rilancio del settore del cemento. Sono previsti presidi e volantinaggi davanti alle sedi istituzionali ed assemblee nei luoghi di lavoro.

“In quasi 10 anni di crisi che ha colpito violentemente l’edilizia – dichiarano le segreterie nazionali dei tre sindacati – il settore del cemento ha visto ridursi la produzione da 47 milioni a 19 milioni di tonnellate. Inoltre la riorganizzazione della struttura produttiva ha determinato la chiusura o la trasformazione produttiva di numerosi siti e processi di acquisizione con conseguenze pesantissime sul piano dell’occupazione. La nostra ricetta per il futuro del settore – proseguono – prevede un mix di innovazione e sostenibilità, che vuol dire meno nuove costruzioni e consumo di suolo, orientando invece il sistema verso le nuove domande del mercato e la tutela dell’ambiente. Il futuro dell’edilizia e del cemento – spiegano Feneal, Filca, Fillea – è in un nuovo modello produttivo: rigenerazione e recupero urbano, messa in sicurezza del patrimonio ambientale, storico-artistico e del costruito, innovazione e ricerca sui materiali, economia circolare”.

I sindacati chiedono al governo “interventi volti al rilancio delle costruzioni, una politica industriale a difesa del sistema produttivo cementiero italiano per spingere le imprese ad investire in ricerca e innovazione, avviando un nuovo ciclo del cemento, nel segno della sostenibilità, ed infine l’istituzione di un tavolo interministeriale tra i ministeri dello Sviluppo, del Lavoro, dell’Ambiente, che non è stato ancora convocato nonostante le dichiarazioni fatte dal ministro Poletti alla nostra iniziativa unitaria del maggio scorso”, concludono i sindacati.

Nota dell'Editore

Ricordiamo che la filiera, pur avendo perso oltre il 60% della produzione, e il prezzo medio di prodotto più basso in Europa, circa la metà del prezzo applicato in Francia, è stata oggetto di una pesante sanzione dell'ANTITRUST che ha colpito sia l'Associazione di Categoria (AITEC) che i principali produttori di cemento. 

Probabilmente il primo luogo di protesta dovrebbe essere la sede dell'Agenzia per la tutela della concorrenza, che con il suo paradossale provvedimento (visto la crisi e i prezzi applicati in Italia) ha dato un ulteriore colpo al grande malato dell'industria italiana.

Colpisce l'assenza di Confindustria in queste vicende, da cui ci si dovrebbe aspettare una maggiore tutela istituzionale e politica e un netto posizionamento a difesa di questa filiera che ha dato un contribuito fondamentale per costruire il patrimonio di infrastrutture e immobiliare del Paese.